Politica & Ambiente

Autonomia differenziata, la protesta del Wwf

La storica organizzazione ambientalista contro la riforma Calderoli: «Siamo lontani dal definire i Lep per ambiente ed ecosistema». E invita alla mobilitazione a livello regionale

di Barbara Marini

La natura non ha confini politici: un bosco o un fiume non vivono entro i limiti stabiliti dalle carte geografiche. Questa ovvietà è invece poco considerata dalla legge sull’autonomia differenziata approvata in Parlamento.

Paradosso ulteriore è che la riforma della Costituzione, con gli articoli 9 e 41, ha considerato la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, tra i suoi principi fondamentali riconoscendo che la tutela dell’ambiente è un criterio dovuto per i limiti delle attività economiche. Quando si parla di ambiente da proteggere, si parla anche di salute e benessere per chi lo abita. Proprio perché lo Stato afferma questo, le competenze regionali avrebbero dovuto affiancare tale ipotesi.

Così come per la sanità vi saranno dunque differenze di posizioni e di accorgimenti tra regione e regione. I Livelli essenziali di prestazione – Lep, sono stati sì individuati, ma non sono definibili, perciò, le variabili e le interpretazioni locali saranno molte.

«L’evidenza scientifica fornita su quanto si sia lontani ancora dal definire i Lep per ambiente ed ecosistema è rimasta ancora oggi ignorata. Il dato economico dell’applicazione delle garanzie che dovranno essere date anche alle Regioni che non sottoscriveranno le intese di autonomia è stato gravemente sottovalutato», si legge in una nota.

Questo è il grido di Wwf che denuncia l’ennesima sconfitta per la tutela dell’ambiente e poiché è «opinabile la scelta del Parlamento di dare attuazione al regionalismo differenziato tramite legge ordinaria e non tramite legge costituzionale, ancor più discutibile (è) la scelta di trattare in modo equivalente le materie di competenza esclusiva statale e quelle di competenza concorrente (cioè anche regionale)».

Il Wwf chiede una mobilitazione trasversale alle Regioni tutte, che si troveranno in difficoltà finanziaria e non potranno sottoscrivere le intese con lo Stato.

La legge sull’autonomia differenziata è un serio pericolo per la tutela dell’ambiente e pertanto è nemica della nostra salute.

«Il Wwf chiede alle Regioni», prosegue la nota, «di mobilitarsi affinché, al di là di ogni logica di appartenenza politica, si attivino per fermare la legge anche valutando l’impugnativa in Corte Costituzionale e il ricorso al referendum abrogativo. È infatti fortemente opinabile la scelta del Governo e del Parlamento di dare attuazione al regionalismo differenziato tramite legge ordinaria e non tramite legge costituzionale, ancor più discutibile la scelta di trattare in modo equivalente le materie di competenza esclusiva statale e quelle di competenza concorrente (cioè anche regionale)».

Nella foto di apertura di Rocco De Benedictis/Agenzia Sintesi, la Foresta Umbra nel Gargano (Foggia).

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