Non profit
Avetrana, una storia infinita
Turismo macabro, servizi e talkshow, orrore mediatico
Una storia infinita, in un intreccio ormai inestricabile fra i fatti e la rappresentazione mediatica dell’orrore e del “giallo”: Sarah ormai è morta da tempo, e la scena è ancora conquistata in pieno da Avetrana, tanto che ancora oggi i giornali dedicano pagine alla vicenda.
- In rassegna stampa anche:
- PDL
- MAFIE
- TERZO SETTORE
- LAVORO
- IMMIGRAZIONE
- MINORI
- TURISMO RESPONSABILE
E’ ancora l’apertura del CORRIERE DELLA SERA di oggi la vicenda di Avetrana: “Gli sms di Sabrina per fermare l’unica testimone” è il titolo a centro testata, e di spalla: “Avetrana invasa dai turisti dell’orrore”, e ancora: “Inganni e sorprese: peggio di un reality”. Tre titoli che spiegano in parte l’interesse tuttora elevatissimo per questa vicenda familiare. Tocco emotivo sempre in prima: due foto sovrapposte, con il dettaglio degli occhi di Sarah Scazzi (la vittima) e di Sabrina Misseri (la cugina), che era stata portata via, qualche giorno fa, con un cappuccio in testa per impedire alle telecamere e ai fotografi di riprenderla per l’ennesima volta. Un “particolare” sul quale, sabato, sempre sul CORRIERE, si era soffermato molto acutamente Aldo Grasso: “L’ hanno portata via incappucciata per evitare telecamere e giornalisti. Gesto più simbolico non poteva esserci per Sabrina Misseri, la cugina di Sarah – scriveva il critico televisivo – Sabrina da ieri sera è agli arresti. Dopo giorni e giorni di sovraesposizione televisiva, il cappuccio diventa una sorta di contrappasso. Come spesso succede, l’ omicidio di Sarah si è ben presto trasformato in un osceno circo mediatico, dove ognuno ha dato il peggio di sé. Con la scusa di aiutare il pubblico a capire. Con la suprema ipocrisia di non ammettere che di fronte a una storia simile, che nessuna fiction avrebbe mai il coraggio di mettere in scena, la morbosità fa premio sulla reticenza. Da quella sera in cui mamma Concetta ha appreso in diretta la tragica fine della figlia, i media hanno continuato a illuminare la scena del delitto e il retroscena famigliare, essendo ormai caduta la distinzione che separa la vita reale da quella rappresentata”. Fino a portarlo, giustamente, a concludere: “Forse la cugina, il fratello di Sarah, Sarah stessa era una vita che sognavano di andare in tv, non avendo strumenti culturali di difesa, avendo anzi assorbito per anni gli stili di vita che certa tv offre quotidianamente. E adesso sono in molti ad approfittare di questa loro debolezza. Siccome siamo capaci di fare il callo anche all’ orrore, ogni giorno qualcuno decide di alzare la posta in gioco e quello che fino a un attimo prima sembrava un tabù, d’ improvviso si trasforma in consuetudine. «Leopardi irrompono nel tempio», diceva Kafka: dapprima spaventano, terrorizzano, poi, a poco a poco, diventano parte della cerimonia. Ma il punto di non ritorno, ciò che permette alla morte di presentarsi come spettacolo, e la cognizione dell’ inferno che si è scatenato non li dobbiamo cercare solo nei media. Non li dobbiamo cercare nemmeno nella vita quotidiana, dove tutto sembra continuare come prima. Ma dentro di noi, prima di tutto dentro di noi”. Torniamo ai servizi in edicola oggi, concentrati alle pagine 12 e 13. Innanzitutto la cronaca dell’inviato Giusi Fasano, che ricostruisce la vicenda degli sms, a raffica, inviati dalla cugina di Sarah all’amica Mariangela. Anche in questo caso a tradire la ragazza è uno strumento nuovo di comunicazione, il cellulare, con quell’uso spasmodico degli short messages, gli sms, che evidentemente venivano ritenuti sicuri, non utilizzabili contro di lei. Ma se le indagini sembrano ormai arrivate vicine a una ricostruzione attendibile dei fatti, e dei ruoli avuti nell’omicidio di Sarah dalla cugina, gelosa, e dallo zio, le conseguenze pubbliche sono rovinose. Leggiamo un passo del racconto di Goffredo Buccini sui “turisti”: “Arrivano dalle grandi strade della provincia, in questa domenica di sole che scalda e invoglia, i pellegrini dell’orrore. In un’ora i carabinieri contano oltre mille macchine, incolonnate sulle quattro grandi arterie che sboccano ad Avetrana: dal mare, da Manduria, da Nardò, da Erchie. I numeri sono pazzeschi. Avetrana conta settemila abitanti, in queste ore di follia la popolazione quasi raddoppia. Vengono da tutta la provincia, si intasano sulla strada per Nardò, parcheggiano alla come diavolo capita sul bordo della carreggiata, provocando nuove file. Si mettono in marcia verso il «pozzo di Sarah», pargoli per mano”. E lo scrittore Donato Carrisi chiosa: “Inganni e colpi di scena di una storia perfetta”. Leggiamo: “Il sospetto è che quelli che adesso dicono «Io lo sapevo!» forse non sono semplicemente intuitivi, hanno soltanto perso la capacità di vedere il buono nelle cose – scrive Carrisi – E se sappiamo pensare solo al marcio, al torbido, allora forse un po’ di quella cattiveria che riusciamo a riconoscere ovunque in fondo fa parte di noi. Ed è lì che, per una volta, dovremmo guardare. Per saperlo è sufficiente un piccolo test. Domandatevi chi erano gli assassini della strage di Erba. Se avete risposto correttamente, chiedetevi il nome delle loro vittime. Se non riuscite a ricordare nemmeno quello del bambino, allora anche voi siate i benvenuti nel paese dei mostri, che almeno per oggi si chiama ancora Avetrana”.
LA REPUBBLICA apre con “Berlusconi, il mistero di Antigua” e a taglio centrale riferisce gli sviluppi del caso di Avetrana: “Il dubbio su Sabrina «Può avere ucciso lei»”. All’interno due pagine: in cui si dà conto della posizione del medico legale secondo cui «le lesioni riscontrate sul collo della vittima sono compatibili anche con l’azione di una persona di sesso femminile, non particolarmente gracile». Dettaglio che rende ancor più inquietante l’intera vicenda. Oggi Sabrina (che continua a ripetere «mio padre è impazzito») si presenterà dinanzi al gip per l’interrogatorio di convalida. La madre, Cosima Spagnolo, intervistata da Conchita Sannino, dichiara: «voglio andare in carcere da mio marito. Solo per dirgli: lo sai che tua figlia sta in una cella a pochi metri da te… sai che è un’infamia accusare un’innocente?». Quanto all’eccesso di esposizione mediatica: «È vero. Io ora lo vedo», dice Cosima, mentre l’altra figlia, Valentina, aggiunge: «a volte ho visto gli inviati litigare qui, in questo salotto… Siamo state travolte. E ora siamo assediate persino dal clan dei casalesi» (fa riferimento a una lettera di minaccia di un sedicente affiliato). Nel frattempo sale il turismo macabro: “L’horror show di Avetrana, centinaia di auto in colonna interviene la Protezione civile”. Dopo le partite di serie A, città invasa da auto per fare il Sarah Scazzi horror show, come lo definisce Giuliano Foschini.
IL GIORNALE oltre alla cronaca affidata a Bepi Castellaneta, intervista Raffaele Morelli, psichiatra e direttore della rivista Riza psicosomatica. Enza Cusmai chiede a Morelli un’opinione e il medico risponde che «probabilmente Sabrina è vittima di anni di violenza, e che occorre capire il rapporto fra padre e figlia per arrivare al movente del delitto». Sulla madre di Sabrina, Morelli afferma: «Impossibile che la madre non se ne sia accorta». E sugli atteggiamenti addolorati dell’omicida, Morelli risponde: «Li ho analizzati alla moviola e ho capito subito che recitava. E ora negli occhi di Michele non c’è nessun pentimento». Anche IL GIORNALE nota come sui luoghi del delitto e dove abitano le due famiglie in questo fine settimana ci siano stati “turisti” dell’orrore, tanto che le vie attorno a questi luoghi sono state chiuse al traffico». Altra nota, una breve che racconta del ritrovamento del gatto di Sabrina che è stato sgozzato. Di un paese che aveva messo uno striscione “Pena di morte per Michele datelo a noi” e che oggi la gente parla di Sabrina assassina».
“Una domenica a sbirciare il dolore oltre il cancello”. E’ il titolo di un articolo a pagina 7 che descrive la folla davanti alla villetta “dell’orrore ad Avetrana”, e anche in prima pagina LA STAMPA sceglie la foto di questa specie di fiera, in cui l’importante è essere inquadrati dalle telecamere, con famiglie, bambini, passeggini, le “belle” del paese che sfilano, le foto ricordo scattate con il telefonino. Si ride e si scherza fino alla soglia della casa, dove «scattano le espressioni d’ordinanza di queste tristi occasioni» scrive il cronista. «Sguardi corrucciati, voci basse, ci si indica la porta dell’antro, la finestra “dove c’è Cosima che guarda”». Strabattuti i record di Cogne, Erba, Garlasco, è l’amara conclusione del servizio.
E inoltre sui giornali di oggi:
PDL
LA REPUBBLICA – Intervista a Maria Stella Gelmini: “Siglata una tregua con gli ex di An ora unità Pdl, poi coordinatore unico”. «L’immagine di un partito dilaniato da lotte clandestine non rappresenta la realtà», afferma il ministro dell’Istruzione, «il Pdl resta una grande intuizione del presidente Berlusconi ed è una realtà viva», «non nego le difficoltà del Pdl, ma per me è una normale crisi di crescita». Infine: «sono amareggiata per quello che è accaduto, ma credo a Tremonti. Ha promesso che i soldi per l’Università ci saranno con il decreto milleproroghe e io mi fido della sua parola».
MAFIE
LA STAMPA – “La pace riportata dalla legge tra gli ulivi ostaggio dei boss”. Dopo vent’anni di omertà, in Calabria lo Stato difende i proprietari minacciati, è la notizia che LA STAMPA dà oggi nelle pagine di cronaca. In un paesino della zona di Vibo Valentia, i proprietari di un campo si sono rivolti a una cooperativa di “Libera” per estirpare le piante di ulivo, come protesta contro la ‘ndrangheta che da vent’anni sfrutta e danneggia il terreno e distrugge le piante, allo scopo di impadronirsi della terra. Ieri prefetto, procuratore, carabinieri sono accorsi, l’idea di espiantare è diventata potatura. Con la speranza che questa volta lo Stato non se ne vada, dicono gli agricoltori.
TERZO SETTORE
IL SOLE 24 ORE – “Prestiti al no profit per 11 miliardi”. IL SOLE riporta i risultati di un’analisi di Banca d’Italia sul mercato del credito a favore di Onlus e imprese sociali. «Il mercato del credito bancario alle organizzazioni no profit vale circa 11 miliardi, una quota ancora piccola, intorno allo 0,6% del totale degli impieghi, ma in rapida espansione, con un tasso di crescita notevolmente superiore a quello medio». Commento di spalla di Alessandro Messina, dell’Abi: «Il credito alle organizzazioni non profit è un segmento dinamico e crescente, che sta determinando, dal parte del mondo bancario un’offerta di servizi ricca e articolata».
LAVORO
ITALIA OGGI – Le agevolazioni pubbliche funzionano, soprattutto nel mezzogiorno. Lo rilevano i dati del pezzo “Agevolazioni benvenute al Sud”, che il quotidiano dei professionisti pubblica nella sezione Primo Piano. Secondo l’articolo, dal 2005 ad oggi sono stati creati 3.600 posti di lavoro su un investimento di 300 milioni. I dati emergono dalle 274 iniziative sull’agevolazione per l’autoimprenditorialità. Ogni iniziativa ha contribuito a creare in media più di 13 posti di lavoro. La richiesta delle agevolazioni è stata maggiore nel sud soprattutto in Campagna, Puglia e Sicilia.
IMMIGRAZIONE
IL SOLE 24 ORE – “La web tv alla conquista degli stranieri”. Sempre più dedicate alle seconde generazioni offrono nuovi contenuti informativi, di inchiesta e di servizio, con aggiornamenti legislativi in diverse lingue su permessi e ricongiungimenti.
MINORI
LA STAMPA – “Voli & vacanze. Niente bambini, siamo svedesi”. Inaspettato successo in Svezia per i voli “solo adulti”. Sempre di più le persone che acquistano biglietti, a costo maggiorato, pur di non avere in
torno bambini urlanti e indisciplinati. Nella Svezia da sempre reputata “family friendly”.
TURISMO RESPONSABILE
IL SOLE 24 ORE – “Il turismo responsabile conquista le scuole – In crescita le gite dedicate al rispetto della natura e del diritti”. «Da alcuni anni le associazioni che si occupano di diritti umani, natura e consumo critico offrono a studenti e insegnanti veri e propri cataloghi con proposte di viaggio innovative». Vengono citate le esperienze di Viaggi solidali, viaggi e miraggi, Fabello viaggi. In box l’esperienza del WWF.
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