Famiglia

Bambina nigeriana muore dopo ritardo nelle cure

E' successo all'ospedale di Cernusco sul Naviglio, la bimba aveva 13 mesi. il padre: "Rifiutato il ricovero perchè sprovvista di tessera sanitaria". Il comunicato del Naga

di Redazione

A Cernusco sul Naviglio, nel milanese, una bambina nigeriana di 13 mesi muore per cause ancora tutte da verificare. Ma “la bambina ha avuto grossissime difficoltà nell’accesso alle strutture sanitarie tanto che solo l’intervento paradossale dei carabinieri ha permesso il ricovero nel reparto di degenza probabilmente con un irreparabile e colpevole ritardo”, denuncia l’associazione Naga.

“Pur guardandoci da sbrigative e colpevolizzanti spiegazioni non possiamo non leggere quest’episodio come una possibile spia del peggioramento  dell’accoglienza nelle strutture sanitarie pubbliche degli immigrati, specie se irregolari” dichiara Stefano Dalla Valle della Direzione sanitaria del Naga, “ogni giorno presso l’ambulatorio medico del Naga incontriamo  stranieri che denunciano la difficoltà e spesso l’impossibilità ad accedere alle cure sanitarie presso gli ospedali lombardi che, violando la legge nazionale che prevede l’acceso alle cure anche per i cittadini stranieri irregolari (art.35 T.U. Immigrazione), rifiutano l’accesso alle cure e rimandano paradossalmente alle strutture del volontariato come il Naga” prosegue Dalla Valle, “Non possiamo non chiederci se questi episodi non costituiscano un sintomo di un atteggiamento progressivamente escludente da ricondursi alla legislazione razzista del c.d Pacchetto sicurezza e del generale clima di criminalizzazione dell’immigrazione” continua il medico del Naga.

“Come Naga, pur rifiutando di sostituirci ai doveri delle strutture sanitarie pubbliche, continueremo a fornire assistenza medica gratuita e quotidiana a tutti i cittadini stranieri  indipendentemente dal loro status giuridico fino a quando ce ne sarà bisogno e continueremo a monitorare e a denunciare i casi di violazione del diritto alla salute. Invitiamo, inoltre, cittadini stranieri ed italiani a segnalarci ogni eventuale caso di mancato accesso alle cure”.


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