Sostenibilità

Austria, Francia, Svizzera. Il traffico pesa per l’1,7% del Pil

In termini sanitari, sociali ed economici, il trasporto costa 360 euro l’anno a persona. Lo rivela uno studio dell’Oms condotto nei tre paesi europei.

di Redazione

Il continuo sviluppo del trasporto su strada pone ai Paesi europei la difficile sfida di conciliare le accresciute esigenze di mobilità con quelle di tutela dell?ambiente e della salute dei cittadini. Per questo motivo, il Centro europeo ambiente e salute dell?Organizzazione mondiale della sanità ha iniziato un programma su trasporto, ambiente e salute. Obiettivo: raccogliere e rendere disponibili le più recenti conoscenze scientifiche sugli effetti del trasporto per la salute e sviluppare metodi e strumenti che sostengano i Paesi europei nel compito di individuare e perseguire politiche di mobilità che siano anche portatrici di benefici per la salute. 2 milioni di infortuni Nella regione Europea dell?Oms, che comprende 51 Paesi e circa 870 milioni di abitanti, gli effetti del trasporto sulla salute sono molteplici. Innanzitutto, circa 120mila persone, un terzo delle quali ha meno di 25 anni, muoiono a seguito di incidenti stradali, e circa 2 milioni e mezzo rimangono infortunate (per quel che riguarda l?Italia, vengono riportati circa 6mila morti e 250mila infortunati l?anno). L?inquinamento da traffico è, inoltre, legato alla morte prematura di circa 80mila persone: molti studi, fra cui anche uno condotto in Italia, indicano come i bambini che vivono in prossimità di strade densamente trafficate corrano un rischio doppio di manifestare sintomi respiratori rispetto a bambini che vivono vicino a strade in cui il traffico è meno intenso. Uno studio, completato in Francia, Austria e Svizzera, sui costi sanitari dovuti all?inquinamento atmosferico da traffico ha sollevato particolare attenzione. I tre Paesi hanno adottato la medesima metodologia scegliendo il particolato (Pm10) come indicatore di inquinamento atmosferico, rilevante dal punto di vista sanitario, dal momento che raccoglie particelle di dimensioni tali da poter penetrare nell?apparato respiratorio e ha portato alle seguenti conclusioni. 15mila ricoveri Primo, in ambito urbano, fino al 50% del particolato è emesso dal traffico, mentre su scala nazionale (comprendendo anche le zone rurali), questa percentuale è attorno al 30%. Secondo, l?esposizione cronica di adulti di età superiore ai 30 anni all?inquinamento da traffico è causa di 21mila morti premature all?anno per malattie respiratorie e cardiache. Un numero più che doppio di quello dei morti per incidenti stradali (questi ammontano a 1.031 in Austria, 8.300 in Francia e 616 in Svizzera, rispettivamente, per un totale di 9.947 morti). Inoltre, ogni anno l?inquinamento da traffico causa in questi Paesi circa 300mila casi di bronchite nei bambini e più di 15mila ricoveri ospedalieri per malattie cardiache, 395mila attacchi d?asma negli adulti e 162mila nei bambini (questo rappresenta fra il 30 e il 50% circa dei casi attribuibili all?inquinamento dell?aria). Nei tre Paesi, l?inquinamento causa la perdita di circa 16 milioni di giornate di attività all?anno negli adulti di età superiore a 20 anni, a causa di malattie respiratorie (assenza dal lavoro o incapacità di attendere alle normali attività quotidiane). Il costo totale di questi impatti sanitari nei tre Paesi? Danni per 27 miliardi Le stime parlano di circa 27 miliardi di euro, che comprendono sia i cosiddetti costi intangibili, come il dolore, la sofferenza, la perdita di qualità della vita dovuta alla malattia o alla mortalità prematura, sia il costo dei trattamenti medici e della perdita di produttività. Tali costi ammontano a circa l?1,7 % del Pil combinato di questi tre Paesi, equivalente a 360 euro a persona all?anno. Ma l?impatto negativo delle auto non finisce qui. Il trasporto, in particolare quello su strada, è la fonte principale di esposizione al rumore in ambito urbano. Livelli di rumore che superino per intensità i 55 decibel sono correlati a disturbi del sonno e della comunicazione e possono interferire negativamente con la capacità di concentrazione. I bambini esposti cronicamente a forti rumori, per esempio in prossimità degli aeroporti, possono mostrare difficoltà nell?apprendimento, nell?imparare a leggere, e nell?acquisire la capacità di risolvere problemi. Più smog, più malaria Un discorso a parte merita il problema posto dallo stile di vita sempre più sedentario della popolazione, dovuto in gran parte all?abbandono degli spostamenti a piedi o in bicicletta a vantaggio dell?automobile o del ciclomotore. Con il fumo, la sedentarietà è fra i più importanti fattori di rischio per l?insorgere di malattie cardiocircolatorie, diabete, ipertensione e mortalità precoce. Al contrario, se una moderata attività fisica venisse praticata con regolarità, per esempio camminando o andando in bicicletta per un totale di circa 30 minuti al giorno, anche se suddivisi in episodi di 10-15 minuti ciascuno, sarebbe possibile ottenere una riduzione di circa il 50% nel rischio di sviluppare malattie coronariche, diabete e obesità. Infine, ci sono crescenti e preoccupanti evidenze che importanti conseguenze per la salute potrebbero scaturire dai cambiamenti climatici, che dipendono in misura rilevante (stimata in circa il 30%) dalle emissioni generate dal trasporto. Fra questi effetti, desta preoccupazione il rischio di un aumento dell?impatto di eventi estremi, quali alluvioni, inondazioni e ondate di calore, e il rischio di un mutamento dell?habitat di alcuni insetti portatori di malattie infettive, quali la malaria, la febbre di Dengue e la leishmaniosi. L?entità e l?impatto sociale ed economico degli effetti del trasporto sulla salute rendono quanto mai urgente la promozione di politiche alternative di mobilità che siano più sostenibili e più in grado di contrastare gli impatti negativi sulla salute. L?impegno politico non può prescindere da una maggiore presa di coscienza da parte dei cittadini del ruolo fondamentale che i comportamenti e le scelte personali giocano nel determinare lo stato dell?ambiente, e in particolare di quello urbano. La carta dell?Oms L?adozione di strategie che favoriscano il trasporto pubblico e forme di mobilità a basso impatto ambientale, in particolare la mobilità ciclistica e pedonale, e di iniziative volte a informare e sensibilizzare il pubblico sull?impatto che le scelte individuali possono avere per l?ambiente e la salute, sono alcuni degli impegni assunti dai ministri del Trasporto, Ambiente e Sanità dei 51 Stati membri della Regione europea dell?Oms, che hanno negoziato e adottato una Carta su trasporto, ambiente e salute. La Carta, adottata nel corso della terza Conferenza ministeriale su ambiente e sanità, tenutasi a Londra dal 16 al 18 giugno 1999, contiene un piano di azione e degli obiettivi volti a una maggiore integrazione dell?esigenza di tutelare la salute all?interno delle politiche di trasporto e pianificazione del territorio.

Fonte: World Health Organization-Regional Office for Europe


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA