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Ayad Anwar Wali, è “l’italiano dimenticato” ucciso in Iraq

Dell'imprenditore iracheno, che viveva in Veneto da 24 anni, aveva scritto Aldo Cazzullo sul Corriere di sabato. Di Pietro: trattato come cittadino di serie B

di Benedetta Verrini

”Il Governo ha dimostrato di usare due pesi e due misure, nei confronti degli ostaggi”. Lo afferma Antonio Di Pietro, presidente dell’Italia dei valori, esprimendo alla famiglia Wali ”tutta la nostra solidarieta’ e il rammarico per non aver potuto salvare la vita del loro congiunto”. ”Ayad Anwar Wali – conclude il leader di IDV – e’ stato trattato da cittadino di serie B”.

Ajad Anwar Wali, 43 anni, viveva nel Veneto dal 1980. Aveva lasciato l’Iraq ”per evitare il regime che c’era li”’ – raccontava il fratello Emad, il giorno dopo il sequestro – c’era tornato ”per vedere se c’era un futuro possibile, dopo la guerra di solito crescono le richieste di lavoro, speravamo nella ripresa”. I due fratelli erano arrivati assieme in Italia, nel 1980, per studiare architettura. Ajad si laurea a Torino; nel 1997 si sposta nel padovano, dove risiede la ragazza di cui e’ innamorato, e diventa padre, vive a Villa del Conte, con la moglie e un figlio di undici anni, dal ’97 al 2002. Poi avviene la separazione dalla moglie, che vive ora con il figlio nel padovano. Ajad si trasferisce quindi a Castelfranco Veneto (Treviso), per seguire sempre l’attivita’ di compravendita di mobili per casa, uffici, banche, alberghi, anche con i paesi arabi, della ditta ”Wali Italian design Wali Emad”. Le vite dei due fratelli parlano di un’ integrazione possibile e dignitosa alla luce del miracolo economico del Nordest, del comune impegno nel commercio.
Il rapimento di Ajad e’ stato ricostruito nei giorni scorsi dal fratello: una mezza dozzina di uomini, giovani, ben vestiti, hanno fatto irruzione nell’ abitazione-ufficio di Ajad, in una zona residenziale di Baghdad. In quel momento, Ajad ed Emad stavano parlando al telefono. ”Abbiamo parlato un po’ di lavoro – racconta Emad – poi mio fratello mi ha detto: ‘Ti lascio, perche’ sta arrivando gente, non so chi sia, ti chiamo io’. Io ho richiamato per cinque ore invano, solo dopo cinque ore ho rintracciato un conoscente che mi ha detto: ‘Tuo fratello e’ stato rapito”.

L’imprenditore e’ stato ucciso dopo essere stato rapito a Baghdad il 31 agosto scorso. ”Credo – ha aggiunto – che le dichiarazioni del ministro Frattini siano state solo di facciata. Probabilmente mio fratello era considerato un ostaggio di serie B”. ”In ogni caso – ha precisato Emad – mio fratello non era certo una spia ne’ aveva rapporti di alcun tipo con israeliani, turchi o iraniani. Era tornato in Iraq solo per lavorare. Chi lo ha ucciso ha dovuto inventarsi questo pretesto dell’attivita’ di spionaggio e lo ha costretto ad attribuirsela con la minaccia”.

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