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Authority del volontariato

Che cos' è?

di Redazione

Che cos’è?
Il Decreto che la istituisce (Dpcm 329/2001 – Gazzetta Ufficiale 17/8/2001) la definisce “Agenzia”. Si tratta di un organismo di controllo, indirizzo e promozione dell’attività delle Onlus e, più in generale, degli enti e organizzazioni del Terzo settore.

Da chi è composta?
L’Agenzia è un organo collegiale composto da un presidente e da dieci membri nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di cui tre su proposta del ministro delle Finanze, sei su proposta del Ministero Welfare e uno della Conferenza permanente Stato-Regioni.

Che funzioni avrà?
Eserciterà poteri di indirizzo, vigilanza e ispezione per la uniforme e corretta osservanza da parte degli enti non profit di tutte le leggi e regolamenti che ne disciplinano l’attività, formula osservazioni e proposte in ordine alla normativa, promuove iniziative di studio, ricerca e formazione sul Terzo settore e vigila sulle attività di raccolta fondi.

Che budget avrà?
Cinque miliardi di lire annui a carico dello Stato e stabiliti per legge, ai quali potranno aggiungersi (ed è una delle novità del regolamento) somme derivanti da altre entrate come sovvenzioni da enti locali o da convenzioni con soggetti pubblici od anche privati.

Che poteri?
L’Agenzia, per l’esercizio delle sue funzioni, corrisponde con tutte le amministrazioni pubbliche (che “sono tenute” al suo parere), consulta periodicamente gli organismi rappresentativi del Terzo settore, promuove indagini conoscitive ed istruttorie nei confronti delle organizzazioni non profit.

Chi ci guadagna e chi no?
Ci guadagna tutto il non profit sano, quello che dall’istituzione dell’authority ne ricava certezza del diritto e vede in essa un’interlocutore autorevole e competente sulle materie che lo riguardano più da vicino. Ci perde chi, dall’assenza di un organismo di vigilanza e promozione, ha finora agito in una zona d’ombra, per esempio in materia di raccolta fondi.

Perché a Milano?
Perché, dopo annosa e vivace discussione, il Governo Amato riconobbe che fosse opportuno che l’Agenzia operasse in un territorio in cui c’è il maggior concentrato nazionale pro capite di organizzazioni non profit e di persone impegnate in attività a sfondo solidaristico.

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