Non profit

badanti certificate, il mercato è una tentazione

A Rovigo parte il franchising del marchio Badantya

di Sara De Carli

Formazione di assistenti domiciliari qualificate, incrocio domanda-offerta tramite video-cv messi online, assunzioni dirette: così la cooperativa Phoenix ha coperto un intero segmento di mercato. E si prepara a vendere il modello in mezza Italia Anche l’Europa è partita così, come comunità economica. Ma ancora adesso fatica un po’ a riconoscere la sua dimensione comunitaria. D’altronde i numeri (700mila badanti con contratto regolare e almeno altrettante che lavorano in nero) e il bisogno reale (3 milioni di non autosufficienti in Italia, per 670mila operatori in carico al Ssn) fanno dell’assistenza domiciliare la porzione di welfare predestinata alla sperimentazione. Sfera economica inclusa, visto che si parla di un giro d’affari di oltre 7 miliardi di euro l’anno: abbastanza per rischiare di perdere di vista un termine della coppia, “comunità”, e pure la sfida del nuovo welfare. Quella cioè di una “comunità della cura” che impari a dialogare con il mercato e di un welfare non riducibile a soli tre attori: nicchia dei marginali, buoni samaritani ed enti locali che considerano esaurito il loro ruolo con l’erogazione di servizi, padroni di un flusso sempre più sottile.

Comunità virtuale
A tenere insieme le cose ci sta provando Phoenix cooperativa di servizi arl, nata a Rovigo a fine 2007. La sua mission è la formazione di badanti qualificate. Per posizionarsi sul mercato sta sfruttando al massimo l’online: in attesa della (promessa) costituzione dell’Assobadanti, l’associazione nazionale di badanti, la comunità aggregata da Phoenix, per ora, è soprattutto quella del web. Sul suo sito (www.cooperativabadanti.com) ci sono una manciata di video-curricula caricati, ma presto arriverà un sito ad hoc, www.albobadanti.it, registro online di badanti qualificate: anche qui il video farà la parte del leone, perché capire al volo la padronanza della lingua italiana è, per le famiglie in cerca di badanti, priorità assoluta. La Phoenix, pur di accaparrarsi l’esclusiva, di domini ne ha comprati 50: tutte le possibili declinazioni del concetto e dell’estensione ad un prezzo irrisorio, dai 6 ai 13 euro l’uno.
Per gestire l’incrocio di domanda e offerta, poi, Phoenix sta per creare un consorzio di cui farà parte anche una società di lavoro interinale, che diventerà la titolare dei contratti di lavoro stipulati: un servizio full optional per le famiglie, che saranno sgravate dall’onere di districarsi tra conti da commercialista e burocrazia da Questura. Per il momento invece l’assunzione è fatta da Phoenix e le famiglie pagano alla badante uno stipendio mensile di circa 900 euro più la quota che va alla cooperativa: «50 centesimi per ogni ora di lavoro, ovvero 104 euro al mese per la badante con contratto in convivenza e 86 per quella che non convive con il suo assistito», precisa Alfonso Picchirallo, il presidente. La badante alla Phoenix versa invece una “una tantum” di 50 euro, come quota associativa: da tre soci fondatori, oggi sono già arrivati a cinquanta.

Il debutto del franchising
Quando la nuova società sarà operativa, la Phoenix si occuperà solo di formazione. Dai sei corsi effettuati da novembre 2008 ad oggi, di badanti ne sono uscite 90, per la gran parte donne provenienti dal Nord Africa. «Il pacchetto formativo, di 40 ore, è stato studiato e messo a punto da Phoenix», spiega Picchirallo. «E include anche 5 ore di basic life support per la rianimazione cardiopolmonare e dalla prossima edizione una formazione mirata su Alzheimer, Sla e Parkinson, con un aumento delle ore di corso, che diventano 60».
A certificare la qualità della “badante qualificata” (così promette lo slogan di Phoenix) è il Csfo, un ente formativo accreditato presso FormaTemp, il Fondo per la formazione dei lavoratori in somministrazione, a cui tutti i lavoratori interinali versano il 4% del loro stipendio. Ed è proprio il FormaTemp che finanzierà i corsi futuri: a carico delle aspiranti badanti resteranno solo un centinaio di euro, per coprire i costi di camice, zoccoli e assicurazione per il tirocinio in casa di riposo.
Il pacchetto completo, dalla formazione al contratto, è già in vendita. In franchising, per la precisione. Per 12.500 euro la Phoenix dà la garanzia sul corso, il tirocinio, il contratto e pure l’insegna luminosa del primo franchising italiano del settore: si chiamerà “Badantya-Agenzia di formazione di badanti qualificate”. «Abbiamo richieste da Roma, Verona, Forlì, Padova. Il primo obiettivo è aprire 10 shop», prevede Picchirallo. Fanno 125mila euro di entrate, tanto per cominciare.


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