Quando ci decideremo a guardare in faccia il malessere e trovare delle vere soluzioni per risolverlo, invece di parlare solo della sua esistenza? Se parliamo d’azzardo, non penserete forse che il problema siano i ludopatici!?
Oggi ciò che deve preoccuparci sono la cultura malata, l’etica personalizzata e la morale distorta che questa liberalizzazione azzardata sta imponendo. Sono entrate prepotentemente e senza chiederci il permesso ovunque nei territori e nelle tasche delle persone. Solo perché qualcuno ha fortemente voluto!
Le tasse provenienti dal gioco vengono utilizzate quasi integralmente per curare e recuperare le vittime di ludopatia.
C’è una diseconomia che continua a impoverire, che non produce ricchezza anzi genera sofferenza e dispendio di soldi, sia in costi sociali (diretti e indiretti) sia in costi difficilmente quantificabili come quelli affettivi.
Fermandoci un attimo ci si chiede che senso abbia tutta questa indifferenza e mancanza di intervento determinato dei legislatori. La Repubblica Italiana poggia i piedi ormai sulla palude dell’azzardo, dove il rischio e la sdifa alla sorte hanno ormai sostituito il lavoro.
Se ne parla ovunque. Si interrogano i bambini e le loro insegnanti che spesso non riescono a trovare le parole per spiegare tutta questa assurdità! Si scrivono libri, Si fanno ricerche, fanno tesi gli universitari: di materiale c’è ne molto ma di risposte davvero poche.
Eppure i padroni dell’industria dell’azzardo continuano imperterriti la loro corsa contro tutto e contro tutti: ricorrono al Tar per impugnare sentenze che i comuni o le province cercano di fare, là dove qualcuno si muove sono pronti ad intervenire e a contrastare chiedendo di non creare allarmismi, sono pronti a fare appello ad una legalità di facciata che nasconde un’illegalità resa possiible della istituzioni stesse.
Le sale slot hanno preso il posto di altre attività commerciali come parrucchieri, salumieri, gelaterie, pasticcerie… Difficilmente un giovane riesce ad essere inserito in un negozio per fare il commesso o la commessa. Molti sono i locali che chiudono i battenti perché la gente non acquista, le città stanno cambiando: in ogni posto dove passano le persone troviamo allocate macchinette o ci propongono altro inerente l’azzardo.
I gestori dei locali si stanno inchinando a questa subdola ingiusta modalità di conduzione.
E come non bastasse, alla vita ‘reale’, si sovrappone in modo prepotente quella virtuale, più intrigante, più accessibile, meno controllata, meno visibile… Da ogni dove si pubblicizza l’azzardo on line come la manna che sistema tutto e tutti e chiunque oggi possiede la chiave di accesso a questo regno del desiderio, basta qualsiasi apparecchio tecnologico e immediatamente ci si trova a scommettere e giocare da casa propria.
Penso sia arrivato il momento di trovare con la propria coerenza, il coraggio di dare delle risposte concrete. Molti sono pronti a dire di no e a non riconoscere questa legalità vergognosa che ammala e distrugge intere famiglie.
Tanti gestori di locali , nonostante le tante tentazioni, a tutto ciò non ci stanno e si rimboccano le maniche cercando nuove strade e nuove strategie per tenere aperto il loro locale e dar da mangiare alle loro famiglie. Tanti giovani sono impegnati concretamente a diffondere una nuova cultura e fare valere i propri diritti.
Per questo oggi chiedo ai nostri politici: rimetteteci a posto i territori! È banale ridurre tutto alla crisi e all’antipolitica, abbiate il coraggio di assumervi le vostre responsabilità davanti ai vostri figli e cercate di guardare in faccia la sofferenza che merita rispetto e risposte vere.
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