Non profit

Badanti, si chiude in nero

La sanatoria scade oggi e già si parla di un mezzo flop

di Franco Bomprezzi

Finisce male. La regolarizzazione di colf e badanti termina oggi, e i dati sin qui resi noti confermano cifre assai inferiori rispetto alle aspettative, segno che molto lavoro in nero non è riemerso, e che centinaia di migliaia di lavoratrici immigrate rischiano l’espulsione. I giornali seguono in modo alterno questa vicenda, che pure ha una rilevanza sociale enorme. Vediamo.

Nessun richiamo in prima e servizio a pag 19 per il flop della sanatoria delle badanti. Almeno così è presentato nel titolo del CORRIERE DELLA SERA: “Chiude la sanatoria per badanti e colf: 300mila domande, metà del previsto”. Il Viminale esclude la proroga. Denunce per chi non è in regola. Scrive il CORRIERE: «Il numero è di gran lunga inferiore a quanto ci si aspettava e avvalora l’ipotesi che almeno altrettanti stranieri rimangono nella clandestinità. E questo senza voler dar credito alle stime dell’Adoc condivise dal Censis che parlano di almeno un milione di persone che sono impiegate presso le famiglie italiane». Gli ostacoli? Secondo il quotidiano «il primo è stato il tetto minimo di 20 ore settimanali per le colf. Poi l’obbligo di un reddito di almeno 20mila euro».

LA REPUBBLICA (che apre con lo “Scudo fiscale da 300 miliardi”,) oggi non si occupa di badanti. C’è comunque in prima una notizia che riguarda Milano e i migranti: “Caccia ai clandestini col bus blindato”. “Il comune decide di impiegare i vigili urbani nei rastrellamenti, è polemica” recita l’occhiello. Riferisce a pagina 21 Franco Vanni: 32 uomini divisi in tre turni, missione controllare gli autobus cittadini (chiudendoli con grate speciali) e identificare i presunti clandestini. «Da quando la clandestinità è diventata reato i vigili della task force sentono il peso della nuova responsabilità: “finalmente non si lavora per niente. Adesso che c’è una legge non ci toccherà tirar su la stessa persona tre volte di fila. Se ne tornino a casa in nave”».  Il metodo è appostarsi alla fermata, chiedere i documenti agli stranieri: se non li hanno li si carica sul bus-galera, lo stesso usato per scortare gli ultras. Dice, fiero, il vicesindaco De Corato: «è un servizio svolto esclusivamente da questa speciale task force non sottrae agenti al controllo della viabilità, che è di competenza di altri 2.900 vigili» (e lo sottolinea perché nei giorni scorsi proprio questa era stata la polemica condotta dai sindacati di polizia).

Niente colf e badanti sul MANIFESTO e neppure su ITALIA OGGI.

“Sanatoria record ma non troppo e la badante resta sommersa” è il titolo de IL GIORNALE nelle pagine milanesi, l’argomento non è trattato in quelle nazionali. E quindi l’affresco a cui si riferisce il titolo riguarda la provincia di Milano. «In provincia scaricati 47mila moduli, pari al 16% del totale nazionale. Milano è la prima città italiana per le richieste ma se ne attendevano 55mila». Un’infografica dà altri numeri: 71535 sono le domande presentate in Lombardia, pari al 28,91% del totale nazionale. Dopo Milano vengono Brescia, Bergamo e Varese. 88.798 sono i moduli  ritirati in Lombardia che in 17.263 casi però non sono stati presentati per mancanza dei requisiti di regolarizzazione. Pietro Vernizzi  scrive: «Un buco nell’acqua. Per i consolati  e le associazioni che seguono immigrati la sanatoria di colf e badanti non è riuscita a mettere in regola la maggior parte di coloro che ne avrebbero avuto diritto, mente ha fornito ai  soliti furbetti l’occasione per approfittarsene. A frasi interprete del giudizio negativo è Stefano Benvenuto di Lainate, consulente legale del consolato del Perù a Milano che aggiunge: «molti datori di lavoro  italiani per non rimetterci hanno chiesto ai loro dipendenti di pagare di tasca loro  i 500 euro per la regolarizzazione». Padre Alexandre Visosky, sacerdote che segue la comunità  ucraina dice: « le donne ucraine sono disperate, molte di loro da anni lavorano in nero come badanti. Molti anziani milanesi per firmare una dichiarazione falsa hanno intascato sino a 3mila euro. Operazioni illegali che per Raimondo Terzaghi del centro studi italo-ucraino  e per Giuseppe Vallifuoco di Cgil sono gestiti dal racket. La storia emblematica degli “esclusi” dalla sanatoria è quella di Tatiana  licenziata perché i datori di lavoro dove lavora da due anni non vogliono pagare e assumeranno un’altra colf con permesso di soggiorno. Tatiana  lavora 13 ore la settimana, mentre il requisito minimo  per la sanatoria è di 20 ore. I datori di lavoro hanno un reddito superiore a 25mila euro e lei vive in appartamento e  paga un regolare affitto.

“Colf e badanti all’ultimo appello”: ultime ore per la regolarizzazione, avverte il SOLE24ORE, sottolineando che finora sono meno di 300mila le domande inviate al Viminale. «Niente proroghe», comunque, «perché l’obiettivo minimo è stato raggiunto» grazie al «rush finale degli ultimi due giorni che hanno visto piovere sul server del Viminale quasi 50mila richieste». Milano si conferma prima città per domande di regolarizzazione, il 15% del totale. E nelle ultime ore, avverte la Cisl, sono in aumento le denunce da parte dei lavoratori immigrati che vengono licenziati in tronco a poche ore dalla fine della sanatoria proprio perché il datore di lavoro rifiuta di regolarizzarli.

I dati sulle badanti, AVVENIRE li ha presentati ieri, con quella sottolineatura curiosa che sono state regolarizzate più colf (139mila) che badanti (91mila).


“Per colf e badanti un flop annunciato” titola LA STAMPA, che nel servizio dedicato intervista anche il sottosegretario Alfredo Mantovano e riporta in un riquadro la proposta dei voucher lavorativi del ministro del Lavoro Sacconi. «All’inizio si aspettavano tra le 500 e le 700 mila domande, e anche al governo si erano sbilanciati in questo senso, come ricorda Mario Morone, direttore del Dipartimento Libertà civili e immigrazione» scrive LA STAMPA. «In realtà al ministero si accontentano del risultato ottenuto, ricordando che era quanto avevano previsto nella relazione tecnica che accompagnava il provvedimento». LA STAMPA sottolinea nell’intervista a Mantovano che «non sono solo associazioni e sindacati a dirlo, anche voi vi aspettavate qualcosa di più». Il sottosegretario nega, e dice che si è trattato di un successo: «Quando ci fu la regolarizzazione del 2002 ottenemmo una cifra analoga per quel che riguardava colf e badanti». Rispetto a uno dei problemi emersi, vale a dire il fatto che molte colf e badanti hanno un orario spezzettato tra diversi datori di lavoro, Mantovano dice che «Con un patronato o un centro di assistenza valido il problema si poteva superare». La proposta di Sacconi è invece di diffondere i voucher, definendoli «una modalità semplice e agevolata» proprio per risolvere problemi come «il fatto che molte persone lavorano per più datori». LA STAMPA riporta anche il caso di una badante ecuadoregna licenziata dalla pensionata per cui lavorava proprio in concomitanza con il provvedimento. Di fronte alla sua richiesta di essere regolarizzata, è stata mandata via dalla famiglia dell’anziana, lei si è rivolta al giudice che le ha dato ragione. Ma il paradosso è che, anche a fronte di un’ordinanza del Tribunale, spetta al datore di lavoro la scelta di regolarizzare, cosa che finora non è successa.



E inoltre sui giornali di oggi:


INFLUENZA A
CORRIERE DELLA SERA –  “Virus A, grave un bimbo di tre mese”: «In rianimazione a 3 mesi per una polmoni­te da influenza A. Il neonato, in cura nella Terapia intensiva del San Gerardo di Monza, è intubato e respira artificialmente. È il primo caso conosciuto in Italia di ricovero di un bebè per complicazioni polmonari legate al virus. Il 18 settembre, ai primi sintomi di malessere, i genitori accompagnano il bimbo all’ospedale di Legnano: da lì viene subito trasferito a Monza, punto di riferimento in Lombardia (e non solo) per i pazienti in condizioni critiche dopo il contagio (all’istituto ospedaliero è ancora ricovera­to il giovane di Parma che ha rischiato di morire sempre per una polmonite da influen­za A). Il test per accertare la presenza della malattia viene eseguito immediatamente: il risultato, fornito dall’Istituto di virologia dell’Università Statale, non lascia dubbi, la diagnosi è di H1N1».

SCUDO FISCALE
IL MANIFESTO – Apertura di giornale sull’approvazione dello scudo fiscale. Il titolo è “Scudieri”. Il commento di Galapagos spazia sulla politica economica del Governo, partendo dalla febbre delle lotterie, con l’arrivo di win for life: «È l’ultima trovata di Berlusconi e Tremonti: alimentare le  illusioni degli italiani con il gioco d’azzardo. Con l’alibi che il 23% degli incassi saranno destinati alla ricostruzione de L’Aquila che sarà realizzata “senza mettere le mani nelle tasche degli italiani”. Mentendo clamorosamente sul fatto che il gioco è la peggiore tassa. Quella che  a Roma chiamano la tassa sui “minchioni”».

AVVENIRE – L’apertura è dedicata al “tesoro da 300 miliardi di euro” che giace all’estero. La nuova cifra, quasi il triplo di quella stimata dal ministro Tremonti, è stata suggerita ieri dall’Associazione dei private bankers durante un convegno sui paradisi fiscali promosso da Fiamme Gialle e Ministero delle Entrate. In generale, nei paradisi fiscali, secondo l’Ocse ci sarebbero 7 miliardi di dollari, di cui 1,6 riconducibili ad attività criminali. Un pezzo di spalla dice che la black list dei paradisi fiscali ora è vuota, poiché dopo il G20 di Londra dello scorso aprile c’è stata una corsa a garantirsi almeno i requisiti di trasparenza per entrare nella lista grigia, dove ci sono 30 paesi: «forse l’euforia è eccessiva, ma le organizzazioni mondiali hanno tracciato la strada», scrive AVVENIRE. Il giudizio del quotidiano è affidato all’editoriale di Massimo Calvi: da un lato 300 miliardi di euro cifra tale che «sindacare sul profumo di tale tesoro rischia di sembrare un discutibile esercizio retorico», dall’altro è fare una terza sanatoria in dieci anni veicola un messaggio che rischia di avere «effetti deleteri» e cioè che «quando si tratta di evasori una soluzione premia-furbi salta sempre fuori». E quindi? «I due piatti non staranno mai in equilibrio. A meno che il varo dello scudo fiscale 2009 non sia davvero accompagnato dalla messa in campo di un’immediata e credibile offensiva contro l’evasione fiscale», e che sia «scritta nel marmo» la volontà di non fare mai più una simile sanatoria. E soprattutto i singoli individui devono «alzare uno scudo morale a difesa di risorse che appartengono a tutti».

SUICIDI IN FRANCIA
SOLE24ORE – Dopo il suicidio numero 24 di ieri, cresce in Francia la pressione sul gruppo France Télécom: opposizione e sindacati chiedono la testa del presidente Didier Lombard e del suo braccio destro Luis Pierre Wenes, meglio noto come «l’uomo dei tagli», mentre si moltiplicano nel paese le manifestazioni spontanee e la sinistra attacca chiedendo una commissione di inchiesta. Ieri il gruppo ha fato un altro passo verso i lavoratori, sospendendo a tempo indeterminato la mobilità per i quadri e annullando gli «obiettivi individuali» da raggiungere per gli operatori dei call center (tra l’altro l’ultimo suicida era stato spostato proprio in un call center insieme a ragazzini, lui che aveva più di 50 anni). Il clima è talmente surriscaldato che si è diffusa la notizia, poi smentita da Télécom, che la nuova sede dell’azienda, un palazzo di otto piani, avesse le finestre bloccate proprio per evitare i suicidi.

TSUNAMI
LA REPUBBLICA – Fotonotizia in prima e servizio a pagina 15. Le Samoa americane e occidentali devastate ieri alle 6,45 (le 19,45 italiane) da un terremoto che ha scatenato l’onda anomala. Decine le vittime. Ma il bilancio è destinato purtroppo ad aumentare. A Pago Pago, capitale della Samoa americana, l’acqua è avanzata per 100 metri sulla terraferma.  L’allarme è arrivato fino alla Nuova Zelanda e alle Hawaii ma per fortuna qui non si sono registrati danni gravi.

LA STAMPA – “Tsunami alle Samoa. Villaggi cancellati”. Un’immagine in prima pagina fotografa la dinamica dello tsunami che ha colpito al largo dele isole Samoa. Il primo bilancio, sulle coste raggiunte dall’onda è di 15 morti. Ci vorranno ore per capire se l’onda raggiungerà le Hawaii. Un centro di emergenza è stato creato a Samoa e anche alle Hawaii ci si sta attrezzando per eventuali operazioni di soccorso.

 

ABRUZZO
IL MANIFESTO – A pagina 2-3 si parla di post terremoto, con un reportage di Gabriele Polo. “I salvati e i sommersi” è il titolo. Il sommario: «Per il compleanno Berlusconi si regala una festa shock all’Aquila. Dove consegna il primo new village, abbraccia i salvati e non si cura delle 9mila persone ancora nelle tendopoli e degli studenti su cui pesa il caro affitti. Una giornata tra fiction e protesta dei comitati”


NUCLEARE
LA REPUBBLICA – “Le regioni contro il nucleare in 15 dicono no alle centrali”. Dieci regioni hanno deciso di far ricorso alla Corte costituzionale contro la legge che sancisce il ricorso alle centrali atomiche. Altre due, pur evitando le vie legali, hanno dichiarato il loro territorio non disponibile. Il fronte anti atomo fa breccia anche nel centrodestra: la Sardegna ha votato un ordine del giorno che impegna la giunta ad adottare tutti gli atti per impedire nell’isola la costruzione di centrali nucleari e la localizzazione di depositi per le scorie. Nota bene: con l’accordo di 5 regioni si può chiedere un referendum, sottolinea Greenpeace.

SCUOLA
ITALIA OGGI – La voce tagli del ministero dell’Istruzione prevede 577 milioni di euro da scontare da settembre a dicembre di quest’ anno. In base all’articolo “Scuola,la Gemini taglia 5777 mln” pubblicato da ITALIA OGGI nella sezione Primo Piano, visto che il fondo tagliato è quello che nel budget iniziale era destinato a pagare a libello regionale le supplenze di insegnanti, ausiliari e amministrativi, a scontarlo saranno sempre i precari. Scrive ITALIA OGGI:«Ci sono spese ineludibili, per il personale di ruolo e per il funzionamento delle scuole, che erano state sottostimante in sede di preventivo, voci fisse a fonte delle quali si è preferito sacrificare quelle per i contratti a tempo determinato. Insomma, la solita storia della coperta troppo corta». L’unica notizia “positiva” riguarda il fatto che il ministro Gelmini ieri ha firmato il decreto che consente ai precari della scuola rimasti senza incarico di accedere ai nuovi ammortizzatori sociali.


TESTAMENTO BIOLOGICO

CORRIERE DELLA SERA – Al tema è dedicato l’editoriale di oggi a firma Angelo Panebianco titolato “La zona grigia tra vita e morte”. Questa in sintesi la “soluzione possibile” di Panebianco: «Un buon punto di partenza può essere la teoria formulata dall’economista Friedrich von Hayek sul rapporto fra la conoscenza e il mercato. Per dimostrare che i sistemi di mercato sono superiori ai sistemi di pianificazione Hayek sostenne che i pianificatori falliscono sempre per difetto di conoscenza…Applichiamo la teoria al tema del fine vita…L’altissima variabilità delle situazioni rende la legge uno strumento inadatto a regolamentare nel dettaglio i casi…Da qui la necessità che sia lasciato spazio alla discrezionalità e al giudizio del medico in accordo col paziente o con i suoi familiari…Il problema è evitare l’iper regolamentazione giuridica. Come sostengono giustamente gli estensori della lettera sopra citata (quella scritta dai deputati finiani del Pdl e pubblicata sul Foglio il 23 settembre, ndr.)


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