Cultura
Azzardo e usura: un legame solido che fingiamo di non vedere
Maurizio Fiasco, presidente di Alea, associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio ed esperto della Consulta Antiusura, racconta a Vita.it il legame sempre più stretto tra il gioco d'azzardo e l'usura. Quasi il 50% delle persone che si rivolgono alle fondazioni antiusura gioca d'azzardo. «Negli ultimi anni la prossimità dell'azzardo ha costituito un risparmio cognitivo e di volontà. Il giocatore - già vittima di usura - vede nel gioco l'unica possibilità per ripagare i debiti. La fortuna è una via di fuga». L'intervista
di Anna Spena
«In quasi il 50% delle persone o famiglie che vengono quotidianamente ascoltate delle fondazioni antiusura, tra i motivi del loro fallimento economico incide anche il gioco d’azzardo». A raccontarlo a Vita.it è Maurizio Fiasco, presidente di Alea, associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio ed esperto della Consulta Antiusura. «Quando», continua, «nella famiglia già in difficoltà un suo componente inizia a giocare, ciò rende irreversibile la situazione di povertà di tutti i componenti».
Perché persone già vittime di usurai dovrebbero iniziare a giocare anche d’azzardo? O perché un giocatore d’azzardo ormai sommerso di debiti che non è in grado di restituire continua a percorrere la stessa circonferenza chiusa “chiedere soldi – giocare – perdere – chiedere soldi per giocare ancora”?.
«La prossimità dell'offerta commerciale di gioco d’azzardo (slot machine, gratta e vinci, botteghini delle scommesse) con i luoghi della vita quotidiana », dice Maurizio Fiasco, «stimola nella persona un patologico risparmio di coscienza e di volontà. L’azzardo è allora un motivo aggiuntivo dell’indebitamento grave. Paradossalmente, tuttavia, il gioco si propone anche come una porta in uscita da un contenitore, la famiglia immersa nei debiti con il suo carico di una sofferenza crescente, dove si è persa la fiducia in un ritorno alla normalità. La persona indebitata utilizza molto spesso simili scorciatoie di tipo cognitivo, per eludere decisioni pur difficili. Insomma, egli invece di dirsi “tra quello di cui io dispongo e quello di cui ho bisogno c’è un divario; devo perciò riorganizzare il mio progetto e mettermi in una posizione attiva”, ricorre a una semplificazione».
Azzardo e usura. Da un lato esiste un'ampia popolazione vittima d’usura a causa dell’azzardo, dall'altro lato – particolare forse ancora più terribile – vi sono molte vittime dell’usura che iniziano a giocare d’azzardo nelle “speranza” di risalire la china. E ciò significa che c’è un legame stretto, consistente e durevole tra i due problemi. L'usura è un fenomeno antico, ma che è stato rivelato all'opinione pubblica nazionale nel 1990 dopo le denunce di Padre Massimo Rastrelli, parroco del Gesù Nuovo a Napoli. Da allora è rimasto attivo e solido provocando sofferenze alla povera gente: proprio come lo descriveva – alla fine dell'Ottocento – Matilde Serao».
Gioco d’azzardo e usura. Come sono cambiati “insieme” negli anni?
Partiamo dal gioco d’azzardo attuale: è pianificato e sostenuto da un marketing strategico. Ciò significa che si schedano i profili dei potenziali clienti, si individuano i punti d’aggancio cognitivi e percettivi, e a seconda degli obiettivi di business che si è dato il soggetto imprenditoriale si azionano – di proposito – dei meccanismi per indurre le persone dentro questo tipo di "consumo senza valore d'uso".
Cosa cambia rispetto al "vecchio" gioco?
Il raggio d’azione, fondamentalmente. Il vecchio gioco puntava su due ambienti: quelli elitari e facoltosi e quelli, invece, plebei e marginali rispetto alla norma dei comportamenti della popolazione.
Gli estremi…
Sì. E il casinò e l’ippodromo erano i due paradigmi di questo mondo. In mezzo le reti di bische clandestine. I "cambisti", cioè gli usurai che prestavano soldi su cessione di assegni postdatati, si piazzavano sempre nei paraggi dei casinò. Analogamente agivano i prestasoldi appostati ai bordi degli ippodromi, sempre per minoranze di scommettitori popolari e plebee. Strade tortuose dove s'incontravano la ricerca di denaro, continue truffe, prestiti a usura, svendita di monili e gioielli di famiglia. Tutto questo oggi si è parcellizzato e in parte confluito in altri canali. Si pensi alla vicinanza dei Compro Oro alle sale slot, per esempio…
Oggi chi viene reclutato dal gioco d’azzardo?
Il consumo abitudinario e eccessivo di azzardo coinvolge tutti i segmenti più lunghi della popolazione. Fidelizzato con l'ausilio delle tecniche di marketing, il giocatore "tipo" è quello che è sul ciglio della dipendenza patologica. L'attuale gioco d'azzardo industriale di massa è una dipendenza a bassa soglia di accesso, dove uno dei segmenti più consistenti è rappresentato dai disoccupati o dalle famiglie in difficoltà. Su di essi incide pesantemente, fino a rendere irrecuperabile la possibilità di rimettere in asse il sistema della famiglia.
Allungandosi il raggio d’azione del gioco d’azzardo è anche cambiato il motivo che spinge le persone a rivolgersi alle fondazioni antiusura?
In modo evidente. Prima nel paniere delle difficoltà economiche non trovavi il gioco d’azzardo, ma altre cause: festeggiamenti di riti nunziale troppo sontuosi, come "imponeva" una tradizione del mezzogiorno italiano; spese per cure mediche non coperte dal servizio sanitario nazionale; prestiti di sussistenza per acquistare generi alimentari. O ancora la condizione di molti piccoli commercianti alla prese con le cambiali, con le scadenze dei debiti. Il sottobosco dell'usura era una popolazione sofferente.
Quando ha iniziato a vedere i primi cambiamenti?
Fine anni ’90. Debiti di gioco e in più la dissipazione di tutto il reddito della famiglia. Ed è qui che avviene l’incrocio tra l’operazione di mercato e la persona indebitata. Il gioco per denaro fa scattare, ripeto, quelle scorciatoie di tipo cognitivo e di volontà. La persona piena di debiti, per ripagarli inizia o continua a giocare: la fortuna è per lui la via d’uscita.
Perché le fondazioni antiusura hanno capito che era fondamentale contrastare l’azzardo?
Il gioco manda all’aria ogni piano di assistenza messo in piedi dalle fondazioni. Ostacola quel percorso di autodisciplina e di austerità che viene concordato con la famiglia quando si procede all'erogazione dei fonti antiusura. Mina la volontà a tenere unite le persone in vista dell'obiettivo primario del pareggio di bilancio familiare.
Come lavorano le fondazioni antiusura?
Interveniamo su un quadro molto compromesso e delicato. E programmiamo modi e tempi dell'esdebitamento. L’intervento della fondazione, però, richiede disciplina, coesione, laboriosità, e soprattutto volontà attiva: ecco perché il gioco d'azzardo si mette di traverso alla via di liberazione della famiglia, sconvolge i progetti che potrebbero ottenere successo e fa ripiombare nel pozzo del fallimento. Usurate o meno le persone, comunque il gioco d’azzardo impedisce il riequilibrio di ogni bilancio familiare.
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