Formazione
Avsi: cercasi 73 sostenitori a distanza
Al Meeting alcune donne del Meeting Point di Kireka, slum di Kampala, continuano a costruire collane di carta. Avviato il sostegno a distanza per permettere ai loro figli di andare alle superiori
C’è un luogo del Meeting che in alcuni momenti della giornata si anima e diventa un angolo di Kireka, lo slum di Kampala, la capitale dell’Uganda. Allo stand dell’Avsi, infatti, ci sono le donne del Meeting point International di Kampala, partner di Avsi in Uganda diretto da Rose Busingye che fabbricano in diretta le collane di carta. Nei loro abiti variopinti, queste donne sono una vera attrattiva, come il cesto delle collane variopinte realizzate con queste perle di carta colorata.
E gli acquisti non mancano. Le donne che passano dal padiglione che accoglie lo stand di Avsi, infatti, non perdono occasione per fare un acquisto che ha anche una finalità benefica: con i fondi raccolti si contribuisce a costruire una nuova scuola secondaria. Ma il progetto è più grande, come spiega Dania Tondini, responsabile Avsi del sostegno a distanza (sostegno.distanza@avsi.org – 0547.360811).
Le donne del meeting point di Kampala sono malate di Aids che sono state seguite negli anni da Rose, con le donne ci sono i loro bambini e per le madri il problema è riuscire a far sì che i propri figli possano andare a scuola. «Questi bambini una volta che passavano alle superiori venivano discriminati perché provenienti da uno slum, ma le madri avevano un grande desiderio di assicurare un’educazione adeguata e di qualità. L’educazione è una sfida di libertà e può far sì che le persone diventino protagoniste della vita sociale del loro paese. La scuola è un investimento per lo sviluppo» spiega Dania Tondini.
Nasce così il progetto di Avsi di costruire una scuola superiore, la scuola Luigi Giussani di Kireka, «abbiamo appena aperto e a oggi accoglie circa 400 ragazzi, ma abbiamo bisogno di ampliare il numero dei sostenitori» ammette Dania Tondini. Non bastano, infatti, le collane realizzate dalle donne, i cui fondi sono andati soprattutto alla costruzione della scuola come la campagna delle tende, ed è per questo che è stato attivato un progetto di sostegno a distanza. «Abbiamo bisogno di altri 73 sostenitori. Non c’è l’enfasi emotiva dei bambini piccoli che può muovere un donatore, ma crediamo che chi fa una donazione a favore di questi ragazzi fa un investimento su una generazione, fa un’azione di consapevolezza», conclude Dania Tondini.
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