Welfare

Austria, le ruspe contro la moschea

A Traun, 25 mila abitanti, il sindaco socialista ha fatto abbattere un capannone adibito a luogo di preghiera dagli immigrati mussulmani. E gli islamici pregano per strada.

di Giampaolo Cerri

Si fa presto a dire Haider. A Traun, cittadina industriale di 25 mila abitanti dell?Austria centrale, il sindaco Peter Schlögl è infatti socialista ma, appena due settimane fa, ha mandato le ruspe a radere al suolo una moschea. Motivo ufficiale la condizioni igienico sanitarie, ritenute precarie, e la pericolosità della costruzione: un piccolo capannone collocato nel cortile interno di palazzina molto centrale, praticamente il retrobottega di un negozio di alimentari Dal 1998, questo locale nella Bahnhofstrasse era diventato il centro di preghiera di molte centinaia di islamici, prevalentemente turchi e ex-jugoslavi. A Traun, i lavoratori stranieri rappresentano il 17% della popolazione, media notevolmente più alta di quella nazionale. Nella cittadina austriaca quelli di fede musulmana sono raggruppati nell?associazione Milli Görüs, attiva sin dai primi anni ?90. Una presenza che non ha mai destato problemi fino, appunto, all?apertura della mini-moschea, in pieno centro. Sfrattati da una precendente collocazione perché il contratto d?affitto era scaduto, gli islamici si sono adattati al magazzino in questione. Ma il via vai di immigrati per la via più commerciale della città, ha finito per suscitare la protesta del Fpo, il partito di Haider: ?Sembra di essere nei Balcani? ha protesto il leader haideriano locale, nonché vicesindaco. Di qui le ispezioni dei tecnici comunali e il decreto di abbattimento, attuato nei giorni scorsi. Per protesta da venerdì scorso i musulmani pregano, con tanto di tappetino, in mezzo alla centralissima via. E dicono di essere disposti a ripetere la protesta finché l?amministrazione non darà loro un posto per pregare. Rifiutata la proposta del comune: un locale cadente, in aperta campagna, a 15 chilometri dalla città.


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