Famiglia

Avib chiede una rivoluzione per il Comitato minori stranieri

Via il rappresentante delle associazioni per un tecnico super partes, così da avere un Comitato più forte nel controllare le associazioni stesse

di Sara De Carli

Raffaele Iosa, neopresidente di Avib-Associazioni di Volontariato Italiane per la Bielorussia, parte subito con il suo impegno per riformare la federazione in nove mesi. Il primo atto è un appello al Comitato Minori Stranieri.
«L’AVIB si batterà per una profonda modificazione delle funzioni dell’attuale Comitato, che garantisca controllo scientifico e giuridico ai progetti delle associazioni, come struttura di garanzia di equità e di promozione della qualità. Quanto a noi, ci batteremo per regole sulle accoglienze chiare, semplici, meno burocratiche possibili, imperniate su alcuni essenziali elementi di vera qualità verificabile. Questo nella prospettiva più vasta di una ridefinizione legislativa, semplice ed efficace, di tutte le forme di accoglienza e affido di bambini stranieri», dice Iosa.

Non è un attacco frontale, ma l’intenzione di chiarire con il Comitato una linea che «rassereni e consolidi il lavoro presente». Ed ecco i tre impegni di Iosa:
«1. vogliamo essere soggetto aperto e franco di contrattazione e concertazione delle regole generali di accoglienza.
2. Personalmente riterrei opportuno che all’interno del Comitato non vi sia un titolare di una qualsiasi Associazione: ciò determina una confusione di ruoli tra controllante e controllato che nuoce oggettivamente all’immagine delle associazioni, al di là della buona volontà delle singole persone (il comitato prevede che tra i suoi membri ci sia una «organizzazione rappresentativa dell’associazionismo operante nel settore dei problemi della famiglia», ndr). Il rischio è, al di là appunto di qualsiasi buona volontà dei singoli, di confusione di ruoli e di indesiderato consociativismo.
3. Presenterò al prossimo Consiglio di Presidenza del 7 giugno una proposta in tal senso, che tenda a chiarire i ruoli e le competenze di ognuno».

Il principio su cui Iosa insiste è che mischiare compiti e competenze fra controllore e controllato non può che generare confusione «che crea fantasmi e pettegolezzi, che non fanno bene al movimento».
Iosa si spinge a chiedere le dimissioni della persona che attualmente rappresenta le associaizoni all’interno del Comitato Minori stranieri, Fabrizio Pacifici, presidente di “Aiutimoli a vivere”, nominato dal ministro Turco ai tempi pionieristici degli esordi del movimento. «Lo faccio con cortesia e senza alcuna polemica personale, poichè è questione di principio, non di persone. Suggerisco di dimettersi per aiutare tutto il movimento e l’Amministrazione dello Stato ad accellerare la ri-qualificazione del Comitato stesso».

E se proprio nel Comitato Minori Stranieri vi deve essere un componente proposto dalle Associazioni, conclude Iosa, «penso non debba essere un Presidente o socio di una qualsiasi associazione, ma un tecnico di alto profilo, per garantire qualità e indipendenza. Penso, ad esempio, a persone dall’alta competenza professionale come il dott. Mauro Valeri, che ho avuto il piacere di conoscere per la sua alta sensibilità e correttezza». Valeri è uno psicanalista che ha già preso parte, negli anni scorsi, alle attività del Comitato Minori Stranieri per poi passare ad altri incarichi all’interno del Ministero del lavoro: un nome su cui le associazioni concordano in unanime stima.


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