Welfare

Azzardo, provaci ancora Balduzzi

Delusione dopo che la Camera ha approvato la legge che contiene norme contro la ludopatia, ma "dimentica" il fondo di prevenzione e cancella i controlli sui minori. Un appello al Senato perché rimetta le cose a posto. E in Germania...

di Gabriella Meroni

La lotta alle slot? Il ministero poteva fare di più. E' questa l'opinione di molti osservatori, e anche di alcune associazioni, dopo che la Camera ha approvato a larga maggioranza (269 sì , 65 no e 29 astenuti) il decreto Balduzzi, ovvero il ddl di conversione del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158 intitolato "Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute", nel testo rielaborato dalla Commisione Affari Sociali.

Il provvedimento contiene molte novità alcune delle quali riguardano il gioco d'azzardo, le ludopatie e l'accesso al gioco da parte di minori. Innanzitutto, il testo all'art 5 aggiorna "i livelli essenziali di assistenza con riferimento alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da ludopatia, intesa come patologia che caratterizza i soggetti affetti da sindrome da gioco con vincita in denaro, così come definita dall'Organizzazione mondiale della sanità (Gap)". Bene, dicono in tanti, ma perché è saltato il fondo per prevenire la dipendenza da gioco?

“Il Decreto Balduzzi ha ceduto ancora un po’ alle pressioni delle lobby sul gioco d’azzardo ed ora non ci resta che aspettare le ulteriori modifiche del Senato, che speriamo tengano in maggiore considerazione i cittadini", dice per esempio Massimiliano Dona Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori. "Rispetto alla precedente versione del testo", afferma ancora Dona "la Commissione Affari Sociali ha introdotto significativi passi indietro, in particolare  sul tema delle ludopatie: salta il fondo per prevenire la dipendenza, che doveva essere finanziato con una parte delle entrate dei giochi".

Un altro punto contestato è la cancellazione dell'obbligo di introdurre strumentazioni tecniche (come la tessera sanitaria) per scoraggiare l'accesso alle macchinette da parte di minori: inserita in un primo tempo all'articolo 7, è stata eliminata all'ultimo momento. Salve invece altre norme importanti (previste sempre all'articolo 7) come il no alla pubblicità del gioco nei programmi per minori, e anche  anche a qualunque pubblicità che inciti al gioco; introdotto l'obbligo di inserire negli spot messaggi di avvertimento sul rischio di dipendenza, e la percentuale di vincite per ciascun tipo di gioco.

Viene vietato inoltre l'ingresso ai minori nelle sale giochi (senza però, come detto, l'obbligo di chiedere i documenti o la tessera sanitaria per verificare l'età) ed è prevista la costituzione di un Osservatorio presso i Monopoli per mettere a punto politiche di contrasto alla ludopatia. Sono stabiliti infine almeno 10mila controlli l'anno destinati al contrasto del gioco minorile, nei confronti degli esercizi dove si trovano slot machine e/o si svolgono scommesse sportive e non sportive, che si trovino vicino a scuole, ospedali e luoghi di culto. Inoltre, i monopoli di Stato dovranno provvedere a pianificare "forme di ricollocazione dei punti della rete fisica di raccolta del gioco praticato con slot machine che risultano territorialmente prossimi a questi luoghi".

Difficoltà per le slot invece in Germania. Nell’arco di due anni, ovvero entro il 2014, se non si riuscirà a modificare la normativa vigente, il mercato tedesco delle slot a vincita limitata subirà un vero e proprio tracollo e per le imprese che vi operano non rimarrà che sperare di ricollocarsi su altri mercati, compreso quello italiano. Paul Gauselmann, patron dell’omonimo gruppo e presidente dell’associazione dei produttori tedeschi ha ribadito in questi giorni che l’entrata in vigore della Trattato interstatale sul gioco, con le sue limitazioni al mercato delle slot a vincita limitata, causerà la fine del settore e il fallimento di moltissime aziende. Se non ci saranno cambiamenti e se le norme in questione verranno applicate in toto ( come verosimilmente accadrà) gli operatori tedeschi saranno costretti a disinstallare in meno di due anni la metà degli apparecchi ad oggi in funzione. La norma prevede infatti che non si possano installare in una sala più di 12 apparecchi e una società non può avere più di una licenza in locali contigui

Insomma se Balduzzi cerca ispirazioni guardi verso nord.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.