Non profit

AVIS. A Milano donazioni giù del 4% nei primi mesi 2009

Nella metropoli lombarda cresce il fabbisogno di sangue, ma nei primi mesi dell'anno si sono persi molti donatori. E arriva l'estate

di Antonietta Nembri

Il numero di donatori scende inesorabilmente e allo stesso ritmo aumenta il fabbisogno di sangue. Il grido di allarme viene lanciato dall’Avis di Milano in vista del World Blood Donor Day, in programma domenica 14 giugno in tutto il mondo. Il fabbisogno di sangue cresce del 7%, mentre il numero dei donatori nei primi mesi di quest’anno è crollato del 4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ora si guarda all’estate con preoccupazione

«L’anno scorso l’Istituto nazionale di sanità aveva lanciato l’allarme intorno al 20 di giugno, ora l’allerta è scattata a fine maggio» spiega Sergio Casartelli, presidente onorario di Avis Milano. E l’andamento dei primi giorni di giugno non lascia presagire niente di buono. «Sono stati fiacchi», avverte Casartelli. «Pochissime le donazioni e siamo preoccupati perché quest’anno il crollo è cominciato prima del solito. Stiamo entrando in un periodo molto difficile, che durerà a lungo». Da osservare che l’anno si è aperto con un calo di 120 unità di sangue raccolte «Milano è rimasta bloccata dalla neve per una settimana», e a maggio già si toccava quota meno 195, per via della prima grande ondata di caldo «ma anche per le allergie. Un problema enorme che ci sta danneggiando sempre di più. Gli allergici non possono dare sangue, quando sono nella fase acuta e le donazioni perse in un mese non le recuperiamo nelle settimane successive», riflette Casartelli.
Contribuiscono al calo anche i problemi strutturali di una metropoli come Milano che in soli 20 anni ah visto diminuire il numero degli abitanti del 25% (dal 1.800.000 degli anni Otanta al milione e 350miladi oggi). Metnre aumenta il “consumo” da parte degli ospedali milanesi che attirano pazienti da tutta Italia. Ma soprattutto è calato del 14% il numero di abitanti in età da donazione (18-65 anni). E il futuro si presenta ancora più difficile: se l’anno scorso i diciottenni sono stati 22.700 le proiezioni per il 2025 parlano di circa 9.500 giovani «il dato va scremato dagli stranieri con i quali tuttavia stiamo facendo un grosso lavoro, stiamo pubblicando articoli con Avis Roma nei giornali in lingua delle diverse comunità e stiamo contando i referenti, ma non va dimenticato che una grossa fetta di immigrati arriva da paesi con problemi sanitari come l’epatite. Un lavoro che ci impegnerà per i prossimi decenni», ammette Casartelli.

Per far fronte a una situazione così difficile per la città, i progetti 2009 di Avis Milano hanno confermato l’impegno a favore delle raccolte presso le aziende. È infatti proprio il mondo produttivo a portare a Milano ogni giorno migliaia di potenziali donatori ed è ancora il mondo produttivo uno dei principali luoghi di aggregazione e di socializzazione della società moderna. Anche se un mondo completamente differente rispetto a un recente passato. In questi mesi, quindi, è stata incessante da parte di Avis Milano l’attività di sensibilizzazione rivolta alle imprese, nel tentativo di avvicinare soprattutto le poche grandi realtà che ancora operano sul territorio, così come le aziende più piccole coinvolgendole in un unicum a livello geografico o di associazione di categoria. Ed è proprio alle associazioni di categoria che si rivolge B2Blood (Business tu Blood), il primo progetto italiano di responsabilità sociale che si rivolge proprio a chi aggrega le aziende: ideato da Avis Milano e Assintel (Associazione Nazionale Imprese ICT), il progetto ha coinvolto in qualità di promotori quattro grandi realtà dell’information technology e delle telecomunicazioni che operano nel nostro Paese – CA, Esprinet, Oracle e SAP – e ha ottenuto il patrocinio del Comune di Milano.
Un secondo progetto è BloodFIT, sviluppato grazie alla collaborazione e al sostegno di GetFIT il maggiore gruppo italiano del fitness e del benessere. La partnership siglata con Avis Milano, prima nel suo genere in Italia, prevede il coinvolgimento dei circa 500 tra dipendenti e collaboratori GetFIT e degli oltre 32.000 iscritti nei 12 club della catena. Gli obiettivi prevedono di coinvolgere nella donazione di sangue un numero significativo di collaboratori e clienti che, nelle previsioni, raggiungeranno circa 1000 donazioni nel corso dei prossimi anni.  In occasione del Wbdd (World Blood Donor Day, Giornata Mondiale del Donatore) a chi effettuerà la prima donazione sabato 13 e domenica 14  GetFIT – che ospiterà un’Unità Mobile di Avis Milano nelle vicinanze del centro di via Ravizza – offrirà un abbonamento quadrimestrale EasyGet per l’accesso a uno dei 7 Club aderenti.
E ancora, per dare un valore ancora più forte al WDBB incentivando le donazioni, tutti coloro che si presenteranno presso le sedi (via Bassini, 26 e via Murialdo, 9) e le Unità mobili di Avis Milano (in piazza Belloveso, zona Niguarda, e via Raffaello Sanzio 39, presso il club GetFIT Ravizza) riceveranno gratuitamente una confezione di prodotti Enervit e una licenza semestrale antivirus per computer “Norman” .

Come ulteriore strumento di incentivazione, infine, Avis Milano ha sviluppato il programma “Prevenzione e diagnosi precoce” nel quale inserirà tutti i donatori  e che interesserà cardiovascolarità, oncologia (prostata,colon,pancreas), ematologia, dermatologia (melanoma della pelle), dietologia, e allergologia e che permetterà di rilevare tempestivamente eventuali insorgenti stati di sofferenza nei valori degli organi vitali e di indagarne le cause, attivando il percorso ottimale. Il programma prevede anche diversi studi per favorire la ricerca (genoma) e lo studio dell’incidenza di alcuni indicatori relativi al pancreas. In alcuni casi potrà interessare anche il famigliare non donatore e in particolare i figli dei donatori.


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