Cultura

Bagnasco, «non è più tempo di galleggiare»

Il cardinale apre la 62esima assemblea dei vescovi italiani e invita tutti a fare uno «scatto in avanti concreto e stabile verso soluzioni utlili al Paese»

di Redazione

In questo momento in Italia si registra «una caduta di qualità della scena politica» che rischia di provocare una perdita di fiducia da parte della gente, è importante ricordare invece che «ideali personali, valori oggettivi e vita vissuta» sono «tra loro profondamente intrecciati». È quanto ha sottolineato nel pomeriggio di oggi il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, aprendo i lavori della 62esima assemblea generale dei vescovi che si svolge ad Assisi.

Dopo aver ribadito la necessità di riforme che non indeboliscano «la rappresentatività politica», Bagnasco ha detto: «si aggiunge a livello della scena politica una caduta di qualità, che va soppesata con obiettività, senza sconti e senza strumentalizzazioni, se davvero si hanno a cuore le sorti del Paese, e non solamente quelle della propria parte. Se la gente perde fiducia nella classe politica – ha detto ancora il cardinale – fatalmente si ritira in se stessa, cade lo slancio partecipativo, tutto diventa pesante e contorto, ma soprattutto viene meno quella possibilità di articolata e dinamica compattezza che è assolutamente necessaria per affrontare insieme gli ostacoli e guardare al futuro del Paese».

«In causa qui – ha proseguito Bagnasco – è non solo la dimensione tecnicamente politico-amministrativa, ma anche quella culturale e morale che ne è a sua volta, lo specifico orizzonte. Questo prende forma nella tensione necessaria tra ideali personali, valori oggettivi e la vita vissuta, tra loro profondamente intrecciati». Quindi, ha osservato Bagnasco, «Non è più tempo di galleggiare», servono scatto in avanti e soluzioni condivise. È quanto chiede il cardinale Angelo Bagnasco alla classe politica nel suo insieme nella sua prolusione di oggi con la quale ha aperto i lavori dell’assemblea generale della Cei in corso di svolgimento ad Assisi. «Dicevamo, un mese e mezzo fa – ha ricordato il cardinale – che, nel nostro animo di sacerdoti, siamo angustiati per l’Italia che scorgiamo come inceppata nei suoi meccanismi decisionali, mentre il Paese appare attonito e guarda disorientato. Non abbiamo peraltro suggerimenti tecnico-politici da offrire, salvo un invito sempre più accorato e pressante a cambiare registri, a fare tutti uno scatto in avanti concreto e stabile verso soluzioni utili al Paese e il più possibile condivise. Non è più tempo di galleggiare».

C’è il rischio che il Paese si divida e che una parte dell’Italia resti ancorata all’Europa mentre un’altra parte può rimanere indietro, il che costituirebbe un «esito infausto». È quanto ha osservato oggi il cardinale Angelo Bagnasco: «Un rischio, lo diciamo con un senso di apprensione profonda, è che il Paese si divida non tanto per questa o quella iniziativa di partito, quanto per i trend profondi che attraversano l’Italia e che, ancorandone una parte all’Europa, potrebbero lasciare indietro l’altra parte. Il che sarebbe un esito infausto per l’Italia, proprio nel momento in cui essa vuole ricordare, a 150 anni dalla sua unità, i traguardi e i vantaggi di una matura coscienza nazionale».

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