Famiglia

Bambini al telefono

Il 20% ha un cellulare già in seconda elementare. In terza media il 90%. Nella maggior parte dei casi funziona da ansiolitico per i genitori

di Daniela Verlicchi

Il cellulare è utile, soprattutto a chi lo regala. Leggi: i genitori. È la conclusione alla quale sono giunti la professoressa Anna Maria Ajello della Sapienza e il professor Pier Cesare Rivoltella della Cattolica di Milano, curatori di una ricerca dell’Osservatorio sull’immagine dei Minori sul rapporto tra ragazzi e telefonino. «Bambini e telefoni cellulari. Un cordone ombelicale»: questo il titolo dello studio.

In seconda elementare, già il 20% dei bambini possiede un cellulare, una percentuale che sale al 90% in terza media. «Molto di più che in altri paesi europei ma comunque meno che in America», chiosa la professoressa Ajello. Molti dei ragazzi intervistati ricevono il cellulare in regalo in occasione delle prime gite o uscite fuori casa. Ma non lo vogliono (all’inizio) o quanto meno il desiderio è eterodiretto. Il 38% del campione (80 ragazzi tra la II elementare e la III media) lo considera «inutile». E un terzo, pur possedendolo, dichiara che lo sfrutterebbe di più se fosse più grande. Alla domanda sulle ragioni per averlo, il 60% lo definisce uno strumento di emergenza. Il cellulare serve insomma a chiamare i genitori in caso di bisogno: la stessa motivazione per la quale i bambini lo ricevono in dono. «Svolge la funzione di un ansiolitico naturale per i genitori», commenta Ajello, «e quest’ansia di vivere viene automaticamente trasmessa ai ragazzi». Il telefonino diventa così una sorta di cordone ombelicale che mantiene saldo il contatto con i genitori e il nido. Mentre l’autonomia dei ragazzi viene disincentivata. «I genitori, non solo anticipano il desiderio di un cellulare, ma poi provvedono costantemente alla sua ricarica». L’80% dei bambini più grandi infatti, pur percependo la «paghetta» non gestiscono le loro spese telefoniche. Un’occasione d’autonomia persa, secondo Ajello.

I ragazzi più grandi (gli adolescenti), riescono a «dribblare» l’invadenza del cordone, proprio grazie alle caratteristiche del cellulare. L’essere sempre in contatto con i genitori permette loro una maggiore autonomia di movimento, a patto che si rimanga «a portata di squillo». Alle superiori oltre il 90% dei ragazzi ha un cellulare e lo usa soprattutto per mandare sms, archiviare foto e telefonare: molto meno per mandare mms o navigare su internet. A quest’età, il cellulare è soprattutto un medium delle relazioni con gli altri. Tanto che il curatore della parte della ricerca sugli adolescenti, Pier Cesare Rivoltella, lo definisce una «nodo nevralgico delle reti create dagli adolescenti».

www.immaginedeiminori.it


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