Welfare

Badanti, in 10 anni triplicate le italiane

Il lavoro domestico cambia nazionalità. Oggi le nostre connazionali rappresentano il 24,3% del totale delle assistenti familiari che nel complesso sono aumentate - secondo i dati Inps - da 310 a 438mila. Nel Rapporto 2021 dell’Osservatorio Domina emerge come nelle regioni del Sud e nelle isole le italiane siano oltre 30% del totale arrivando al 72,4% in Sardegna

di Redazione

Nel nostro Paese le cosiddette “badanti”, ovvero gli assistenti familiari, sono figure in costante aumento. Questo anche a causa dei mutamenti socio-economici e demografici in corso. A certificarlo l’Inps che nel periodo 2011-2020 vede questi lavoratori, ma soprattutto lavoratrici passare da 310mila e 438mila, con un aumento del 41%.
Da un’anticipazione del Rapporto 2021 sul lavoro domestico redatto dall’Osservatorio Domina emerge che, se le donne straniere rappresentano la componente più numerosa (67,5%), negli ultimi anni sono cresciute sensibilmente le donne italiane (triplicate, da 36mila a 106 mila) e oggi rappresentano il 24,3% del totale “badanti”.

Inoltre, se consideriamo l’incremento di badanti registrato tra il 2011 e il 2020 (+127mila), esso è dipeso per oltre la metà dalle donne italiane (+70mila), mentre le donne straniere hanno contribuito all’incremento per il 33,4% (+43mila).


L’analisi per Regione effettuata dall’Osservatorio Domina evidenzia una forte eterogeneità sul territorio nazionale: in otto Regioni (tutte del Sud e Isole) le donne italiane rappresentano più del 30% del totale “badanti”, e raggiungono addirittura il 72,4% in Sardegna.
Alla base di questa situazione possono esserci diversi fattori: innanzitutto al Sud vi è una minore presenza straniera, per cui l’offerta di manodopera per quel tipo di mansione è ricoperta maggiormente dagli autoctoni. Inoltre, vi sono evidentemente meno opportunità di lavoro per le donne italiane, per cui il lavoro domestico diventa uno sbocco preferenziale. Infine, evidentemente giocano un ruolo anche la struttura demografica e l’organizzazione familiare.

Secondo Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di Domina, «la professionalizzazione del lavoro domestico, in particolare dell’assistenza familiare, entra piano piano tra le scelte professionali delle famiglie italiane. Oggi in Italia sono oltre 100mila badanti italiane e questa componente risulta maggioritaria in molte Regioni, specie al Sud. Negli ultimi dieci anni la componente di donne italiane è triplicata, sia per ragioni socio-economiche che per una nuova organizzazione del lavoro e della famiglia».


Confrontando le caratteristiche delle badanti italiane e straniere, l’Osservatorio Domina evidenzia poi altre informazioni interessanti. Per quanto riguarda la classe d’età, le italiane risultano mediamente più giovani (48,7 anni, rispetto ai 51,8 delle straniere). I
n particolare, tra le straniere, il 27% ha più di 60 anni, mentre tra le italiane questa quota scende al 17%. Le badanti con meno di 30 anni, invece, rappresentano il 9% tra le italiane e solo il 3% tra le straniere.

Ancora più ampio è il divario tra badanti italiane e straniere relativamente all’orario medio settimanale: le italiane lavorano mediamente 22,7 ore settimanali, contro le 38,3 ore delle straniere. In particolare, tra le straniere il 48,2% lavora più di 40 ore settimanali, mentre tra le italiane si scende al 12,0%.
Al contrario, tra le italiane il 44,4% lavora meno di 20 ore settimanali, contro l’8,3% delle straniere.

In apertura Image by Gerd Altmann from Pixabay

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