Rapporti
Azzardo & minori: le risposte di 50mila ragazzi
Il progetto Selfie ha interrogato 52.754 ragazzi, equamente distribuiti tra maschi e femmine, frequentanti 409 Istituti superiori e professionali di 36 Comuni sulla auto percezione del gioco d'azzardo. La maggior parte dei Comuni appartiene alla Lombardia. Ecco i risultati
Il questionario “Selfie” è nato come strumento di auto-consapevolezza e questo ha reso necessario esprimere le domande in maniera comprensibile per i ragazzi, adattandole ad un contesto in fortissima evoluzione. Escludendo i questionari che sono stati erogati nei primissimi anni di diffusione dei social e degli smartphone, ne abbiamo selezionato un blocco omogeneo che è stato erogato tra il dicembre 2015 e il marzo 2024.
I soggetti che hanno partecipato sono 52.754, equamente distribuiti tra maschi e femmine, frequentanti 409 Istituti superiori e professionali di 36 Comuni. La maggior parte dei Comuni appartiene alla Lombardia (circa il 90% dei questionari), ma non abbiamo riscontrato differenze statisticamente rilevanti nelle risposte nelle diverse regioni italiane. Forse anche grazie alla diffusione dei “social”, i nostri ragazzi sono molto più simili tra di loro di quanto non lo fossero i loro fratelli maggiori o padri.
Il questionario presenta domande specifiche sul tema dell’azzardo e su altri fenomeni caratteristici del disagio giovanile. Questo ci consente di verificare non solo la conoscenza e l’esperienza dell’azzardo per diverse classi di età o indirizzi scolastici, ma anche di studiare eventuali correlazioni con l’uso di sostanze o con la percezione di sé che i ragazzi hanno. Inoltre, coprendo un arco temporale abbastanza lungo, il questionario consente anche di studiare l’impatto di eventi traumatici come il Covid (o meglio i lock-down).
A livello generale, notiamo che esiste una correlazione abbastanza significativa tra chi dichiara di aver avuto esperienze di abuso di cannabis e di gioco d’azzardo. Tra coloro che hanno sperimentato il gioco d’azzardo, la percentuale di coloro che hanno sperimentato la cannabis è quasi del 35%. Tra coloro che non hanno sperimentato il gioco d’azzardo, la percentuale di chi ha sperimentato la cannabis è del 18%, quasi la metà.
Mentre nella sperimentazione del consumo di cannabis la differenza tra maschi e femmine non è molto elevata (30,6% per i maschi e 25,1% per le femmine), il problema dell’azzardo sembra interessare soprattutto i maschi (63,6% per i maschi e 50,5% per le femmine).
La differenza tra maschi e femmine potrebbe essere dovuta in larga parte all’azzardo “online”, cioè il mondo delle scommesse sportive o dei casinò virtuali a cui si accede dal telefonino. La percentuale di maschi che ha sperimentato l’azzardo online è, infatti, il triplo (13,5%) di quella delle femmine (4,3%).
Da notare che i lock-down dell’emergenza Covid hanno determinato un aumento considerevole delle percentuali dell’azzardo online: per i maschi la percentuale prima del 2020 era del 12,47% mentre dopo si è alzata al 16,6%; per le femmine siamo passati dal 3,8% al 5,7%.
Prima di proseguire, è bene precisare che l’azzardo in Italia è vietato ai minori. Tuttavia, dal nostro questionario, così come dall’attività di contrasto sul territorio documentata sul Libro Blu, risulta che anche l’accesso al “gioco fisico” da parte dei minori non sia una rarità. Per forme considerate di azzardo “light”, come il “Gratta e vinci”, il 15% dei ragazzi dichiara di aver giocato la prima volta prima dei 10 anni. E sono stati i genitori (60%) o altri parenti stretti (16%) ad averli iniziati al gioco. La cosa non sorprende se pensiamo che il modello del “grattino” ha avuto un successo straordinario anche nel marketing di primarie catene della grande distribuzione. Ovviamente, per il “canale telematico” qualunque forma di controllo e di divieto è puramente teorica.
I ragazzi hanno comunque perfettamente compreso ciò che contraddistingue il gioco d’azzardo dal gioco. Alla domanda su quale sia la motivazione che spinge le persone a giocare d’azzardo, i ragazzi hanno risposto “divertimento” per meno del 10%. La motivazione principale è la “voglia di arricchirsi” (50%) e, a lunga distanza, il “gusto della sfida” (16,68%).
Ancora più interessante si è rivelata la capacità dei ragazzi di comprendere quale sia il significato del gioco d’azzardo. A differenza dei nostri legislatori, solo per l’1,9% dei nostri ragazzi il gioco d’azzardo c’entra qualcosa con la “abilità”. Per il 74% di loro, il vero significato è “rischio” (40,4%) o “malattia” (32,9%).
Se proviamo ad analizzare eventuali differenze rispetto alla figura del supporto che può offrire uno psicologo, notiamo una forte differenza tra maschi e femmine. I maschi dimostrano di avere minore fiducia in generale nel beneficio che possono trarne, mentre le femmine sono più aperte. Questa tendenza si accentua nei maschi che hanno sperimentato l’azzardo (37,69% vs 35,45% di non aver bisogno di supporto psicologico), mentre nelle femmine l’azzardo non sembra avere alcun potere discriminante (28.83% vs 28.68%). Evidentemente, la tipologia di giochi praticati e, soprattutto, il modo in cui i maschi in età adolescenziale interpretano il “rischio” è radicalmente diverso.
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