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Bagnasco: l’Italia è un’esigente responsabilità
Il Presidente della Conferenza Episcopale parla con affetto del Paese nell’omelia per la ricorrenza del Paese
L’omelia che il cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha tenuto oggi in occasione della celebrazione eucaristica per i 150 anni dell’Unità d’Italia, è stata caratterizzata da parole d’amore nei confronti del Paese. «Siamo qui oggi», ha spiegato Bagnasco, «per elevare a Dio l’inno di ringraziamento per l’Italia. Non è retorica, né tantomeno nostalgia quella che ci muove, ma la consapevolezza che la Patria che ci ha generato è una preziosa eredità e insieme una esigente responsabilità. L’Eucaristia che stiamo celebrando in questa Basilica di S. Maria degli Angeli – uno degli innumerevoli scrigni di bellezza custoditi dal nostro Paese – ci invita ad oltrepassare le contingenze del momento presente e ad allargare lo sguardo a quella singolare “Provvidenza” che ha condotto gli italiani a diventare sempre più consapevoli dell’Italia. Ben prima dell’Italia in senso stretto, infatti, è esistita una sotterranea tensione morale e spirituale in cui si sono forgiate la lingua e progressivamente la sensibilità e la cultura e che ha condotto, per vie non sempre rettilinee, a dar vita all’Italia. Di essa tutti ci sentiamo oggi orgogliosamente figli perché a lei tutti dobbiamo gran parte della nostra identità umana e religiosa». E ancora «l’unificazione, come ha scritto il santo Padre, Benedetto XVI, al Presidente della Repubblica, “è il naturale sbocco di una identità nazionale forte e radicata, sussistente da tempo”. E’ questa la vera forza della società e dello Stato, il tesoro più grande da custodire con amore e da trasmettere alle giovani generazioni. Si è parlato di volto: senza volto infatti non ci si incontra, non si riesce a conoscersi, a stimarsi, a correggersi, a camminare insieme, a lavorare per gli stessi obiettivi, ad essere “popolo”».
In conclusione il cardinale, e presidente della Conferenza episcopale italiana, ha aggiunto «da questo altare, da dove eleviamo un’intesa preghiera per il nostro Pese, la Chiesa rinnova il suo amore per l’Italia e la gioia di servire il popolo italiano secondo il Vangelo. Come Pastori, al nostro Paese auguriamo di far proprie le parole del salmo: “Rendo grazie al tuo nome, Signore, per la tua fedeltà e la tua misericordia. Nel giorno in cui t’ho invocato, mi hai risposto, hai accresciuto in me la forza».
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