Al workshop di Consumers’ Forum i garanti rivendicano il loro ruolo di tutela dei consumatori
e scommettono sul rapporto con le associazioni di Luca Zanfei
N on c’è pace per Giulio Tremonti. Già alle prese con la crisi finanziaria, il ministro dell’Economia ha anche dovuto fronteggiare le accuse di Antonio Catricalà . Il presidente dell’Antitrust, nel denunciare gli otto milioni alla struttura decisi dal governo, non ha risparmiato una frecciata dal taglio politico:«Capisco di dare fastidio», ha esordito durante il suo intervento al workshop di Consumers’ Forum, «ma aspettate quando sono meno forte, non ora che ho aperte le inchieste sulle banche e sui grandi monopolisti». Assieme a Catricalà, l’8 ottobre hanno risposto all’invito di Lorenzo Miozzi , leader del Movimento Consumatori e del Consumers’ Forum, tutti gli organismi di garanzia del nostro Paese. L’obiettivo era presentare Consumerism: rapporto 2008 ( vedi box ) e riallacciare il dialogo con le autorità per la definizione di strategie future, ma è diventato l’occasione per rilanciare il ruolo degli organi di controllo quali garanti degli interessi dei consumatori e della vigilanza sui mercati. Così il messaggio affidato ancora una volta alle parole dell’agguerrito Catricalà è stato perentorio: «Chi l’ha detto che in momenti di crisi ci vogliono altre misure a tutela del consumatore», ha detto il presidente dell’Antitrust. «I problemi dei cittadini non si risolvono con altre regole, ma con una potenziamento del ruolo delle Autorità».
Come a dire, senza maggiori poteri agli organi di controllo il modello liberista non può funzionare e le liberalizzazioni in Italia continueranno ad essere carta straccia. Ma l’attuale spinta verso un intervento massiccio del pubblico sui mercati induce a una riflessione complessa sulle responsabilità e sui ruoli di ogni singolo soggetto. «Mercato e Stato si devono combinare», ha aggiunto Corrado Calabrò , presidente dell’Autorità sulle comunicazioni. «È lo Stato che, attuando un’efficace regolamentazione, deve evitare che le liberalizzazioni diventino un boomerang per il consumatore. Dunque non c’è bisogno di troppe autorità, ma di un assetto istituzionale forte». E a chi vede nel capitalismo la causa della crisi attuale, «il vero problema è la miopia e la spregiudicatezza di certi operatori», ha risposto Calabrò. «Ora è necessario puntare sull’onestà, sulla trasparenza e sull’informazione del cittadino».
Tre principi cardine per il funzionamento del mercato, che spetta alle Authority far rispettare. «Il consumatore è un soggetto debole schiacciato dalle asimmetrie informative», ha spiegato Mauro Lorenzoni , della Consob. «Il nostro sforzo deve essere quello di educarlo e di fornirgli una base culturale adatta ad affrontare il mercato con consapevolezza. Ma per rendere davvero efficace la nostra attività non si può prescindere dal rapporto stretto con quelle associazioni dei consumatori capaci di captare le problematiche dei cittadini».
La spinta delle associazioni
Un riconoscimento che non è sfuggito allo stesso Miozzi, che ha approfittato per delineare il ruolo delle organizzazioni di settore. «Spetta a noi dare una spinta determinante per ottenere il rispetto delle regole a difesa dei diritti dei cittadini-utenti. È proprio in nome della democrazia che le associazioni assumono il ruolo fondamentale di mediatori tra Authority e politica e di portavoce delle istanze della società civile». Ecco perché l’incontro organizzato dal Forum e soprattutto il Rapporto Consumerism possono rappresenta un primo passo per «fornire un panorama chiaro e scientificamente corretto sul mondo del consumerismo», ha spiegato Miozzi.
Un’iniziativa che per il presidente dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, Alessandro Ortis rappresenta un «fondamentale strumento per far emerge la centralità delle iniziative a tutela delle famiglie, che vanno sempre più rafforzate», ha spiegato. Ma oltre al dialogo con le associazioni di categoria, per Ortis «è necessario puntare sul confronto tra le stesse Autorità. Dobbiamo far sì che il consumatore abbia le categorie e gli strumenti per attuare delle scelte veramente libere. Ma questo lo possiamo garantire solo attraverso l’attivazione di un sistema condiviso di controllo sulle regole».
Per ora però è meglio partire dalle iniziative già sperimentate, come schede informative e di confronto tra i prezzi, miglioramento degli standard di qualità dei call center, e implementazione degli strumenti per la totale trasparenza. O ancora l’elaborazione di «vere e proprie linee guida improntate a criteri di semplicità», ha proposto Giuseppe Chiaravalloti , vice presidente dell’Autorità per la protezione dei dati personali. «Tutto ciò risponde anche all’esigenza di evitare quanto più possibile una frammentazione delle regole, nella piena consapevolezza che al centro del sistema vi è sempre e comunque il cittadino».
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