Non profit
Azzurro vergogna
«L’ultimo azzardo – mai termine è stato più azzeccato – del signor Tavecchio e dei suoi collaboratori lascia letteralmente senza fiato. Lo sponsor "vietato ai minori" si chiama Intralot – è un gigante nel settore delle scommesse», scrive oggi in un editoriale Marco Tarquinio direttore di Avvenire
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Alzi la mano chi sentiva il bisogno di uno sponsor "vietato ai minori" per le nostre squadre nazionali di pallone. Qualcuno ci sarà pure, figuriamoci. Ma anche i più tenaci contestatori dell’attuale presidente della Federcalcio avrebbero stentato a credere che sarebbe stato Carlo Tavecchio in persona a negoziare, stringere, promuovere e propagandare questa inconcepibile scelta. E che lo avrebbe fatto, come in effetti ha fatto, scomodando parole grosse e concetti scintillanti come «affinità di valori» e «cultura della legalità».
Eppure è accaduto proprio questo. E l’ultimo azzardo – mai termine è stato più azzeccato – del signor Tavecchio e dei suoi collaboratori lascia letteralmente senza fiato. Lo sponsor "vietato ai minori" si chiama Intralot – è un gigante nel settore delle scommesse e si sta insignorendo anche di quello delle slot machine (le famigerate "macchinette" mangiasoldi) – e d’ora in poi, secondo i vertici della Federcalcio, potrà occhieggiare negli allenamenti (tanto quanto nei pre e dopo-partita) ed entrerà in campo con tutte le maglie azzurre disponibili: dall’Under 15 alla Nazionale maggiore.
Finiscono sotto il marchio di Azzardopoli campionissimi, aspiranti "numeri uno" del nostro mondo pallonaro e persino giovanissimi calciatori (ragazzi di 15, 16, 17 anni che non possono e non devono neanche accostarsi al sito di Intralot e non possono comunque entrarci). Loro, gli azzurri e gli azzurrini, continueranno ovviamente a fare sport (o a sognare di farlo) a livello di eccellenza, ma si ritroveranno come in un incubo anche a fare spot per il grande affare che svuota le tasche di tanti (soprattutto tra i più poveri), alimenta la piaga dell’usura, diffonde malessere sociale e distrugge salute e ricchezza di persone, famiglie e imprese.
(…)
Vogliamo credere che ci sarà una protesta che lo imporrà, e una buona informazione che renda palese e insostenibile lo sfregio allo sport e agli sportivi rappresentato dalla insensata scommessa dell’abbinamento Nazionali di calcio-Intralot. Vogliamo credere che l’intesa verrà denunciata e smontata, anche solo per lo spregiudicato aggiramento dei troppo pochi e troppo bassi argini oggi posti all’azzardo e alla sua pubblicità. Vogliamo, insomma, credere che il rinsavimento e la riparazione del marchiano errore avverrà per un soprassalto di responsabilità e – se proprio nessun altro vorrà fare ciò che deve e che è giusto – per un solenne "cartellino rosso" alzato dall’arbitro, se ancora c’è un arbitro in questo Paese.
Ma serve comunque, e con urgenza, l’ingresso in campo di un arbitro politico, che si dimostri in grado di impedire che i padroni di un "gioco che gioco non è" e che perciò, almeno sulla carta, è rigorosamente "vietato ai minori" mettano definitivamente e solennemente le mani sul calcio azzurro, la quintessenza dello sport più amato dagli italiani che è, ovviamente, seguito da tutti, grandi e piccini. Non ci si può proprio rassegnare a questo azzurro vergogna. E non può durare.