Non profit
Azzardo, Governo e Regioni: la replica di Baretta
Il sottosegretario all’economia con delega ai giochi replica al nostro articolo sulla legge anti azzardo della Regione Piemonte
Riceviamo e volentieri pubblichiamo la replica di Pier Paolo Baretta all’articolo, pubblicato ieri su Vita ("Se lo Stato gioca d'azzardo con Regioni e Comuni") , relativo alla legge anti azzardo della Regione Piemonte legge del 2016 sulla cui piena applicazione il sottosegretario all’economia con delega ai giochi si è espresso molto duramente in un’intervista rilasciata a La Stampa. Per Baretta, l’applicazione della legge aprirebbe a una possibile «responsabilità degli amministratori» per procurato danno erariale conseguente allo spegnimento delle slot-machine non in conformità con la normativa entrata oggi in vigore in Piemonte. È comunque amaro constatare che, in un Paese dove l’evasione è stimata in 110miliardi di euro e le multinazionali del platform capitalism pagano a malapena 9 milioni di tasse, le preoccupazioni dell’Erario si rivolgano contro chi combatte le slot e l’azzardo sul proprio territorio.
Caro Dotti,
possiamo evitare di ricominciare con le polemiche dai toni “alti” e gli attacchi personali e, invece, provare a sbrogliare responsabilmente le matasse che abbiamo di fronte?
La domanda è semplice: l'intesa del 7 settembre è valida? È un punto di riferimento per tutti? È così scandaloso chiedere che quanto è lì previsto si realizzi? Anche per la salvaguardia della salute pubblica e del legame sociale che sono esattamente le ragioni che mi hanno portato a proporre e decidere una drastica riduzione dell’offerta di gioco, sia per il numero delle slot sia per il numero dei punti gioco.
È possibile ritenere coerente con questa visione una situazione in cui, indipendentemente dalle intese raggiunte, un territorio può azzerare il gioco, mentre un altro potrebbe, allora, con altrettanta legittimità, aumentarlo a dismisura, vanificando lo sforzo che con l'intesa abbiamo raggiunto e cioè ridurre del 35% le slot e dimezzare i punti gioco?
L'accordo dello scorso 7 settembre – con tutte i suoi limiti – si costruisce su un delicato equilibrio, che vincola reciprocamente Governo, Regioni ed enti locali. Se il Governo si impegna a rispettare le decisioni locali in tema di collocazione nel territorio delle slot e, in questo quadro, lascia libere le Regioni a utilizzare “norme più restrittive” , dall'altro lato, Regioni ed enti locali si sono impegnate a garantire una distribuzione equilibrata sul territorio di un numero concordato di slot (ricordo: ridotte del 35% rispetto ai numeri attuali).
Alle Regioni abbiamo chiesto solo di valutare come rendere compatibile la coerenza con i propri regolamenti con quella con quanto hanno sottoscritto a livello di Conferenza.
Per questo abbiamo proposto, se necessario, un tempo di riflessione, a loro discrezione. Infine, il decreto uscirà e, trasformerà in legge quell’accordo. Per cui non si sbaglia a disprezzare la mia disponibilità a continuare a discutere, anche in questi frangenti e prima che il decreto venga pubblicato…
Un’ultima cosa: Io ho pubblicato, da voi, su Vita (qui) il testo dell’intesa mano a mano che la costruivamo. Non varrebbe la pena, per completezza di informazione, pubblicare la legge del Piemonte, così che tutti possano ragionare insieme sui dati di fatto?
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