Welfare

Baglioni scrive ai lampedusani

Il cantautore romano parla dell'emergenza sull'isola alla presentazione del Festival O'Scia

di Redazione

Più di 200 lettere alle istituzioni per aiutare Lampedusa. Le ha spedite Claudio Baglioni in questi mesi per sensibilizzare sulla situazione dell’isola siciliana, dove in questi giorni si sta volgendo O’Scia, il festival ideato e diretto dal cantautore romano. Molte missive poche risposte. « La maggior parte di loro non mi ha risposto, ho avuto solo un’attenzione particolare da parte del sottosegretario Gianni Letta e dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo.». Con l’esponente siciliana si è anche ventilata l’ipotesi di un progetto nel futuro. Critiche anche alle promesse non mantenute dal governo sui 26 milioni di stanziamenti sull’isola. «Non ho mai creduto ai salvatori della patria, spero soltanto che non si arrivi di nuovo a manifestazioni di protesta. Intanto si continua a parlare di fenomeno, ma e’ un fenomeno che dura da anni -ha detto ancora- e’ una situazione che ha bisogno di una soluzione»

Un rapporto quello con Lampedusa che il cantautore romano definisce una malattia endemica”. Tanto da farci la sede del suo festival e da dedicare una lettera. «”Ho ritenuto di scrivere una lettera appassionata, direi quasi una lettera d’amore ai lampedusani, dopo gli scontri avvenuti la scorsa settimana sull’isola con il centro di accoglienza incendiato da un gruppo di tunisini e i successivi disordini”. “Purtroppo – ha continuato l’artista – alcuni abitanti dell’isola hanno perso il filtro della compassione che avevano mostrato nei mesi precedenti. Cosi’, ho voluto scrivere una lettera. Anche se capisco che, probabilmente, vedendo cio’ che era accaduto anche io avrei reagito perche’ nessuno ti difende. E’ stata una reazione umana, ma ribadisco che con la violenza non si e’ mai ottenuto niente»

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