Volontariato

Bamako e Caracas: Forum sociali disertati dalle ong italiane

Scooperation - In Mali, a Bamako, c’era davvero di tutto...

di Paolo Manzo

In Mali, a Bamako, c?era davvero di tutto… ?associazioni dei piccoli produttori di cotone, donne impegnate contro il patriarcato tradizionale, ong africane dei diritti umani e mondo ambientalista continentale, persino associazioni artistiche e per un welfare locale. Tra le tante discussioni, una ha richiamato l?attenzione: «La cooperazione ci ha resi più poveri». A sostenerlo Madani Koumare, del network interafricano per i Diritti dei bambini Audaghost, che ha spiegato bene il concetto: «Smettete di aiutarci e cominciamo a parlare in termini di appoggio all?autosviluppo, di regole eque per il commercio mondiale, di cambiamenti di politiche nel Nord del mondo e qui. Se l?Europa invece di vantarsi delle sue azioni di emergenza fosse più coerente con le politiche agricole, del resto, tre milioni di famiglie maliane non sarebbero alla fame». Un ragionamento molto chiaro, peccato che di ong italiane non ci fosse neanche l?ombra. Forse si stavano preparando per Nairobi 2007, quando il Forum sociale tornerà alla sede unica? Mentre a Caracas ha dominato incontrastata… ?la disorganizzazione. Il programma era stato preparato all?ultimo momento, senza essere concordato con i promotori delle varie iniziative. I luoghi degli incontri erano dispersi in tutta la capitale venezuelana ed erano segnalati poco e male. È capitato così che molti abbiano girato per delle ore senza riuscire a trovare il posto del dibattito; oppure che lo trovassero, scoprendo però che non c?era nessuno. Il solito caos sudamericano, insomma. A ciò si aggiunga che il Forum versione 2006 – decentrato a livello continentale – non ha trovato modo, pur rispettando la libertà e le diversità all?interno dei vari movimenti, di elaborare un?agenda politica condivisa da chi si oppone alla guerra. Occasione persa e ong italiane anche qui assenti. In Darfur l?emergenza non diminuisce, anzi… ?l?Unicef ha lanciato un appello ai donatori per 805 milioni di dollari. Obiettivo: aiutare bambini e donne in 29 emergenze umanitarie che richiedono finanziamenti extra. Da notare che oltre un terzo del totale della somma richiesta – 331 milioni di dollari – è destinato al Sudan, dove con il perpetuarsi del conflitto e l?instabilità nella regione del Darfur, è a rischio la sopravvivenza di 1,4 milioni di bambini, 500mila dei quali sotto i cinque anni. Una catastrofe umanitaria che, nonostante gli appelli, aumenta invece di diminuire.


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