Economia
Autostrade: dal 1-1-2002 pedaggi più cari del 2,21%
L'incremento autorizzato dall'Anas, è stato determinato, spiega Autostrade, sulla base di precisi parametri di riferimento costituiti dall'inflazione programmata
di Paolo Manzo
Autostrade più care dal primo gennaio prossimo. I pedaggi in riscossione sulla rete gestita dalla società Autostrade subiranno, infatti, un aumento medio del 2,21%, a seguito dell’adeguamento tariffario attuato in applicazione della formula di price-cap e delle procedure previste dalla convenzione sottoscritta fra Anas e Autostrade nel ’97.
Intanto, anche Autostrade è pronta per il passaggio all’euro. Le tariffe unitarie chilometriche saranno convertite in euro applicando solo il tasso di conversione (1 euro uguale a 1.936,27 lire).
L’arrontondamento dei pedaggi corrispondenti al percorso compiuto, per favorire la gestione dei resti, sarà come negli anni scorsi conforme alle disposizioni interministeriali (ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e ministero dell’Economia e delle Finanze), emanate in materia per tutte le società concessionarie autostradali italiane, le cui tariffe, sottolinea una nota, rimangono le più basse d’Europa: 10 centesimo di euro, per eccesso o per difetto, a seconda che l’importo complessivo sia uguale o superiore, oppure inferiore, ai 5 centesimi di euro.
Nel periodo di doppia circolazione, ovvero fino al 28 febbraio 2002, nei casi di pagamento del pedaggio in lire la corresponsione dei resti sarà effettuata con arrotondamento a favore del cliente, alle 100 lire o ai 5 centesimi di euro superiori.
Tornando agli aumenti tariffari, l’incremento controllato e autorizzato dall’Anas, è stato determinato, spiega Autostrade, sulla base di precisi parametri di riferimento costituiti, principalmente, dall’andamento dell’inflazione programmata, dal miglioramento della qualità del servizio e sia dell’ingente piano di investimenti nella cui realizzazione la società è impegnata.
L’entità dell’adeguamento è, peraltro, inferiore al tasso di crescita dei prezzi al consumo per il 2001 ed è quindi coerente con l’obiettivo di contenimento dell’inflazione.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.