Non profit
Azzardo: che cosa dicono le nuove linee guida del Ministero della Salute
Il ministro Speranza ha firmato un decreto per l’adozione delle “Linee di azione per garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette dal gioco d’azzardo patologico”. Sul lato della cura si prevede una forte integrazione fra pubblico e privato sociale, mentre su quello della prevenzione si chiede che vengano rafforzare importanti misure anti covid nelle sale slot. Ora tocca alle Regioni attuarlo
di Marco Dotti
Sull’azzardo legalizzato in Italia e sui suoi impatti negativi e degenerativi è stato detto tutto. Per oltre un anno, ad eccezione dei gratta e vinci, il comparto – che, da solo, prima della pandemia movimentava un flusso di denaro di 120 miliardi di euro – è stato fermo.
La riapertura delle sale dedicate e la riaccensione delle slot machine nei bar e nelle tabaccherie, decretata un po’ in sordina nel giugno scorso ha inevitabilmente fatto riemergere un problema – la patologia o, meglio, le patologie collegate – che era stato messo in stand-by. Aprendo al contempo un’altra questione: la sicurezza effettiva dei locali da gioco. Sicurezza non solo per i giocatori e i lavoratori delle sale, ma per l’intera comunità.
Sul fronte della patologia, sabato scorso il Ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un decreto che contiene le “Linee di azione per garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette dal gioco d’azzardo patologico”. L’azzardo, spiega il Ministero in una sua nota riferendosi alle stime dell’Istituto Superiore di Sanità, “coinvolge una popolazione di circa 5,2 milioni, di cui circa 1,2 milioni hanno già manifestato forme di dipendenza.
Nel Decreto si prevede che le Regioni diano attuazione alle linee di prevenzione dalla dipendenza favorendo «l’integrazione tra i servizi pubblici e le strutture private accreditate, gli enti del Terzo settore e le associazioni di auto-aiuto della rete territoriale locale».
L’intervento del Ministro avviene dopo che l'Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave, organismo consultivo del Ministero della Salute, aveva sollecitato un intervento stilando una serie di raccomandazioni, soprattutto legate all’ ispezione preventive dei locali da parte delle ASL, alla sospensione della somministrazione di bevande alcoliche e alla vendita di tabacchi. Viene inoltre previsto l’obbligo di interruzione dell’offerta di azzardo a intervalli programmati al fine di spezzare l’immersione del soggetto in un flusso altrimenti senza fine, illuminando a giorno le sale e rendendole visibili dall’esterno (attualmente, sono veri e propri buchi neri, con vetri oscurati e un’illuminanzione artificiale studiata per disorientare i giocatori).
Le disposizioni indicate nel decreto saranno vincolanti per le Regioni e offriranno ai comuni – come giustamente fa notare il professor Maurizio Fiasco – «un’arma in più per le loro ordinanza no slot».
Qui veniamo al secondo problema: la sicurezza effettiva dei locali da gioco. Già problematica prima del Covid, questa sicurezza è diventata altamente critica in questa fase. Scarso riciclo d’aria e possibilità di trasmettere il contagio per eccessiva vicinanza delle macchinette sono solo due dei punti critici dell’attuale design di queste sale, concepite per favorire una fuga totale del giocatore nel labirinto dell’azzardo, non certo per garantirne sicurezza.
Il Covid è stato un grande game-changer anche per la lobby dell’azzardo, che lo voglia o no. Come ha notato il direttore dell’Osservatorio, Gianni Rezza, la riapertura repentina dell’offerta diffusa – su cui già ai primi di giugno quattro membri dell’Osservatorio avevano lanciato l’allarme, chiedendo di fermarsi intervenendo con provvedimenti mirati – rischia di diventare un enorme problema di salute pubblica che si aggiunge a un problema ancora più grande. Non possiamo permettercelo.
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