Leggi
Autonomi sì, ma nessuna delega al ceto politico
Terzo o non più terzo. Il non profit e la politica. L'intervento di Maria Guidotti
Il maggior male della politica dei nostri giorni è che troppo spesso viene vissuta come un?attività delegata ad un ?ceto? politico e non come impegno diffuso e partecipato dei cittadini. Questo accade perché la separazione tra politica e società è sempre più netta.
Noi dobbiamo invece contribuire, nell?autonomia delle nostre funzioni, e delle nostre soggettività, a ricostituire – e a pretendere – un ricongiungimento tra politica e società che in alcun modo può significare commistione di ruoli. Il sociale, nella sua autonoma soggettività politica, rappresenta una parte che deve avere nella politica un interlocutore capace di farne la sintesi in quanto espressione di tutti i cittadini e quindi degli interessi generali.
E’ un obiettivo difficile, ma irrinunciabile perché oggi, purtroppo, i cittadini vivono in maniera sempre più distaccata la propria appartenenza alla ?cosa pubblica?, si sentono più ?clienti? dello Stato che parte di esso. Il volontariato deve contribuire a costruire una società in cui la solidarietà non sia un atto ?eroico? o ?caritatevole? di pochi eletti ma impegno responsabile di ciascuno ed insieme al terzo settore deve avere capacità di analisi degli accadimenti sociali, politici, economici e avere una propria idea di società e di sviluppo cui informare la propria azione.
I cittadini, associandosi nelle forme di volontariato, in quanto espressioni particolari e qualificate di esercizio della cittadinanza, si fanno intenzionalmente carico della complessità sociale, per la riqualificazione dei servizi e più in generale per il rinsaldamento delle relazioni che nascono dalle persone. Essere volontari deve significare anche agire attivamente ed intenzionalmente sulle condizioni della propria esistenza. Questa è condizione affinché, nonostante la forte, a tratti impetuosa, espansione del terzo settore degli ultimi anni, si esca dallo stato di soggetti che agiscono prevalentemente in spazi residuali e interstiziali del sistema dei servizi, caratterizzandosi soprattutto come ?erogatori di servizi?.
Dobbiamo avere chiara la percezione che dalla collocazione del terzo settore e dal suo ruolo dipende una parte del generale clima ideale e culturale del Paese. Come parte importante della società civile, noi dobbiamo tenacemente sostenere e praticare il binomio inscindibile libertà/ responsabilità: altrimenti, la libertà si distorce in autorizzazione alla cura illimitata dei propri particolari interessi, anche a costo di dissipare beni permanenti e collettivi che assicurano il futuro. Noi dobbiamo rappresentare un ambito di rapporto sociale che si colloca prima e fuori dei rapporti di potere pubblico, elevandoci al di sopra di meri interessi particolari, e ponendo domande disinteressate ma stringenti. Dobbiamo essere, come dice Ginsborg, «una società civilizzata», cioè il luogo di chi sa alzare lo sguardo dalla propria convenienza individuale e sa e vuole organizzarsi, dobbiamo essere costituenti della società che partecipa, che vince la passività e l?indifferenza per i problemi comuni. La sola partecipazione agli appuntamenti elettorali potrebbe diventare la delega per eccellenza, la consegna del bene e dei beni al ceto politico.
E’ necessario un coinvolgimento ancora più forte e profondo perché attraverso l?impegno dei cittadini, per quel che ci riguarda nell?associazionismo, si contribuisca a favorire la diffusione del potere anziché la sua concentrazione, si incoraggino il dibattito e l?autonomia di giudizio anziché il conformismo e l?obbedienza, si costruiscano vincoli di solidarietà orizzontali anziché vincoli di subordinazione verticale, si agisca con la consapevolezza della titolarità di diritti e di responsabilità anziché alla ricerca della raccomandazione e del piacere, si contribuisca a formare una società di cittadini. E questo, esige un rapporto sempre più forte, autonomo e di pari dignità con la politica, che deve trarre alimento per il suo agire dalla società e dalle sue forme organizzate.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.