Famiglia

Aziende in rosa Qui comanda lei

Imprenditrici, manager o libere professioniste: è in crescita l’economia al femminile. Grazie ai prestiti d’onore e ai finanziamenti previsti dalle leggi.

di Alessandra Camarca

Antonella ed Elisabetta Monino, imprenditrici in gonnella e proprietarie dell?omonima grappa, Grazia Francescato, presidente del Wwf, Carolina Morace, vice campione di Europa dicalcio femminile e adesso volto noto di Telemontecarlo, Carlotta Arcuri imprenditrice siciliana fino a ieri sconosciuta al mondo dell?imprenditoria e oggi donna di successo grazie ai fondi messi a disposizione dalla Regione Sicilia con il prestito d?onore.
Sono queste le diverse facce della nuova imprenditoria femminile nel nostro Paese, emerse durante la presentazione dell?Osservatorio avvenuta a Roma nei giorni scorsi. Per molte delle libere professioniste presenti all?iniziativa promossa dal ministero per le Pari opporturnità e dall?Ig, Istituto per l?imprenditorialità giovanile, diventare donne manager è stato quasi un passo automatico per provenienza culturale e per appartenenza ad una fascia economica privilegiata. Ma per altre, come per la Arcuri, le cose sono andate diversamente. «A Bagheria», dichiara una simpatica signora in pantaloni color crema dall?accento marcatamente meridionale, «dare vita ad un?attività aziendale capitanata da una donna sembrava quasi un?illusione e invece, grazie ai finanziamenti ai quali ho potuto accedere con il prestito d?onore (soldi che i Comuni danno a progetti che promuovono nuova occupazione) adesso l?azienda ?Pizzi e merletti di nonna Ignazia? è una realtà che dà lavoro a una decina di dipendenti». Un trend, quello legato all?imprenditoria ?muliebre?, che nel nostro Paese è in crescita. L?iniziativa di avviare un?attività autonoma è per le donne un percorso seguito più spesso di quanto si creda. Lo dimostra la percentuale di lavoro autonomo tra le lavoratrici italiane, il 18,5% del totale, prossima a quella dei Paesi dei Sud dell?Europa, contro quella dell?Unione Europea, pari al 10 % . In particolare, le imprese ?al femminile? rappresentano nel nostro Paese oltre un quarto del totale e tra quelle artigiane costituiscono il 20 %. I dati sono forniti dall?Osservatorio, istituito nel febbraio del ?97 con decreto del ministro per le Pari opportunità, Laura Balbo, finanziato dal Fondo sociale europeo e gestito dall?Ig.
Esiste anche un sito internet (www.osservatoriodonna.igol.it), attivo 24 ore su 24, dove le donne che vogliono lanciarsi nel mondo della libera professione potranno trovare informazioni e indicazioni, una vera e propria guida per districarsi all?interno del magma legislativo che regola la materia. «Leggi», dichiara il presidente dell?lg, Carlo Borgomeo, «che sostengono la nascita di nuove attività in tutti i settori e che costituiscono una miniera di informazioni, ma anche vere e proprie miniere d?oro per chi ha bisogno di incentivi per dar vita ad una nuova attività o per potenziarne una già esistente». Il sito è altamente interattivo, e permette alle future imprenditrici di individuare le forme di finanziamento più adeguate previste tra le oltre 80 leggi mappate all?interno, fornisce consigli utili a chiunque decida di intraprendere la via del lavoro in proprio autonomamente e in società. L?Osservatorio ha come obiettivo principale di arrivare lì dove le donne incontrano maggiori ostacoli, anche per via della loro situazione familiare che spesso le costringe lontano dai contatti e dalle informazioni che chi vuole produrre deve necessariamente avere per non restare isolato.

Capitani in gonnella
Totale lavoro autonomo femminile: 1996/16,3% 1998/18,5%
Libere professioniste: 1996/19,3% 1998/22,2%
Lavoratrici in proprio socie di cooperative: 1996/24,8% 1998/25,3%
Titolari imprese artigiane: 1996/275.000 1998/290.000
Leggi dedicate al sostegno d?impresa: 150
Indirizzi utili: Ig, società per l?Imprenditoria giovanile, Tel.efono: 0688311483, fax: 06886435329, e-mail:sr@igol.it

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.