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Avsi: emergenza Haiti, un progetto per 100 bambini

Dopo la tragica alluvione ad Haiti dello scorso 24 maggio, AVSI lancia un appello per sostenere 100 bambini rimasti orfani, sottoscrivendo un’adozione a distanza

di Paolo Manzo

Dopo la tragica alluvione ad Haiti dello scorso 24 maggio, 100 bambini sono rimasti orfani. AVSI, associazione senza scopo di lucro, presente nel paese con diversi progetti in aiuto alla popolazione, lancia un appello a chiunque voglia, dall?Italia, sostenere uno di questi bambini sottoscrivendo un?adozione a distanza. Una persona singola, un gruppo di amici, una classe? TESTIMONIANZA Per gli orfani di Haiti di Carlo Maria Zorzi, rappresentante AVSI ad Haiti ? giugno 2004 Sono tutti drammaticamente uguali i racconti dei bambini rimasti orfani a causa dell?alluvione che ha colpito il Comune di Fonds Verrettes, sulle alte montagne a 50 chilometri ad est di Port au Prince, la capitale di Haiti, in direzione della Repubblica Dominicana. Hanno perso i genitori, hanno perso la casa, hanno perso il poco ?che per loro era il tutto- che avevano. Storie di morte e di distruzione quando in pochi minuti il fiume che attraversava il paese, diventato incredibilmente immenso, ha vomitato acque violente che non hanno lasciato nulla sul loro cammino. Gli orfani di Fonds Verrettes hanno oggi lo sguardo perso nel vuoto, la tristezza che li assale, il trauma che li schiaccia. La loro vita è cambiata in pochi attimi, lo sanno, che non sarà più quella di prima. Non potrà più essere come prima. Poveri tra i più poveri, nel Paese più povero di tutta l?America Latina, la notte del 24 maggio hanno vissuto la tragedia che ha cambiato inesorabilmente il corso della loro storia oggi più povera ancora, più incerta, più instabile, più oscura. Più oscura di quella notte, tremendamente nera ?ci dicono- tremendamente buia, mai così buia per chi è persino abituato a fare tutto senza corrente elettrica- in cui la furia delle acque ci ha portato via tutto. Il rumore assordante dell?acqua ha allarmato gran parte del paese; molti sono fuggiti sulle alture circonstanti, altri non ce l?hanno fatta. Sono circa trecento i morti e i dispersi di Fonds Verrettes, i loro corpi non sono stati trovati e non si troveranno mai più. Marta di dieci anni ha perso la mamma, quattro fratelli e tre sorelle che le acque si sono inghiottite; della sua casa non resta più nulla. Guarda il letto del torrente coperto di pietre come se ne chiedesse la restituzione dei corpi ?vivi, s?intende-, come se potesse perforarlo per ricercare in profondità ciò che aveva di più caro e di più prezioso. Guarda lontano ma il suo dramma è vicino e oggi si consuma, in silenzio, dentro di lei. Oltre mille e ducento case sono state spazzate via; sei mila persone sono rimaste senza tetto. Più di un terzo della popolazione di quel villaggio. Oggi a Fonds Verrettes si può arrivare in auto, ma bisogna avere la voglia di andarci, un motivo, una ragione o un qualcosa dentro quasi quasi inspiegabile. La strada è percorribile difficilmente, pericolosa in alcuni punti, impressionante quando per chilometri e chilometri non puoi far altro che transitare nel letto del torrente oggi vuoto, tra le pareti alte della montagna che l?acqua ha scavato. Il sole picchia forte e ti toglie il respiro, la polvere ti cambia il colore della pelle. La desolazione ti assale perchè la desolazione è il sentimento che ti accompagna per tutto il viaggio, durante gli incontri, quando la gente ti parla, quando il tuo occhio cerca ciò che c?era e che oggi non c?è più in uno sforzo di immaginazione che nessuno riesce ad aiutarti a mettere a fuoco. Neppure il parroco, giovane prete, che si è salvato miracolosamente e con lui quelli che stavano attorno alla parrocchia. Oggi non c?è più nulla, nè casa parrocchiale, nè chiesa, nè oratorio e delle cinque classi della scuola ne sono rimaste che due. L?ufficio comunale è stato raso al suolo, del commissariato di polizia restano alcune mura traballanti. La storia del giovane parroco è l?emblema di ciò che la gente del posto ha vissuto e di ciò che la gente sente oggi; una crisi di identità, un vuoto che ti circonda che va al di là pure della povertà materiale. Della mia vita ?ci dice- non mi resta più nulla. Non più una foto della mia giovinezza e della mia ordinazione, il certificato di nascita (Iddio solo sa quanto è importante un tale documento in un Paese dove oltre il 40% della popolazione non detiene neppure la carta d?identità), i libri, le mie cose di prete, qualche piccolo ricordo di famiglia. L?acqua ha riempito il fiume che si è portato via tante giovani vite, tante case e troppe cose, ma soprattutto il fiume ha strappato il cuore della gente. Stiamo identificando gli orfani rimasti a Fonds Verrettes; lo facciamo con l?aiuto del parroco e del sindaco, del maestro e del giovane educatore. Organizziamo una fase d?urgenza del progetto di ?sostegno a distanza?: una famiglia italiana, lontana sì, ma solidale per ogni orfano dell?alluvione del 24 maggio in Haiti. Siamo andati a Fonds Verrettes e ci andremo ancora nei prossimi giorni per incontrare, per parlare, per decifrare i bisogni quelli di oggi ?certo- ma soprattutto quelli che richiedono il tempo per cercare di far tornare la normalità della vita quoditiana. La ricerca di una soluzione ?famigliare? ai problemi degli orfani, il sostegno a chi se ne fa carico, la cura del traumatismo, la ripresa della scuola per non perdere l?anno scolastico, la casa e quei beni che rendono vivibile una vita piena di difficoltà e di povertà… affinchè oggi ?con voi e con noi- essi sentano di essere meno soli. Che cos?è il sostegno a distanza? Per rispondere a questo bisogno, AVSI (Associazione Volontari per il servizio Internazionale, una ong italiana da 32 anni presente in 35 paesi con progetti di cooperazione allo sviluppo in Africa, America Latina, Medio Oriente, Est Europa) ha attivato lo strumento del sostegno a distanza (una forma di solidarietà che consiste in un contributo economico stabile e continuativo destinato ad un ?beneficiario? ben identificato), attraverso il quale, a seconda del paese, dei progetti già in atto e delle diverse situazioni, sia possibile garantire: un aiuto materiale a bambini in famiglie bisognose; il sostegno a bambini ospitati in orfanotrofi, ospedali, case accoglienza; il sostegno scolastico; attività educative e ricreative; frequenza presso asili, dopo-scuola, centri accoglienza; frequenza presso scuole secondarie, centri di formazione professionale, università. Con il Sostegno a distanza AVSI oggi sostiene oltre 25.000 bambini e ragazzi nel mondo. Per sottoscrivere un?adozione a distanza con AVSI andate sul sito www.avsi.org (cliccando sulla sezione ?sostegno a distanza?) Tel. 0547.36.08.11 Mail: adozioni.distanza@avsi.org Causale da inserire: ?Emergenza Haiti per gli orfani dell?alluvione?


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