Mondo

Aviaria: mentre il mondo piange, Rumsfeld ride

Il segretario alla Difesa americano possiede milioni di dollari di azioni dell'azienda che detiene la licenza del Tamiflu. E secondo Fortune ci ha guadagnato un bel po'...

di Gabriella Meroni

Sintesi dell’articolo di Nelson D. Schwartz apparso su Fortune il 31 ottobre 2005: La prospettiva di una pandemia di influenza aviaria semina panico tra le popolazioni di tutto il mondo, ma si rivela una bella notizia per il segretario alla Difesa americano Donald Rumsfeld, azionista della Gilead Sciences, un’azienda biotech californiana che possiede i diritti sul Tamiflu, il farmaco più ricercato del mondo. Rumsfeld è stato chairman della Gilead dal 1997 fino al suo ingresso nell’amministrazione Bush, avvenuto nel 2001, e tuttora detiene un portafoglio di azioni Gilead valutato tra i 5 e i 25 milioni di dollari, secondo quanto rivelato da Rumsfeld stesso nelle dichiarazioni finanziarie federali che ha compilato. I moduli non svelano il numero esatto di azioni detenute dal segretario alla Difesa, ma negli ultimi sei mesi i timori della pandemia e il conseguente accaparramento di Tamiflu hanno fatto schizzare le azioni della Gilead da 35 a 47 dollari. Da ciò Rumsfeld ha guadagnato almeno 1 milione di dollari. La Gilead riceve da Roche una percentuale del 10% sulle vendite del farmaco che si reputa utile contro l’avanzare dell’epidemia. Non basta. Il governo degli Usa si sta rivelando il maggior cliente mondiale del Tamiflu. In luglio il Pentagono ne ha ordinate dosi per 58 milioni di dollari per spedirle alle truppe statunitensi in tutto il mondo, e il Congresso sta prendendo in considerazione acquisti miliardari. Roche si attende di incassare nel 2005 un miliardo di dollari dalla vendita del Tamiflu, contro i 258 milioni del 2004.  Rumsfeld si è rifiutato di prendere qualunque decisione relativa alla Gilead da quando lasciò il board dell’azienda per diventare segretario alla Difesa. E alla fine di settembre – secondo una fonte del Pentagono – si è spinto ancora più in là determinando i confini della propria azione in caso di pandemia e di intervento del Pentagono per affrontarla. Mesi fa – sempre secondo la fonte – Rumsfeld considerò anche l’ipotesi di dismettere il proprio pacchetto azionario della Gilead, e chiese un parere al Dipartimento della Giustizia, alla Sec e all’Ufficio federale dell’etica governativa (Federal Office of Government Ethics). Questi organismi però non risposero e quindi il segretario si rivolse a un legale privato, che gli consigliò di conservare le azioni e rendere pubblica la decisione, piuttosto che venderle e correre il rischio di essere accusato di insider trading, accusa che Rumsfeld respinge. Quindi le azioni, a oggi, se le tiene ben strette.


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