Salute

Autismo:alla larga da psichiatri e falsi guaritori

Non dare retta alle piccole asociazioni che si rifanno a "teorie alternative" e far riferimento alle "grandi sigle nazionali"

di Chiara Sirna

Definire chiaramente che cos?è l?autismo, sgombrare il campo dalle false teorie di sedicenti guru della guarigione e mettere nero su bianco, uno a uno, i punti di programma da portare avanti. È con questi obiettivi che si è chiusa, dopo otto mesi di lavoro, la prima fase del tavolo ministeriale sulle problematiche dell?autismo voluto dal ministro Livia Turco, cui hanno partecipato 55 esperti e rappresentanti di associazioni.

Primo punto fermo della relazione finale: l?autismo non è una psicosi, ma «un disturbo pervasivo dello sviluppo». Come patologia precoce del sistema nervoso compromette lo sviluppo relazionale e comportamentale, ma «nulla ha a che vedere con le malattie psichiatriche», precisa Carlo Hanau, uno dei massimi esperti in Italia di autismo e disabilità mentali, che pure ha preso parte al tavolo. Dunque non va trattato con percorsi di psicoterapia. «Tanto meno se questi riguardano la madre», precisa Hanau, «ancora ritenuta da qualcuno responsabile dei disturbi del figlio in base a teorie ormai smentite». Le vie da percorrere sono ben altre: una diagnosi precoce, entro i due anni di età, e un trattamento educativo individualizzato. Il tutto tramite un lavoro in rete dei servizi.

Ecco allora che il tavolo suggerisce alcune misure. Intanto la «dotazione in ogni regione di un piano sull?autismo», spiega Franco Nardocci, presidente della Società italiana di neuropsichiatria, «cosa che finora hanno fatto in pochi; poi la creazione di almeno due-tre centri specializzati per regione». Ad oggi però l?unica regione ad essersi dotata di un Progetto autismo è l?Emilia Romagna; in Lombardia l?ultimo documento a tema risale al 1985; in Toscana, Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo invece inizia a muoversi qualcosa. Ma è ancora tutto in itinere. Per raggiungere una maggiore omogeneità bisogna «rendere permanente il tavolo sull?autismo» e continuare a lavorare in accordo con le Regioni e i servizi territoriali. «Questo ministero ha ripreso un tema marginalizzato», aggiunge Nardocci. «Dettate le linee guida, ora dobbiamo andare avanti». E vista la situazione a macchia di leopardo, sono tante le emergenze a cui dare una riposta. A cominciare da una di quelle da tempo denunciate dalle associazioni di genitori: l?assistenza agli autistici over 18, che di fatto scompaiono dai servizi.

Da una ricerca effettuata nel 2002 in sei regioni – Abruzzo, Emilia Romagna, Veneto, Umbria, Calabria e Marche – è emerso infatti che di malati autistici sopra i 18 anni conosciuti ai servizi psichiatrici ne risultavano appena 10. «Questi ragazzi di fatto si perdono, non ci sono servizi specifici per loro, tutto il peso ricade sulle famiglie», spiega Hanau, «e sempre più spesso assistiamo inermi alle tragedie di chi non ce la fa più e arriva a gesti estremi».

Altro punto su cui fare luce sono quei gruppi che tra le cause dell?autismo sostengono ci siano «disturbi gastrointestinali, carenze vitaminiche, presenza di mercurio e piombo nelle vaccinazioni». E che il più delle volte per la cura prescrivono una dieta priva di glutine. Ferma la posizione del tavolo, che ha preteso che sia l?Istituto superiore di sanità a pronunciarsi sulla veridicità e sostenibilità di tali fantasiose teorie.

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