Non profit

Aziende e non profit: incontriamoci sulla trasparenza

La csr manager della compagnia dice la sua sui problemi aperti e rilancia. Intervista a Caterina Torcia.

di Gabriella Meroni e Chiara Sirna

A lanciare l?sms solidale, nell?ormai lontano 2002, è stata proprio Vodafone, con la campagna Fermiamo l?Aids sul nascere a favore della ong Cesvi. Da allora è stato un crescendo, fino al clamoroso dato del 2006: 42 milioni raccolti da tutti e quattro gli operatori mobili (più Telecom) per 68 progetti di 57 associazioni. L?ennesima riprova che questo strumento funziona, è apprezzato da donatori e beneficiari, e provoca un ritorno d?immagine positivo anche per le aziende telefoniche, sempre più consapevoli dell?importanza di dimostrare un?attenzione globale al cliente. Ma – ci siamo chiesti negli ultimi due numeri di Vita – l?sms solidale è perfetto così com?è o potrebbe essere ulteriormente migliorato, nell?interesse di tutti? Ed ecco la risposta di Vodafone: la disponibilità a incontrare, in luoghi e modi da definire, le associazioni interessate per discutere insieme e capire come eventualmente arrivare a uno strumento di raccolta fondi via sms ancora più trasparente e utile. «Sì, incontriamoci per parlarne», dice a Vita la csr manager Caterina Torcia, «visto che il canale di comunicazione con le organizzazioni non profit per quanto ci riguarda è già aperto, e lo consideriamo un fatto più che positivo».
Vita: L?intento della nostra inchiesta è stato quello di cercare di porre l?attenzione di tutti su un valore condiviso, cioè la trasparenza. Qual è la vostra idea al riguardo? Gli sms solidali sono sufficientemente trasparenti?
Caterina Torcia: La trasparenza è un valore irrinunciabile, e lo sottolineiamo tanto più noi, che abbiamo anche promosso l?iniziativa Segui il tuo euro con la quale abbiamo portato a spese nostre alcuni clienti-donatori a vedere l?andamento dei progetti cui avevano contribuito, sia in Sri Lanka dopo lo tsunami che in altre zone del mondo, come lo Zimbabwe, o anche in Italia, penso per esempio ai laboratori Telethon. La trasparenza però non deve essere solo degli operatori, ma anche delle associazioni. È infatti interesse nostro, come aziende, ma ancor più dei donatori sapere come vengono utilizzate le loro offerte, e in che tempi.
Vita: A proposito di tempi, un?osservazione che ci arriva dalle associazioni riguarda la lentezza degli accrediti. Certo non tutti gli operatori si comportano allo stesso modo, ma la media delle attese supera abbondantemente i tre mesi?
Torcia: Io posso rispondere per quanto riguarda noi. Da attente verifiche aziendali mi risulta che, salvo rare eccezioni, riusciamo a liquidare gli importi prima di 60 giorni, che è un tempo ragionevolmente breve. Detto ciò è evidente che ogni operatore adotta le proprie prassi interne.
Vita: Certo, anche per quanto riguarda gli scarti tra il numero di sms che risultano inviati nel corso della campagna di raccolta fondi e le somme poi realmente corrisposte alle associazioni. Nel vostro caso questo scarto è spesso positivo, nel senso che le somme erogate superano il numero di messaggi inviati. Come mai?
Torcia: È presto detto: quando si chiude una raccolta capita che nel tubo della rete rimangano ancora alcuni messaggi che in quel momento la rete stessa non ha ancora registrato e che invece i clienti hanno già inviato; diciamo che sono ?in coda?. Capita quindi che arrivino più messaggi di quelli che risultano nel momento in cui l?associazione ci chiede il rendiconto, e questo spiega il surplus. Poi, facendo i controlli, si arriva al numero finito, e di conseguenza agli scarti a cui avete fatto riferimento, che però in genere sono minimi. Credo comunque che questo sia un falso problema. Mi domando infatti che differenza faccia per l?associazione conoscere quanti sono i tentativi di donazione, per esempio da clienti che non avevano più credito. Ritengo che il punto invece sia un altro?
Vita: Quale?
Torcia: Sempre in nome della trasparenza, potremmo ripensare le regole di accesso per le associazioni che vogliono utilizzare le numerazioni degli sms solidali, che come è noto sono poche e molto richieste. Finora avevamo domandato alle organizzazioni alcune garanzie sul piano di comunicazione, oltre a un?ovvia valutazione sulla loro missione e sull?operato; da oggi in poi potremmo pensare di legare l?assegnazione dei numeri, che come sapete è gratuita, alla loro trasparenza nella rendicontazione dei fondi incassati con gli sms. Se, per esempio, l?associazione indicasse nel proprio bilancio la voce «ricavi da sms solidali», potrebbe ottenere una valutazione migliore nel processo di assegnazione del numero. 

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