Famiglia

Aziende e ong insieme contro Aids e malaria

Molte le imprese impegnate in partneriati con le organizzazioni non governative per la salute nel sud del mondo.

di Selena Delfino

Secondo i dati dell?Organizzazione mondiale della sanità, l?Aids è la quarta causa di mortalità nel mondo. Si stima, infatti, che gli infettati dal virus nel pianeta, siano circa 42 milioni. Come è tristemente noto, il fenomeno ha raggiunto proporzioni inquietanti nel continente africano, dove una persona su 12 ha contratto l?Hiv. Le campagne di prevenzione sono fondamentali ma, purtroppo, non sufficienti. Per questo, la Comunità di Sant?Egidio ha avviato, in collaborazione con Bayer e Boehringer Ingelheim, il programma globale di terapia dell?Aids, che è attualmente in sperimentazione. Il progetto, denominato Dream (Drug enhancement resource against Aids and malnutrition), ha preso il via grazie a una stretta collaborazione con le due aziende farmaceutiche. Da una parte la Boehringer Ingelheim che, dal 2000, ha avviato un programma per la donazione della Nevirapina, un farmaco da loro brevettato e somministrabile durante la gravidanza. La terapia, in un?alta percentuale di casi, impedisce il passaggio dell?infezione dalla madre al bambino al momento della nascita. Boehringer affianca da qualche anno anche l?organizzazione non governativa Cesvi. “Quella con la Boehringer è una collaborazione preziosa”, spiega Maurizio Carrara, presidente dell?ong bergamasca. “La casa farmaceutica tedesca ha sottoscritto un?intesa con i Paesi africani più colpiti dall?Aids, per fornire gratuitamente il farmaco agli ospedali che applicano il protocollo dell?Organizzazione mondiale della sanità per la prevenzione della trasmissione mamma-bambino, su cui si basa il progetto del Cesvi”. è quindi iniziata così la collaborazione fra un?associazione non profit e un?azienda for profit socialmente responsabile. Sull?altro fronte, quello della ricerca, opera invece Bayer, che si trova impegnata da due anni in Mozambico ad affiancare la Comunità di Sant?Egidio nella sperimentazione di una terapia retro-virale. Per fare questo, la farmaceutica tedesca sta lavorando all?implementazione di un programma di prevenzione e di cura per i pazienti infettati da Hiv. L?attenzione verso le problematiche sanitarie dell?Africa ha dato vita anche al progetto Secure the future che vede impegnata un?altra realtà del settore farmaceutico, la Fondazione Bristol-Myers Squibb, diretta emanazione della farmaceutica americana. Le aree sulle quali è focalizzata l?attenzione del progetto sono il Botswana, la Namibia, il Sudafrica e lo Swaziland dove è stata creata una rete di istituti di ricerca sull?Hiv. L?ultimo ?nodo? di questa rete, il Senkatana Center, è stato inaugurato nel Lesotho il 7 maggio scorso. Ma la Bristol-Myers si trova in prima linea anche sul fronte dell?abbattimento dei costi sanitari di questa emergenza. Grazie a una ricerca, l?azienda ha potuto abbassare fino all?80% il prezzo del ?monitoraggio? della malattia grazie all?introduzione del test denominato Cd4. La nuova tecnologia permette di tenere sotto controllo le funzioni del sistema immunitario dei pazienti infetti e quindi la progressione dell?infezione nel tempo. La battaglia contro l?Aids non deve però far dimenticare che la prima causa di mortalità infantile in Africa resta comunque la malaria, patologia sulla quale è necessario mantenere uno sguardo vigile. Cosa si sta muovendo su questo fronte? Esiste dal 19 marzo scorso un accordo internazionale, stipulato a Chongquing in Cina, fra le multinazionali farmaceutiche Sigma-Tau e Chongquing Holley Holding, con l?organizzazione non profit Medicines for malaria ventures e l?Università di Oxford, per lo sviluppo di un nuovo farmaco, l?Artekin. L?antimalarico promette di essere una cura efficace e veloce contro la malattia senza gli effetti collaterali dei farmaci precedentemente utilizzati. Ora sarà necessario attenderne la sperimentazione.


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