Non profit
Azzardo legale, denaro sporco
Ribadito poche settimane fa dalla Banca d'Italia, confermato dall'inchiesta Operazione Gamblig, era già tutto scritto, nero su bianco, nella Relazione del Comitato di Sicurezza finanziaria del Ministero dell'Economia e della finanze risalente al giugno 2014: "Il comparto del gioco, sia illegale sia legale, risulta di altissimo interesse per la criminalità organizzata, per la quale ha storicamente costituito una importante forma di sovvenzione".
di Marco Dotti
È chiaro che per riciclare denaro sporco lo si debba immettere nel circuito legale. In Europa, ma ancor più in Italia, il "gioco lecito" è un porto dove passa di tutto. Acqua dolce, acqua marina, acqua salmastra, acqua di scolo. Ma, assieme a tutta quest'acqua, scorrono fiumi di denaro. E quando l'acqua di quei fiumi arriva al mare, chi può più dire da dove provenga?
In questo mondo liquido, molto liquido (e fumoso) resta però un dato di fatto: l'azzardo legale è da sempre un metodo – forse persino "il" metodo – per legittimare possesso e provenienza di denaro da una fonte illegale o extralegale e rimetterlo in movimento. Soprattutto oggi, se è vero che nel mondo dei Big Data e dell'Occhio Fiscale Globale è diventato quasi più facile muovere droga, che denaro.
"Il fatto che le monete siano rotonde, e che quindi possano 'rotolare' – scriveva nel 1900 il sociologo Georg Simmel, nella sua Filosofia del denaro – simboleggia il ritmo del movimento che il denaro imprime alla circolazione" . Il denaro non si ferma mai. Money never sleeps chiosano più prosaicamente a Wall Street.
NULLA DI VIRTUALE, SE IL DENARO E' REALE
Più droga circola per le strade, più denaro "rischia" di restare fermo in qualche magazzino. E questo, ovviamente, è un problema per i narcocapitalisti che nell'azzardo individuano una soluzione al loro problema. Ma la soluzione che questi danno al problema, diventa a sua volta un problema, un nuovo, grosso problema per noi.
Nella maggior parte dei casi le organizzazioni criminali ripuliscono il denaro avvalendosi di proprie case da gioco, di macchine, siti per il gambling online, casinò grandi, piccoli, localizzati o diffusi. Con la proliferazione dell'offerta, c'è solo l'imbarazzo della scelta.
Il tutto, mentre l'attenzione viene sviata da clinici e tecnici sul lato della "domanda". Il focus dell'attenzione pubblica viene orientato ad arte sul "gioco responsabile", sulle politiche per incrementare "scelte consapevolI dei giocatori", sulla costituzione dei soliti "osservatori" sull'azzardo patologico, su legislazioni barocche. Nulla, però, vieta al denaro di circolare da un regime all'altro, cambiano forse polarità, non certo natura.
Il problema è a monte e risiede anche nel fatto che il gambling non è – come vogliono far credere comunicatori aziendali debitamente formati – "un prodotto come tutti gli altri", che crea al massimo qualche distorsione individuale o microeconomica a contatto con soggetti particolarmente fragili e qualche esternalità a livello macroeconomico.
Il problema, qui, non sono i soggetti, retoricamente usati per mascherare i flussi. Il problema sono casomai i soggetti (e i territori) investiti da quei flussi. Flussi di denaro. Lo dimostrano anche i numeri del fatturato lordo legale italiano: 84,4 miliardi di euro (leciti) movimentati nel 2014, a cui ne andrebbero aggiunti circa 12 di illegale variamente stimato, su un giro d'affari mondiale che, globalmente e legalmente, se prestiamo ascolto a un recente rapporto della banca d'affari Morgan Stanley, si può quantificare in 386 miliardi di euro.
Ma non è solo questione di "lavaggio". Sempre più, per muovere il denaro, è necessario trovare un "documento" che ne giustifichi la provenienza: la "certificazione" di una vincita – tramite simulazione o acquisto di pezze giustificative – è il metodo più classico e tutt'ora il più efficace per raggiungere lo scopo e innescare il processo di circolazione del denaro che, sulla soglia tra legalità e illegalità, rischiava di interrompersi.
GLOBAL/LOCAL= CASINO ONLINE/MACHINE GAMBLING
Sul fronte del riciclaggio, a preoccupare sul piano locale è il machine gambling, l’azzardo attraverso le macchine, soprattutto in Italia, paese che rappresenta quasi un unicum per quanto riguarda la proliferazione di macchinette da gioco. Sul piano globale, è la proliferazione dei casinò online a destare la maggiore preoccupazione.
Stando alla H2 Gambling Capital, società di ricerche specializzata nell’azzardo globale, il mercato dei casinò online è in continua crescita e dovrebbe espandersi nei prossimi due anni del 30%, fino a raggiungere 28 miliardi di euro di fatturato.
Nulla, rapportato alle cifre italiane, ma tanto è bastato agli analisti di H2 Gambling Capital per ricordare nel titolo del loro rapporto che "There’s Nothing Virtual About the Opportunity in Real-Money Gambling" ovvero: “non c’è nulla di virtuale nelle opportunità del gioco d’azzardo con denaro reale”.
Anche perché,
per ogni casinò online dotato di licenza e autorizzato da una qualche legislazione nazionale, si calcola ve ne siano almeno 9 privi di licenza e autorizzazioni ma assolutamente raggiungibili e funzionanti. Il problema è che, comunque, questi 9 si muovono negli interstizi tra illegalità e legalità, non nel deep web più oscuro e profondo.
IL METODO WALTER WHITE
Gli appassionati della serie Breaking Bad ricorderanno che il protagonista, il professor Walter White (lo vedete nell'immagine di copertina), si trova a un certo punto con un grosso problema. Anzi, due grossi problemi.
Primo grosso problema: come giustificare tutti i soldi che quello che per le autorità è solo e soltanto un insegnante di chimica in aspettativa per malattia guadagna (noi sappiamo che li guadagna col traffico di metanfetamine e che i soldi, a un certo punto, diventano un problema, perché non stanno più fermi là dove li aveva nascosti e crescono di volume e massa).
Secondo grosso problema: come investire e, di conseguenza, far circolare e fruttare quel denaro, attraverso una attività di copertura.
Al secondo problema White ovvia acquistando un autolavaggio. Al primo, dichiarando una "grande vincita" al gioco (black jack). Gli ulteriori guadagni illeciti saranno legittimati dal "buon andamento" dell'azienda di "car wash".
L’interesse delle mafie verso il settore dei giochi non riguarda esclusivamente il gioco illegale ma si estende in modo significativo anche al perimetro delle attività legali del gioco.
Mef, Comitato di Sicurezza finanziaria, “Analisi nazionale dei rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, 2014 (National Risk Assessment, NRA)”, p. 25
TECNICHE E TATTICHE
Concentriamoci sull'azzardo online. Gli analisti di McAfee Labs, società specializzata in sicurezza informatica, ritengono siano tre le aree critiche o, se visti dall'altro lato del tavolo, i vantaggi e le garanzie attraverso cui le piattaforme per il gioco d'azzardo online rendono possibile il riciclaggio di denaro.
1) Vantaggio dell'anonimato. I casinò online sono progettati (e programmati) per operare su giurisdizioni diverse e sono fortemente delocalizzati e distinguere la testa dalla coda diventa molto difficile (server nel Mare del Nord o in Estonia, sede legale a Malta o Gibilterra, sedi operative altrove). Accade così che scambi e transazioni commerciali siano illegali in molte giurisdizioni, ma non in altre e siano comunque parimenti possibili sulla stessa piattaforma. Strutturalmente, i casinò online si servono di tecniche molto avanzate per garantire l'anonimato dei giocatori.
2) Vantaggio delle opzioni di pagamento. Online è cresciuta la scelta di opzioni di gioco d'azzardo che si affidano a metodi di deposito su conto o ritiro da conto o si appoggiano su figure intermedie che elaborano le transazioni. In sostanza, un labirinto di difficile tracciabilità.
3) Vantaggio dell'essere "troppi da sorvegliare". Il numero delle transazioni di gioco online è altissimo sul piano globale ele autorità locali hanno enormi difficoltà, pratiche oltre che tecniche o giurisdizionali, per operare controlli.
Nel novembre 2013 erano circa 104 le giurisdizioni internazionali che disciplinavano un totale di 2.734 siti web di gioco d'azzardo online. Si stima inoltre che vi siano al mondo almeno 25.000 siti web di gioco d'azzardo non regolamentati.
Per quanto riguarda l'anonimato, va ricordato che online, sul piano globale, si opera in quasi totale assenza di informazioni personali rilenvati (la registrazione è un atto quasi formale).
C'è poi tutto il problema delle valute digitali, decentralizzate, da Bitcoin a quelle meno conosciute, come CasinoCoin, che non rientrano nei circuiti monetari statali. C'è poi un sistema, il sistema di comunicazione anonima TOR (The Onion Router), rete che in questo contesto permette di nascondere l'identità, l'ubicazione e l'attività del giocatore.
Inoltre, l'uso dii server proxy e la ciifratura del traffico del giocatore tramite una rete privata virtuale può facilmente pemettere di nascondere le proprie attività a controlli e indagini. Infine, non è da sottovalutare il fatto che, attraverso il casinò online, è facile convertire moneta in o da moneta virtuale.
AZZARDO: UN RISCHIO FINANZIARIO
Proprio nei giorni scorsi, l'Unità di Informazione finanziaria della Banca d'Italia ha reso noto il suo Rapporto Annuale 2014.
Ebbene, secondo quanto leggiamo nel Rapporto dei tecnici della Banca d'Italia, nel corso del 2014 sono quasi raddoppiate le segnalazioni concernenti il settore giochi e scommesse (2.200 circa), portate all’attenzione dell’Unità sia dagli intermediari bancari, sia dai destinatari della normativa antiriciclaggio ai sensi dell’art. 14 del d.lgs. 231/2007.
La rilevanza delle casistiche segnalate con riguardo al settore del gioco fisico e online è testimoniata dal fatto che l’Unità, nell’anno 2014, ha attribuito alle segnalazioni un indicatore di rischio elevato e ha disposto l'archiviazione solamente per il 3% delle pratiche.
Esattamente un anno fa, nel luglio del 2014, il rapporto di Bankitalia era stato in qualche modo anticipato da quello approvato dal Comitato di Sicurezza Finanziaria (Csf) del Ministero dell'Economia e delle Finanze, dedicato all'Analisi nazionale dei rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo (National Risk Assessment, NRA).
Ricordiamo che il National Risk Assessment sintetizza le esperienze di tutte le autorità amministrative, investigative e giudiziarie coinvolte nella lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo.
LEGGI ANCHE: Legale o illegale: lo Stato, in ogni caso, ci rimette e Uberto Rapetto: "l'azzardo è incoerenza di Stato"
LEGALE ILLEGALE: UN FLUSSO CONTINUO
Tra legalità e illegalità esiste un flusso continuo, come ha scritto Vincenzo R. Spagnolo su Avvenire del 23 luglio. Soprattutto in vista della scadenza delle concessioni statali, nel 2016. Scadenza che riapre ogni partita e, soprattutto, un mercato del valore che Spagnolo ha quantificato in 728 milioni di euro, e "potrebbe rappresentare un nuovo Eldorado per le organizzazioni criminali.
L'operazione Gambling, condotta il 22 luglio dal Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e che ha portato al sequestro di beni e società per un valore di 2miliardi di euro, oltre alla chiusura di 1500 punti scommessa, sembra confermarlo.
Come ha dichiarato il Procuratore Capo di Reggio Calabria, Cafiero De Raho (Antonio M. Mira, "Azzardomafie. Cafiero de Raho: 'Lo Stato? Purtroppo non controlla' ", Avvenire, 23 luglio 2015)
La ’ndrangheta ha capito il grande affare e si è inserita in modo prepotente. L’azzardo e soprattutto le scommesse online garantiscono guadagni sempre superiori alle perdite. É il sistema del gioco, così come è strutturato, che garantisce il guadagno. E la ’ndrangheta lo sa benissimo. Incamera direttamente i soldi delle giocate e non paga le tasse relative. Un guadagno enorme. Inoltre quale altro soggetto può garantire sempre i pagamenti ai giocatori? Le mafie, ovviamente, grazie all’inesauribile disponibilità di denaro.
In questo senso,
La legalizzazione del gioco e il suo boom non hanno certo allontanato le mafie. Tutt’altro. Così quando il giocatore non riesce a pagare viene intimidito, grazie all’intervento degli uomini della ’ndrangheta.
Leggj anche: Operazione Gambling: tutti i dettagli
Tornando al National Risk Asessment – il rapporto completo lo potete leggere e scaricare in calce all'articolo – il problema risiede nella
catena dell'azzardo [che] ha spesso costituito un’importante forma sovvenzione per la criminalità organizzata, che su esso investe acquisendo e intestando prestanome sale da gioco. L’obiettivo è di percepire guadagni consistenti, alterando regole di gioco per ridurre le possibilità di vincita dei giocatori e adottando artifici abbattere l’ammontare dei prelievi erariali, ovvero quello di immettere nel sistema economico capitali illeciti, schermandoli dietro apparenti vincite e realizzando schemi operativi che potrebbero anche celare abusive attività di prestito e usura".
Sempre nel National Risk Assessment leggiamo che
Il comparto del gioco, sia illegale sia legale, risulta di altissimo interesse per la criminalità organizzata, per la quale ha storicamente costituito una importante forma di sovvenzione. Attualmente la criminalità mafiosa investe nel settore dei giochi acquisendo e intestando a prestanome sale da gioco, sia per percepire rapidamente guadagni consistenti (soprattutto se le regole vengono alterate per azzerare le possibilità di vincita dei giocatori o per abbattere l’ammontare dei prelievi erariali), sia per riciclare capitali illecitamente acquisiti.
Mef, Comitato di Sicurezza finanziaria, “Analisi nazionale dei rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, 2014 (National Risk Assessment, NRA)”, p. 13.
Data questa "premessa di contesto", dove l'ambiente della legalità o quello dell'illegalità sono semplici variabili pragmatiche e tattiche, scelte all'interno di una più complessa strategia criminale, le varie tipologie di gioco – si legge ancora nel NRA – " (non tutte attualmente incluse nel perimetro dell’antiriciclaggio) differiscono quanto a specifici profili di rischio e vulnerabilità".
Tra le forme di gioco online, la maggiore permeabilità è quella delle" piattaforme di gioco di altri paesi comunitari operanti in libera prestazione di servizi" che "comportano vulnerabilità relativa molto significative in quanto i relativi flussi finanziari sfuggono completamente al monitoraggio delle autorità".
Tra le forme di gioco su rete fisica, il Comitato di Sicurezza finanziaria del Ministero dell'Economia e delle Finanze rivelvava
una vulnerabilità relativa molto significativa (rischio specifico rilevante e vulnerabilità molto significative) gli apparecchi da intrattenimento c.d. VLT e le scommesse a quota fissa perché ben si possono prestare a operazioni di riciclaggio
SCHERMI OPACHI
Non diversi i punti "attenzionati" dai tecnici dell'Unità di Informazione finanziaria della Banca d'Italia.
In sostanza, le numerose segnalazioni ricevute dall'Unità, hanno riguardato una asimmetria tra versamento di denaro agli sportelli, spesso con banconote da 500 euro, e attività aziendale come risultante dai dati ricavabili dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che dovrebbe monitorare in tempo reale le dinamiche finanziarie dei giochi. Testualmente leggiamo (p.
segnalazioni riguardanti versamenti di contante da parte di operatori del gioco per importi ritenuti superiori all’attività ricavabile dai dati dell’Agenzia delle Dogane e dei monopoli, con una massiccia presenza di banconote di taglio apicale. Ricorrente è anche il caso di versamento di assegni emessi da soggetti terzi apparentemente non giustificati da rapporti di gioco.
VLT. Tra le forme di azzardo praticate su rete fisica, Bankitalia osserva che sono in aumento le segnalazioni di anomalie collegate all’utilizzo degli apparecchi Video Lottery Terminal (VLT, le macchinette presenti solo ed esclusivamente nelle sale gioco, apparentemente le più controllabili). La maggior parte delle segnalazioni riguardano immancabilmente la ricorrenza, presso il medesimo gestore, di vincitori abituali. Il sospetto dell’Unità Finanziaria della Banca d’Italia è che “la frequenza delle vincite in capo agli stessi soggetti potrebbe sottendere un mercato occulto di ticket vincenti, nell’ambito del quale i riciclatori acquisterebbero i titoli dagli effettivi vincitori, in contropartita di un corrispettivo maggiorato”. Un caso da manuale, insomma .Altri casi riguardano “il possibile utilizzo distorto delle apparecchiature VLT che consentono, dopo inserimento di banconote, l’erogazione di ticket di vincita anche in assenza di un’effettiva giocata, agevolando in tal modo condotte di riciclaggio di fondi di dubbia provenienza”.
Azzardo online. In questo caso, come già rilevava il documento di Analisi nazionale dei rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo nel luglio 2014 e come, nel luglio 2015, ribadisce la Banca d'Italia: "piattaforme di gioco di altri paesi comunitari operanti in libera prestazione di servizi possono determinare vulnerabilità molto significative, in quanto i relativi flussi finanziari sfuggono al monitoraggio delle autorità italiane. Le segnalazioni analizzate pongono in luce ricariche di conti di gioco mediante carte presumibilmente rubate o clonate o con mezzi di pagamento provenienti da terzi".
Un ultimo punto riguarda la trasparenza, in due sensi: 1) poiché il business dell'azzardo si serve in gran parte di strutture societarie e "strumenti astrattamente idonei a schermare la proprietà, quali i trust e i mandati fiduciari, ovvero per le persone giuridiche che presentano assetti societari particolarmente articolati insieme a collegamenti con entità estere, specie se situate in paesi a rischio o non collaborativi" l'attenzione è ben oltre il livello di guardia. 2) Il ricorso a strumenti "in grado di ostacolare la trasparenza degli assetti societari nel contesto nazionale è confermato dall’analisi di un numero rilevante di casi in cui il motivo del sospetto trae origine dalla dichiarata difficoltà o impossibilità da parte del segnalante di identificare il beneficiario finale e di completare gli obblighi di adeguata
verifica della clientela".
Detto in altri termini: sul fondo delle scatole dell'azzardo legale è difficilissimo guardare; che in quel fondo permangano tracce di legalità, questo nessuno lo può dire. Forse nemmeno i diretti interessati
Nessuno ti regala niente, noi sì
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