Formazione

Australia: rivolte nei campi profughi

Il governo le ha represse con la forza

di Gabriella Meroni

Ancora disordini in uno dei remoti campi di detenzione per “richiedenti asilo” nell’entroterra dell’Australia. Dopo tre giorni di proteste, accompagnate da incendi, saccheggi e scontri con il personale di guardia, diverse centinaia di detenuti, alcuni armati di coltelli e bastoni appuntiti, controllano parte del campo di Curtin, nel nord ovest dell’Australia e rifiutano di arrendersi. Il governo, che non ha escluso l’uso della forza per sedare la rivolta, ha mandato rinforzi nel campo di Curtin, mentre la polizia federale e funzionari dell’immigrazione tentano di trattare con i leader dei detenuti e di convincerli a consegnare le armi. Secondo il dipartimento Immigrazione, i disordini sono scoppiati venerdi’ sera quando alcuni richiedenti asilo afghani e iracheni hanno appreso che le loro domande di asilo erano state respinte. Una trentina di agenti di guardia e un numero imprecisato di detenuti sono rimasti feriti negli scontri. Il ministro della Giustizia Chris Ellison ha detto che alcuni dei detenuti hanno aiutato a spegnere gli incendi, il che fa ritenere che la protesta sia stata orchestrata da un piccolo gruppo. ”La maggioranza dei detenuti non vogliono guai, e ce lo hanno detto”, ha aggiunto. I controversi centri di detenzione in Australia sono stati teatro negli ultimi due anni di disordini, scioperi della fame, evasioni e tentativi di suicidio, attirando le critiche di diversi enti dell’Onu, di organizzazioni umanitarie e religiose.


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