Non profit
Azione Aiuto: i paesi ricchi minacciati al WTO
Il G21, la nuova alleanza di Paesi in via di sviluppo, minaccia di cambiare finalmente gli equilibri di potere all'interno dei negoziati in corso a Cancun.
Milano 11 settembre 2003 – Per la prima volta durante una riunione ministeriale è stata rifiutata la bozza di dichiarazione*, proposta dal Presidente del Consiglio Generale Carlos Pérez del Castillo e dal Direttore Generale del WTO Supachai Panitchpakdi, come base di negoziazione: rispecchiava in modo troppo evidente le posizioni europee e americane!
L’idea di un’’alleanza tra poveri’ per contrastare le posizioni dei paesi più ricchi era nata a metà agosto per opporsi alla proposta di riforma dell’Accordo sull’Agricoltura (AoA) di Europa e USA. Brasile, India e Cina hanno capitanato una coalizione di 16 paesi per rigettare quello che pare solo un debole compromesso, che non modifica la sostanza di una politica agricola, ma costringe milioni di persone nel mondo a condizioni di povertà sempre maggiori.
“Ora l’Europa e gli USA si sentono davvero minacciati, stanno usando tattiche ricattatorie per cercare di rompere l’alleanza. Secondo fonti confidenziali, stanno lavorando per prevenire che altri paesi si uniscano al G21” sostiene da Cancun Marco De Ponte, Segretario Generale di Azione Aiuto. “La tesi americana ed europea è che questo nuovo potere rispecchi unicamente gli interessi dei paesi che hanno un’industria e un’agricoltura già ampiamente sviluppate, come il Brasile, il Sud Africa, l’India o la Cina, l’elite dei paesi in via di sviluppo. Ma le continue nuove adesioni al gruppo evidenziano l’erroneità di quest’ipotesi.”
Nonostante le pressioni a cui sono sottoposti i paesi in via di sviluppo durante questi negoziati, molti di loro sono sul punto di aderire alla storica alleanza. Solo ieri l’Egitto si è unito trasformando il G20 in G21. Probabilmente altri paesi li seguiranno nei prossimi giorni.
Fino a ieri nessuno al WTO era mai riuscito a contrastare le proposte di USA e UE, che erano quasi sempre accettate passivamente dagli altri stati membri.
Da oggi per la prima volta dopo nove anni, 21 paesi in via di sviluppo hanno la forza di opporsi agli accordi che vanno contro gli interessi dei loro cittadini.
Per maggiori informazioni contattare:
a Milano – Chiara Guerzoni – tel. +39 02 742001 – e-mail ChiaraG@azioneaiuto.it
a Cancun – Marco De Ponte tel. +39 335 1253351 local 998 107 6 302
Hannah Crabtree tel. + 44 (0)7734 581 738 local 998 107 63 03
I documenti completi di Azione Aiuto di commento agli accordi in discussione a Cancun sono a disposizione sul sito www.azioneaiuto.it
* Di seguito una analisi delle principali posizioni della bozza proposta dal Presidente del Consiglio Generale Carlos Pérez del Castello e dal Direttore Generale del WTO Supachai Panitchpakdi. Azione Aiuto – ActionAid Alliance segnala i punti che ledono maggiormente gli interessi delle popolazioni povere dei paesi in via di sviluppo.
· agriculture: The EU has rightly been condemned for its refusal to honour its obligations under the Doha Ministerial Declaration, while the framework put forward in Annex A of the Chair’s draft text has been rightly rejected as too unambitious. Yet the EU is now planning to weaken the text still further, reneging on its responsibility to progress towards the phasing out of subsidies as agreed at Doha, while at the same time undermining developing countries’attempts to protect their rural communities from the worst effects of liberalisation.
· non-agricultural market access (NAMA): The Chair’s draft text is already heavily skewed against development, with Annex B overwhelmingly drawn from the proposal submitted in August by the EU, Canada and the USA. Yet the EU is pressing for a single, non-linear formula for tariff reduction which would require far greater liberalisation in developing countries than it would offer itself. The EU is also pressing for a mandatory approach to sectoral liberalisation, denying developing countries the flexibility they need to safeguard their own industrial development, but opening up their markets to European firms.
· new issues: The EU has continued to press for new negotiations in all four new issues (investment, competition policy, government procurement and trade facilitation). There has been consistent opposition to the EU’s agenda from the vast majority of developing countries, from development organisations, trade unions and now also from leading European companies such as Unilever, Deutsche Bank and Nestlé. Yet the EU has actually called for developing countries’ proposals to be removed from the table at Cancún.
· services: Another key offensive interest for the EU in the Doha round, given the importance of services exports to EU economies. Developing countries have been cautious in preparing liberalisation offers in the services negotiations, in view of the threat which GATS commitments would pose to their development. Yet the EU is attempting to accelerate this process, undermining the cautious approach taken by developing countries, while the leaked internal documents reveal it may also press for increased GATS commitments from least developed countries (LDCs), despite the protective new LDC modalities agreed at the WTO just last week.
“The EU still claims that it wants this to be a development round. Yet for all its fine language, the EU’s proposals attack developing countries in every area of the talks. The omnivorous EU wants to have its cake and eat it – and then get its hands on our cake too” says Adriano Campolina head of ActionAid’s international team at Cancún.
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