Politica
Autonomia differenziata, i 150mila della Cesare Pozzo dicono sì al referendum
La storica Società di mutuo soccorso si unisce alla campagna per abrogare la riforma Calderoli, in rappresentanza della scelta unanime degli oltre 150mila soci
di Alessio Nisi
I delegati all’assemblea nazionale della Società nazionale di mutuo soccorso Cesare Pozzo, riuniti a Milano il 4 e 5 luglio 2024, in rappresentanza di oltre 150mila soci distribuiti sull’intero territorio italiano, unanimemente, hanno dato ampio mandato alla presidenza affinché esprima la totale adesione del sodalizio alla campagna di raccolta firme per l’indizione di un referendum abrogativo della legge denominata “Autonomia differenziata”.
Totale contrarietà alla approvazione della legge
«Una realtà come quella della Cesare Pozzo, storica Società nazionale di mutuo soccorso, operativa dal 1877», spiega la presidenza, «non può certo esimersi dall’esprimere la totale contrarietà alla approvazione di una legge che
produce ed amplia, neanche ce ne fosse bisogno, diseguaglianze e fratture all’interno di un Paese già attraversato da differenziazioni nella erogazione di servizi essenziali».
La stesso presidenza ricorda come «tanti sono stati gli interventi, tra i quali anche il nostro, precedenti l’approvazione della legge in questione, tesi a respingere le posizioni governative e della maggioranza parlamentare che lo sostiene, ma le pur autorevoli e motivate voci di dissenso sono state inascoltate».
Deleterio processo di regressione dei diritti universali di cittadinanza
Non ritorneremo, si aggiunge, «ad elencare le negatività che l’autonomia differenziata contiene, fiumi di parole sono state spese ed ancora ampio sarà il dibattito nei prossimi mesi. Ci limitiamo ad esprimere in nostro forte dissenso, la nostra volontà di non essere spettatori di un deleterio processo di regressione dei diritti universali di cittadinanza, di conferma della necessità
che siano sempre vivi e presenti i valori che hanno ispirato la nascita e la crescita del mutuo soccorso: solidarietà, uguaglianza e pari opportunità, inclusione sociale, universalismo dei diritti, a partire dal benessere e dalla salute».
Sono 150 anni, chiarisce la Società nazionale di mutuo soccorso Cesare Pozzo, «che percorriamo queste strade e vedere oggi messe in discussione le conquiste sociali, faticosamente acquisite dalle generazioni a noi precedenti, non può che stimolarci a proseguire, ancora con più impegno, nell’affermazione degli ideali e dei valori che, da sempre, ci contraddistinguono».
La pressione popolare deve essere continua
Da qui l’iniziativa. «Dalla metà luglio ha preso il via la raccolta delle firme per il referendum contro l’autonomia differenziata. Entro il 30 settembre occorre raccogliere almeno 500mila firme. Non si può esitare o attendere che almeno cinque regioni appoggino il quesito evitando, così, la presentazione delle firme. anche perché la pressione popolare e la mobilitazione deve essere continua, al Sud, come al Nord. In ogni caso, raccolta firme o iniziativa di cinque regioni, il quesito dovrà, comunque passare al vaglio dell’Alta corte».
Rimandiamo al mittente l’autonomia differenziata
La strada, si ricorda, è in salita, «ma chi come noi ha da sempre lottato e creduto che i diritti e le opportunità non devono e non possono variare in base alla residenza territoriale, non può fare altro se non impegnarsi affinché l’astrusa formula dell’autonomia differenziata venga rinviata al mittente e non provochi differenziazioni tra i bambini che frequentano le scuole (chi avrà, ad esempio il tempo pieno e chi no), tra gli insegnanti retribuiti meno o più in base alle diverse regioni di appartenenza, tanto per citare due delle 23 materie messe in discussione.
Il nodo della sanità
Tra queste vi è anche la sanità, il diritto universale sancito dalla legge del 1978 con l’istituzione del Servizio sanitario nazionale. Lo ripetiamo: noi, noi della Società Nazionale di Mutuo Soccorso Cesare Pozzo, siamo, da sempre, ostinatamente schierati non solo per la difesa, ma anche e soprattutto per il rilancio di tale modello universale. Avere venti sanità regionali differenziate per censo, reddito, appartenenza politica, significa peggiorare le condizioni sociali del Paese, ampliare le diseguaglianze ed il disagio, creare profonde spaccature territoriali, mandare in soffitta i fondamenti della nostra bella Carta costituzionale».
Un dovere verso la nostra storia.
L’Italia, a differenza di altri paesi, si aggiunge ancora, «ha potuto scrivere la propria Costituzione perché la parte più sana di esso si è ribellata alla barbarie del nazi-fascismo attraverso il movimento di Resistenza composto da tutte
le componenti democratiche che hanno dato vita alla Repubblica».
Oggi non si può abiurare a quei valori egualitari e solidaristici soltanto per affermare una volontà prevaricatrice del più forte sul più debole. La mobilitazione per la raccolta delle firme è «per quanto ci riguarda, un rispettoso dovere nei confronti della nostra storia. Per questo ci appelliamo a tutto il movimento mutualistico affinché emerga con la necessaria chiarezza da
che parte ci si schiera».
Noi, si rimarca, «non abbiamo dubbi. Da una sola parte, quella delle lavoratrici e dei lavoratori, dei cittadini a prescindere da dove sono nati e dove risiedono, degli esclusi, di chi deve avere sicurezza nei luoghi di lavoro perché di lavoro si vive e non si muore, delle nuove generazioni che scrutano un incerto futuro, degli anziani che tanto hanno dato alla società, dei bambini e, non certo per ultime, anzi, delle donne vittime di violenza e di una cultura (meglio di una incultura) patriarcale e maschilista, da combattere sin dalla formazione nelle aule scolastiche e nei luoghi della società civile».
Unità di intenti e rilancio del Ssn
Attenzione, mette in guardia la Cesare Pozzo, «a credere che le regioni ricche saranno oasi di benessere. Già oggi, e purtroppo la recente pandemia lo ha pesantemente dimostrato, l’organizzazione sanitaria e le prestazioni abbondantemente delegate al privato, non garantiscono affatto migliori e più diffusi servizi. E’ con l’unità di intenti ed il rilancio del Ssn che le prestazioni potranno essere diffusamente fruibili. Non vi è altra strada. Per questo, a nome dell’intero corpo associato, la Società nazionale di mutuo soccorso Cesare Pozzo è impegnata per l’affermazione dei diritti per tutti, nessuno escluso».
In apertura foto di Sollange Brenis per Unsplash
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