Politica

Badando, l’assistenza domiciliare col bollino di qualità

Un innovativo progetto a Casalecchio di Reno

di Francesco Dente

Qual è l’ostacolo più grande per una famiglia che deve accudire un anziano non autosufficiente? Trovare un’assistente familiare? Non è certo un’impresa. In alcune città basta affacciarsi nei luoghi in cui le badanti straniere si ritrovano per la quotidiana “ora d’aria” pomeridiana, ad esempio parchi, ville comunali o magari un bar, per farsi suggerire il nome e il cellulare di una collaboratrice. La vera impresa, semmai, è un’altra: scegliere l’assistente giusta. Individuare la persona che abbia le competenze adeguate e, perché no, abbia anche un bel carattere e vada d’accordo col nonnino o la nonnina. Come colmare il vuoto fra famiglie e assistenti? Un’esperienza innovativa è in corso nel distretto sociosanitario di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna.
L’Ufficio di Piano ha infatti elaborato, nell’ambito del Piano di zona triennale per la salute e il benessere sociale, il progetto «Badando» che prevede un ruolo attivo dei servizi sociali comunali nel favorire la selezione della badante ideale. I nove Comuni che ne fanno parte, dunque, sono andati oltre l’istituzione (comunque avvenuta) dell’albo delle assistenti familiari. Il primo passo del progetto è l’incontro presso l’abitazione della persona non autosufficiente fra i familiari e l’assistente sociale comunale. Quest’ultimo raccoglie le informazioni sul bisogno di cura e individua la persona adatta presente nella lista. Se la famiglia è d’accordo sulla scelta effettuata, interviene un operatore sociosanitario che elabora il progetto di tutoraggio dell’inserimento della figura.
Il lavoro dell’operatore non finisce qui. Ha infatti anche il compito di monitorare l’attività della badante. Il progetto, altra novità di rilievo, sostiene la regolarizzazione attraverso un’apposita convenzione stipulata dall’Ufficio di Piano con due società che si occupano degli aspetti amministrativi relativi ai contratti di lavoro. Le famiglie, in pratica, non devono occuparsi della stesura del contratto e della gestione delle buste paga. Il costo delle pratiche è gratuito per le persone con un Isee inferiore a 15mila euro. Partner del progetto sono i nove Comuni, la commissione Pari opportunità Mosaico, l’Ausl, due società per la gestione degli aspetti contrattuali, la cooperativa Nuova Sanità, i sindacati e il Centro per l’impiego. Prevista, inoltre, la realizzazione di percorsi di formazione e di supervisione dei tutor e, in collaborazione con l’Ausl, di due momenti formativi per le assistenti familiari della durata di 84 ore all’anno.
Tutti aspetti che hanno indotto la Regione Emilia Romagna a includere «Badando» fra le best practices riportate nel «Settimo Rapporto sui progetti innovativi nelle politiche sociali». L’iniziativa del distretto di Casalecchio di Reno, infatti, oltre a favorire la domiciliarità degli anziani, accresce il livello di qualificazione del lavoro di cura delle assistenti familiari e dunque la qualità di vita dei non autosufficienti, mette a sistema l’assistenza familiare privata integrandola nei servizi comunali (si pensi alla presa in carico e al tutoraggio) e sostiene l’emersione del lavoro nero delle badanti.


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