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Australia: un medico su 3 pratica l’eutanasia “nascosta”

Somministra cioè al paziente terminale forti dosi di farmaci per affrettarne la morte, ma senza informarlo...

di Gabriella Meroni

Un?eutanasia non richiesta dal malato, ma decisa dal medico di fronte a casi disperati. In Australia oltre un dottore su tre ricorre a questo tipo di “buona morte” tramite la somministrazione di dosi eccessive di antidolorifici per affrettare la morte dei malati, ma spesso senza informarli.

Secondo uno studio dell’università di Newcastle, in Australia, il fattore determinante nella scelta è la fede religiosa del medico: i cattolici sono assai meno propensi all’eutanasia assistita, seguiti a distanza da ebrei e protestanti. Su un campione di 683 medici, il 36% ha somministrato a pazienti terminali forti dosi di farmaci con l’intenzione di affrettarne la morte. Oltre la metà di questi, quindi il 20% degli intervistati, dichiara che i pazienti non gli avevano avanzato alcuna richiesta di eutanasia.

Gli autori dello studio hanno accertato che la fede religiosa è un ?segnale significativo? dell’ atteggiamento dei medici verso l’eutanasia. Non a caso, oltre il 46% degli intervistati che hanno specificato di essere atei, hanno ammesso di aver somministrato farmaci in dosi maggiori di quanto richiesto con l’intenzione di affrettare la morte del paziente. Hanno dato la stessa risposta solo il 9,3% dei cattolici, contro il 33,9% dei protestanti, il 33,3% degli ebrei e il 36% dei medici di ?altre fedi?.

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