Politica

Bagnasco: più sobrietà

Il presidente dei vescovi italiani: «chiunque accetta di assumere un mandato politico deve essere consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell'onore che esso comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda»

di Redazione

Nella prolusione che ha aperto il Consiglio episcopale permanente, il presidente della Cei, cardinal Angelo Bagnasco, è tornato oggi a citare l’articolo 54 della Costituzione, come aveva fatto nella Prolusione al Consiglio Permanente del 21-24 settembre 2009. «Come ho già avuto modo di dire – ha ribadito – chiunque accetta di assumere un mandato politico deve essere consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell’onore che esso comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda». «Bisogna che il nostro Paese superi, in modo rapido e definitivo, la convulsa fase che vede miscelarsi in modo sempre più minaccioso la debolezza etica con la fibrillazione politica e istituzionale, per la quale i poteri non solo si guardano con diffidenza ma si tendono tranelli, in una logica conflittuale che perdura ormai da troppi anni» ha sottolineato Bagnasco.

«La collettività guarda sgomenta gli attori della scena pubblica, e respira un evidente disagio morale» ha aggiunto il cardinal Bagnasco, riferendosi, pur senza citarli direttamente, alle vicenda che agitano lo scenario politico e allo stesso caso Ruby. «La vita di una democrazia – ha aggiunto il presidente della Cei – si compone di delicati e necessari equilibri, poggia sulla capacità da parte di ciascuno di auto-limitarsi, di mantenersi cioè con sapienza entro i confini invalicabili delle proprie prerogative».

Davanti al «turbamento» provocato dalle notizie sull’inchiesta che coinvolge il premier, occorre «fare chiarezza in modo sollecito e pacato, e nelle sedi appropriate» chiede il presidente della Cei. 


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