Volontariato

Baghdad: polemiche sull’ospedale da campo della CRI

Viene allestito nella zona con la più alta concentrazione di presidi ospedalieri della capitale. E suscita il severo richiamo del Comitato internazionale: iniziativa autonoma e contro lo statuto

di Benedetta Verrini

Mentre già da oggi a Baghdad saranno operativi il pronto soccorso e il reparto di chirurgia dell’ospedale da campo allestito dalla Croce Rossa, su tutta l’operazione del convoglio umanitario italiano emergono serie polemiche. L’ospedale da campo, che sulla carta dovrebbe supportare le necessità dell’ospedale al Wasity, è situato nella zona a più alta concentrazione sanitaria della capitale. Il rischio di sovrapposizione, insomma, è piuttosto alto. Oltre a ciò, la spedizione ha sollevato una dura critica dallo stesso Comitato Internazionale della Croce Rossa: “La sezione italiana ha fatto tutto autonomamente, noi non siamo minimamente coincvolti in questa operazione che viola le regole di comportamento del movimento internazionale” ha dichiarato la portavoce Nada Doumani, aggiungendo che, tra l’altro, lo statuto internazionale vieta “operazioni sotto scorta militare” e prescrive l’indipendenza da qualsiasi autorità politica o amministrativa.


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