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Aversa, mille anni a far buona la mozzarella

Qui Campania. Un incrocio tra storia ed enogastronomia, questa cittadina ha trovato la sua strada nel cibo. Meta di tutti i gourmet alla ricerca de formaggio più buono del mondo

di Redazione

Terra di chiese e mozzarella di bufala. Ma anche patria di illustri musicisti come Cimarosa e Jommelli. Sono molte le facce di Aversa, cittadina campana a metà strada tra Napoli e Caserta. «Situata in una fertile piana dell?entroterra a nord del capoluogo partenopeo (la cosiddetta ?Terra di lavoro?), è una tappa da non perdere per chi ama turismo storico ed enogastronomico», vi dirà la guida turistica. Quello che non vi racconterà, magari, è che Aversa è stata il teatro di una delle fughe più rocambolesche e spettacolari della storia della giustizia carceraria italiana. Potrebbe essere anche il copione di un film, se non ci fosse stato di mezzo Raffaele Cutolo. Accadde nell?ex ospedale psichiatrico Filippo Saporito, oggi manicomio giudiziario, ospitato in un convento del XVI secolo. Più di dieci anni fa il potente capo della Nuova camorra organizzata vi fece un… ?breve passaggio?: riuscì infatti a evadere, grazie a un buco nel tetto provocato da un?esplosione organizzata dagli uomini del suo clan. Mitologia criminale a parte, coi suoi mille anni d?età Aversa vanta un ricco patrimonio artistico che è un piccolo gioiello nel cuore del suo territorio: da monumenti di gran valore artistico fino a chiese che testimoniano il passaggio dei vari padroni, i romani e i normanni, gli angioini e i borbonici. Non a caso Aversa è nota come la ?città delle cento chiese?, difficili però da visitare, al punto che neanche gli aversani le conoscono bene. Certo vale la pena vedere il Duomo, dedicato a San Paolo, santo protettore della città e la cui festa si celebra il 25 gennaio. La cattedrale, che sorge in piazza Mercato, è ricca di dipinti, statue e reliquie. Tra queste, una spina della Corona di Cristo, che suscita una fortissima devozione e che, secondo la tradizione, quando il Venerdì Santo cade il 25 marzo, festa dell?Annunziata, butta un germoglio di fioritura. Da non perdere la chiesa di Santa Maria a Piazza, la più antica della città, sebbene compaia ufficialmente nei documenti solo nella metà del XII secolo. Per molti anni chiusa al pubblico, dopo i restauri seguiti al terremoto, gli aversani da qualche tempo hanno ricominciato ad ammirarne la bellezza. Non meno suggestiva, per dipinti e stile architettonico, la chiesa di San Francesco. Camminando per il centro, non passa inosservata la chiesa dell?Annunziata e il campanile con l?arco, emblema della città. La struttura dell?arco, completamente in marmo, è arricchita da rilievi raffiguranti personaggi e scene allegoriche riconducibili a Rainulfo. Il convento dell?Annunziata, invece, dopo aver accolto per molto tempo l?Ospedale Civile, è oggi sede della facoltà d?Ingegneria della Seconda università di Napoli. Più che per monumenti e chiese, Aversa è però nota per la mozzarella di bufala. Elogiata dai più importanti gourmet, ha un sapore indescrivibile tanto che la mozzarella di Mondragone e Battipaglia non reggono il confronto con questa. Il tenero formaggio bianco fu prodotto per la prima volta proprio qui e si narra che, già nell?anno Mille, i monaci dell?Abbazia di San Lorenzo offrivano la ?mozza? con un pezzo di pane ai componenti del Capitolo che ogni anno vi si recavano in processione. Famoso l?elogio che della mozzarella fece Totò in Miseria e nobiltà: «E le uova come ce le facciamo, così, senza niente? Una mozzarella! Felì, le uova vanno fatte con la mozzarella. Tu chiedi mezzo chilo di mozzarella d?Aversa, freschissima; assicurati che sia buona. Tu prendi la mozzarella tra due dita, così, premi la mozzarella, e se cola il latte, la prendi, se no, desisti». Indirizzi La Mozzarella di Aversa Non va assolutamente conservata in frigo, ma a temperatura ambiente in un luogo fresco, in un sacchetto pieno della sua ?acqua?. Ad Aversa potete andarla a cercare al Caseificio Olimpico, affacciato sulla provinciale Aversa-Parete (che una volta si chiamava ?la strada degli americani?), oppure in città al Caseificio Fedele, in una traversa di via Garofalo. di Katia Biondi


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