Sostenibilità

Autunno caldo, non cadono le foglie…

Rischi di danni irreversibili all'agricoltura: la denuncia di Coldiretti

di Redazione

Gli alberi da frutto in molte zone non hanno ancora perso le foglie con il rischio concreto che l?arrivo improvviso del freddo provochi danni irreversibili alle piante che non sono ancora entrate nella fase dormiente. E? quanto afferma la Coldiretti in riferimento agli affetti sulle coltivazioni agricole di uno degli autunni più caldi a memoria d?uomo, con temperature superiori in alcuni casi di 7 o 8 gradi alle medie stagionali. In Trentino – riferisce la Coldiretti – gli imprenditori agricoli stanno adottando tecniche colturali per cercare di far cadere le foglie e indurre artificialmente a dormire le piante di melo: le foglie sul ramo, infatti, trattengono la linfa e se il freddo arriva improvvisamente la pianta gela e muore. Ma le temperature primaverili – prosegue la Coldiretti – stanno creando problemi anche alle viti con le piante che, dopo le potature effettuate dagli agricoltori, per il caldo tendono a rigermogliare e sono dunque molto vulnerabili all?annunciato abbassamento delle temperature che avrebbe effetti disastrosi con punte di 6 -7 gradi sotto lo zero. L?autunno ? tropicale ? – sostiene la Coldiretti – sta anche favorendo lo sviluppo di malattie dannose per le colture come quella del giallume dei cereali (mosaico giallo) che peraltro hanno difficoltà di crescita perchè necessitano di un periodo di freddo (crioperiodismo) che al momento non si è verificato. Accanto alle alte temperature, a preoccupare le imprese agricole è anche – sottolinea la Coldiretti – la mancanza di pioggia che impedisce ai terreni il ripristino delle riserve idriche indispensabili per affrontare la primavera e l?estate quando le colture avranno bisogno di irrigazione. Una situazione che tuttavia potrebbe risultare meno drammatica se l?abbassamento di temperature sarà graduale e accompagnato da abbondanti nevicate sui rilievi che potrebbe rappresentare una importante ?scorta? di risorse idriche per i prossimi mesi. Gli effetti osservati in questo autunno sono in realtà il risultato – sottolinea la Coldiretti – di cambiamenti climatici strutturali che in Italia si manifestano con un aumento dell’intensità delle precipitazioni, sfasamenti stagionali con autunno caldo e primavera anticipata, aumento del numero di giorni consecutivi con punte di caldo eccessivo, modificazione della distribuzione delle piogge e aumento delle temperature estive. Si tratta di una evoluzione destinata a produrre conseguenze strutturali sull’attività agricola poiché gli effetti – precisa la Coldiretti – si fanno sentire con un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture, la riduzione della riserva idrica, l’aumento dell’erosione in zone collinari ed alluvioni in pianura, anticipo di germogliamento per le piante coltivate, maggiore rischio per gelate tardive, aumento dell’incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti, stress idrico delle piante. Si tratta di processi – conclude la Coldiretti – che rappresentano una nuova sfida per l’impresa agricola che deve interpretare il cambiamento e i suoi effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

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