Mondo

Australia: vince John Howard, l’amico di Bush

Howard ora spera che la sua vittoria possa avere un effetto trascinante sulla rielezione del presidente americano Bush, amico e alleato in Iraq, alle elezioni del 2 novembre

di Paolo Manzo

”Non è la nostra giornata, non è quella che speravamo”. Laconico, Mark Latham, leader dei laburisti uscito sconfitto alle elezioni politiche che si sono tenute oggi in Australia, da una sede del sindacato di Sydney, lascia il campo al vincitore, il quattro volte premier John Howard. La coalizione del primo ministro, formata da liberali e nazionalisti, ne è uscita rafforzata, potendo contare al momento, ma il numero potrebbe salire, su 83 seggi contro i 63 della sinistra nazionale, e può proseguire il lavoro iniziato ormai dieci anni fa. Howard è riuscito a convincere i circa 13 milioni di australiani che si sono recati alle urne, forte del trend positivo dell’economia che statistiche e dati ufficiali confermano. E, scacciati i fantasmi di un ritorno alla ribalta dei sindacati, ad Howard non resta che continuare a propinare i valori della piccola impresa. ”Sono figlio della cultura piccolo-imprenditoriale – aveva detto in campagna elettorale – E’ il motore della nostra economia”. Economia che scoppia di salute, con i suoi bassi tassi di disoccupazione, inflazione sotto controllo e crescente sviluppo industriale. Howard ora addirittura spera che la sua vittoria possa avere un qualche tipo di effetto trascinante sulla rielezione del presidente americano George Bush, amico e alleato, alle presidenziali del 2 novembre. Così come auspica una riconferma del premier britannico Tony Blair, che si è proposto per un terzo mandato. Un modo per tenere uniti i tre Paesi, le cui truppe invasero l’Iraq nel marzo dello scorso anno. E mentre si festeggia la sua vittoria personale, e quella dei conservatori in generale, in Australia c’e’ già chi pensa al dopo Howard, necessità forse dettata dai suoi 65 anni. La tesi prevalente è che il veterano della politica potrebbe lasciare la carica a metà mandato, ‘abdicando’ a favore di Peter Costello, suo delfino, a cui darà il tempo di emergere politicamente in vista delle elezioni del 2007.


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