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Azzardo: a Milano scoppia il caso della sala giochi che scheda i clienti

Un'inchiesta del Fatto quotidiano svela il lato oscuro di una grande sala giochi nel cuore di Milano. C’è chi gioca anche 6 giorni a settimana, con puntate per oltre 5mila euro. E un ex dipendente, che ha avviato una causa di lavoro contro Sisal, denuncia: «Elargiti 60mila euro di buoni gioco l'anno per mantenere viva la passione». Spunta anche una comunicazione in cui si chiede di non rispettare il regolamento No slot del Comune di Milano. Endrizzi (M5S): «Renzi per dire davvero basta su questo tema lavori con noi»

di Giovanni Arditti

Create per la dipendenza

Solo ieri esponenti di governo parlavano di "gaming hall", ovvero di minicasinò/sale gioco di quartiere, come possibile soluzione per uscire dall'impasse slot machine. E sempre ieri, in un convegno organizzato da un Concessionario del gioco d'azzardo legale, un ben noto senatore del PD, membro della Commissione antimafia, si è spinto ad affermare che «le sale gioco sono luoghi dove si può fare prevenzione». Come? Magari profilando i giocatori con app, tessere, morphing facciale o fantomatici software pagati dai contribuenti. Tutto facile? Non proprio. Ecco infatti proprio mentre cominciano a circolare voci su "tessere del giocatore" e affini scoppia il caso Sisal. E non è un caso da poco.

Un'inchiesta di Fabio Abati pubblicata sul Fatto quotidiano svela che in una delle più grandi sale gioco d'Italia si schedano gli avventori. E siccome "business is business", la profilazione dei giocatori non avverrebbe per finalità di "prevenzione", ma di "fidelizzazione" del consumatore. E siccome i consumatori "fidelizzati" sono consumatori dipendenti…

Che cosa svela l'inchiesta del Fatto quotidiano? Citiamo: «in un file emerso in una causa di lavoro contro la Sisal mostra la profilazione dei giocatori abituali che bruciano alle macchinette migliaia di euro a settimana».

Leggi l'inchiesta di Fabio Abati su Il Fatto quotidiano

Qui la lista delle giocate e delle frequenze "schedate"

E l'ex direttore della sala afferma: «Situazioni di dubbia moralità, elargiti 60mila euro di buoni gioco l'anno per mantenere viva la passione». Non bastasse, è pure spuntata una mail dell'azienda (ricordiamolo: concessionaria di Stato, quindi se i fatti forssero appurati sarebbe un fatto di gravità inaudita) in cui si chiede ai dipendenti di non rispettare gli orari di chiusura imposti dall'allora sindaco Pisapia.

La situazione è degenerata. Renzi su questo tema ci segua, noi non abbiamo conflitti di interesse,

Giovanni Endrizzi (M5S)

Patto per le buone cause

«È del tutto evidente che le misure messe in campo ad oggi dal Governo Renzi sull' azzardo sono ben poca cosa rispetto alla sua degenerazione», dichiara il senatore Giovanni Endrizzi del M5S, uno dei più combattivi sul tema dell'azzardo e sui tanti, troppi conflitti di interessi che legano "cura", "politica", "prevenzione" e business. Fin qui la parte critica. Ma poi, Endrizzi lancia un appello. Importante.

«Su questa materia, Renzi deve seguirci, lavoriamo assieme perchè non abbiamo conflitti d'interesse e sappiamo come fermarlo. Partiamo dalle nostre proposte sul divieto totale di pubblicità già calendarizzate al Senato e alla Camera insieme ad altre analoghe, sulle quali esiste una maggioranza parlamentare. Ogni giorno atteso pesa sulle spalle di nuovi malati e sulle casse di famiglie povere».

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