Welfare

Azzardo: il 95% dei diciottenni laziali ci ha provato

E' questo il preoccupante dato che emerge da una ricerca presentata oggi da Modavi

di Sara De Carli

Il 95% dei diciottenni laziali ha giocato d’azzardo almeno una volta. Questo è lo sconcertante dato che è emerso da una ricerca effettuata su 1.663 adolescenti tra i 17 e i 18 anni, studenti dell?ultimo anno in diversi Istituti superiori di Latina (5 scuole), Frosinone (5), Viterbo (5) e Roma (3). Questi giovani hanno aderito al progetto ?Giocando s?impara… a non azzardare?, una campagna di prevenzione dal gioco d?azzardo promossa dall?associazione nonprofit Modavi onlus e finanziata dalla Regione Lazio. ?I risultati dell?indagine non sono confortanti ? ha dichiarato oggi Marco Scurria, presidente nazionale del Modavi, durante la conferenza stampa di presentazione dati. ?Circa il 95 per cento dei ragazzi con cui abbiamo portato avanti l?analisi (che si è svolta da gennaio a giugno 2005) ha giocato d?azzardo almeno una volta. Psicologi ed esperti che li hanno affiancati hanno valutato tra questi un 12 per cento di giocatori problematici e un 1 per cento di giocatori patologici per condizione psico-sociale o per condizioni familiari disagiate. Ma il dato preoccupante, a mio avviso, sta nelle motivazioni che portano questi giovani a seguire sempre di più la strada della ?sindrome da scommessa?: il 60 per cento lo fa per noia e mancanza di altre distrazioni, il 20 per cento per segno di onnipotenza al momento di una eventuale vincita, la rimanente percentuale perché vi trova una fonte d?eccitazione?. ?Nelle 3 scuole di Roma ? ha proseguito Scurria ? sono stati 168 gli studenti che si sono rivolti agli psicologi, 110 ragazzi (65 per cento) e 58 ragazze (35 per cento), tutti di età compresa tra i 18 e i 19 anni. Il 40 per cento è risultato non giocatore; il 17 per cento giocatore patologico (che non riesce ad avere un controllo nel rapporto con il gioco); il 23 per cento giocatore problematico (che ha giocato d?azzardo più di una volta e ha difficoltà nel rapporto con il gioco); il 20 per cento giocatore sociale, (appartenente cioè a quella categoria di giocatore occasionale che riesce a interrompere il gioco quando lo desideri). Del 17 per cento di giocatori patologici, il 79 per cento non riesce a smettere di giocare (79 %), inoltre non si rassegna alla sconfitta (100 %), desidera smettere ma è convinto di non riuscirci (68 %); percepisce la dipendenza dal gioco come un grave problema (58 %) e prova continui sensi di colpa (40%); discute in famiglia a causa del gioco (65%), mente (47 %), non restiituisce prestiti (82%). Dei giocatori problematici, il 60 % gioca più del previsto, il 70 non si rassegna alla sconfitta, il 21 vorrebbe smettere ma non ci riesce, il 44 discute in famiglia, il 21 % mente, il 31 non restituisce prestiti. In merito a tale ricerca il sottosegretario al Ministero dell?Economia e delle Finanze, Manlio Contento, ha dichiarato: ?Apprezzo il lavoro serio e meticoloso svolto dal Modavi onlus nel monitoraggio sui giovani e il gioco d?azzardo, soprattutto nell?individuare a monte le reali cause che portano il giocatore a una sempre maggiore dipendenza dalla ?sindrome da scommessa?: ansia, depressione, noia e solitudine?.


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