Mondo

Avanti anche senza gli USA

Intervista al direttore del Global Fund dell'Onu contro l'Aids

di Paolo Manzo

È chiamato a gestire un fondo di importanza ?vitale? e che sulla carta dovrebbe sfondare il tetto degli otto miliardi di dollari l?anno. La realtà dei fatti dice che per il 2006 i Paesi del G8 gliene concederanno al massimo 3,5 miliardi. Uno smacco durissimo da digerire per chiunque. Ma non per Richard Feachem. Assumendo in pieno le sue responsabilità di direttore esecutivo del Fondo globale Onu per la lotta all?Aids, la tubercolosi e la malaria, cerca di incassare il colpo come può. Perché «conscio che, nonostante le difficoltà finanziarie di molti donatori, questo fondo è diventato nel giro di pochi anni uno dei più importanti al mondo». Per Feachem la speranza ha un nome: l?International Finance Facility (Iff), un programma proposto dal ministro inglese delle Finanze, Gordon Brown per procurare fondi per il Sud del mondo a partire dai bond statali, da rimborsare mediante successive garanzie di aiuti. «Un?iniziativa fondamentale per il Fondo globale». Vita: Lei è ottimista per Gleneagles, dopo la polemica Blair-Chirac? Richard Feachem: Ci sono cose molto difficili da approvare, ma ce ne sono altre su cui gli europei trovano facilmente un accordo, come l?importanza dell?Africa, dello sviluppo, dell?aumentare l?assistenza allo sviluppo. Vita: Sì, ma bisogna concretizzare. A Gleneagles sarà possibile? Feachem: Credo che Gleneagles sarà un grande passo in questa direzione e, naturalmente, Gordon Brown sta combattendo molto duramente su questo argomento. Inoltre, dal primo luglio inizia la presidenza britannica dell?Ue e, quindi, credo sia un?opportunità per il primo ministro Blair e per Gordon Brown, di lavorare con i colleghi dell?Ue e rafforzare quel consenso per lo sviluppo, sull?Africa, attraverso l?Europa. Insomma, qualcosa su cui gli europei saranno entusiasti di mettersi d?accordo e andare avanti, pur avendo difficoltà su altre questioni. La chiave di volta potrebbe essere: la gente ama trovare cose su cui poter mettersi d?accordo, e combattere l?Aids è qualcosa su cui gli europei possono farlo ?easily?, facilmente. Vita: Nel 2003 lei disse in un?intervista alla Bbc che il Fondo globale aveva bisogno «tra i 6 e gli 8 miliardi di euro l?anno entro il 2008». Giusto? Feachem: Giusto. Ma credo sia improbabile che ci si arrivi. Arriveremo, si spera, a 4 – 4,5 miliardi di euro entro quella data. Vita: Perché? Feachem: Perché gli importi di denaro necessari sono davvero ingenti, perché la disponibilità di finanziamenti per lo sviluppo sta crescendo, dal momento che gli Stati donatori si avvicinano allo 0,7% di aiuti allo sviluppo in base agli impegni dei Millennium Goals. Ma stanno crescendo gradualmente, mentre il Fondo globale lo fa rapidamente dal momento che le necessità per combattere Aids, tbc e malaria sono enormi e crescono in fretta. Noi stiamo spingendo al massimo sui finanziamenti ma, per arrivare all?importo di 8-10 miliardi di euro l?anno, abbiamo bisogno dell?Iff, ossia lo schema che Gordon Brown sta promuovendo e che sarà discusso al G8 scozzese. Vita: La Gran Bretagna è il Paese che contribuisce meno? Feachem: Sì, ma è anche il Paese che ha fornito nel G8 la leadership più forte dal punto di vista intellettuale, con la Commissione per l?Africa, l?Agenda per lo sviluppo dell?Africa e l?urgenza di dare risposte ad Aids, tbc e malaria. Tutti siamo ottimisti sul fatto che il governo farà annunci importanti a Gleneagles. Vita: Che si aspetta dal G8 di Gleneagles? Feachem: Spero che ci sia un impegno chiaro per un finanziamento adeguato e sostenibile al Fondo globale. Spero che una, due o tre nazioni facciano il loro annuncio a Gleneagles, tenendo a mente che il 6 settembre, a Londra, ci sarà il maggior appuntamento per il finanziamento del Fondo, ospitato dal premier Blair e con la partecipazione di Kofi Annan. Vita: A guardare i titoloni dei giornali sul G8 si parla di raddoppio degli aiuti, di ulteriori cancellazioni di debito estero, di eliminazione dei sussidi all?agricoltura, di Iff, ma si parla poco di Aids, tbc e malaria. Non vi danneggia tutto ciò? Feachem: Il G8 affronta le due facce di una stessa medaglia. Da una parte ci sono le grandi iniziative: raddoppiare gli aiuti all?Africa, lanciare l?Iff, insomma le grandi e nuove idee. Dall?altra parte c?è il Fondo globale, una delle iniziative di maggior successo del G8. Perché molte delle altre, non scordiamolo, non sono andate da nessuna parte: grandi discorsi, gente che gioca a golf e poi? non se ne sente più parlare. Il Fondo globale è una grande eccezione rispetto a questo: è un ?bambino? del G8, cresce velocemente e sta facendo davvero una differenza. E le chiedo: tra le nuove iniziative non sarebbe bello vedere un reale impegno di finanziamento tra le storie di successo del G8 per lo sviluppo? Vita: Le giro la sua ?spiegazione?. In realtà si potrebbe dire: esiste un Fondo globale che non è riuscito a organizzare il quinto round alla fine dello scorso anno come programmato in Thailandia e che sta lottando per avere più finanziamenti e, di nuovo, i leader del G8 si riuniscono con un sacco di nuove iniziative, come l?Iff che gli Usa non appoggiano, il raddoppio degli aiuti allo sviluppo, ecc., ecc. Feachem: L?Iff è estremamente importante, io lo appoggio perché indispensabile per raggiungere ciò di cui abbiamo bisogno. Ciò che lei dice, tuttavia, è corretto: se Gleneagles è solo sulle nuove iniziative e quelle esistenti e di successo non sono finanziate, sarebbe un fallimento e pioverebbero le critiche. Non ho dubbi. Vita: L?Iff funzionerà senza gli Usa? Feachem: È assolutamente possibile lanciare una serie di ?facilitazioni finanziarie internazionali?, con una sorta di ?coalizione dei volenterosi? tra i donatori europei più Giappone e Canada. Vita: Quanto potrebbe raccogliere l?Iff europea proposta da Gordon Brown? Feachem: Circa 25 miliardi di euro all?anno. Numeri da paura: una tragedia senza fondi Nel 2004, il Programma Onu per la lotta contro l?Aids (Unaids) calcola che su 39,4 milioni di persone colpite dal virus nel mondo, 25,4 milioni provengono dall?Africa subsahariana, ossia il 60%; inoltre, sono 3,1 milioni i casi di nuova infezione. Tutte cifre in aumento visto che nel 2002 erano 24,4 milioni gli africani affetti da Hiv/Aids e 2,9 milioni i nuovi casi di infezione. Come rimediare? Gli esperti puntano sulla prevenzione, il miglioramento dei sistemi sanitari, ma soprattutto l?accesso per tutti gli africani agli antiretrovirali (nel 2004 sono solo il 2% a causa del loro elevato costo). Se i Paesi del G8 non finanzieranno prevenzione e cura, si calcola che da qui al 2025 l?Hiv provocherà la morte di oltre 100 milioni di africani.


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