Salute

Avis: “quinto comandamento, donare il sangue”

Campagne pubblicitarie choc per promuovere la cultura della donazione 8 italiani su 10 non sanno che manca

di Redazione

“Quinto comandamento, donare il sangue”. Così l’Associazione volontari italiani sangue (Avis) ‘corregge’ le Tavole della Legge e rilancia il suo invito, aiutata da altri tre slogan: “Senza di te l’Avis non basta”, “Aiuta l’Avis a non interrompere una lettera d’amore” e “Avis, una ragione di vita”. E’ la nuova campagna di sensibilizzazione realizzata dalla Lorenzo Marini & Associati e presentata oggi a Milano. Obiettivo finale: promuovere la cultura della donazione, perchè da un’indagine condotta da Directa/Avis emerge che il 76% degli italiani ignora le difficoltà del Sistema trasfusionale. La ricerca ha coinvolto un campione di 1.025 persone dai 25 ai 55 anni, hanno spiegato i promotori, e secondo i dati raccolti “solo il 21% dei non donatori deve fare i conti con impedimenti fisici. Quanto agli altri, il 29% confessa di non averci mai pensato, l’11% di non aver mai avuto occasione di donare il proprio sangue e il 10% di avere paura del prelievo”. Non solo, “quasi 8 italiani su 10 ritengono di non avere abbastanza informazioni e dichiarano di non conoscere la gravità del problema”. Eppure, hanno ricordato gli esperti, “per raggiungere l’autosufficienza nazionale mancano circa 350mila unità di sangue e almeno altrettanti litri di plasma”. Da qui l’esigenza di una campagna a tappeto (coinvolge stampa, network tv, comuni e concessionarie di pubblicità) caldeggiata nei mesi scorsi dall’Avis con l’obiettivo di “colmare un vuoto che dura da 11 anni, cioè da quando il ministero della Sanità propose l’ultimo spot ‘ad hoc'”. Via libera quindi alle immagini forti, tra cui le Sacre Tavole e una biro che finisce l’inchiostro rosso: “Ovviamente – hanno affermato gli ideatori – è stata utilizzata un’iperbole pubblicitaria per superare la soglia di visibilità e raggiungere il target”. Per far breccia “nell’indifferenza e nell’apatia quotidiana” hanno concluso perchè “alzare la voce diventa necessario quando è in gioco la vita di milioni di persone”.


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