Mondo

Australia: “contratti di comportamento” in cambio di servizi sanitari

Accade in Australia. Si tratta di uno dei piani di "obbligo reciproco" che il governo ha sottoposto al ente consultivo National indigenous council

di Carmen Morrone

Uno schema in cui una comunita’ aborigena isolata potra’ ottenere un distributore di benzina a condizione che i bambini si lavino la faccia due volte al giorno e i bidoni delle immondizie siano svuotati regolarmente, e’ tra i piani di ‘obbligo reciproco’ che il governo australiano ha sottoposto al nuovo ente consultivo National Indigenous Council (Nic), nella riunione inaugurale iniziata ieri. Ai 14 membri del Consiglio, nominati dal governo conservatore nel suo nuovo approccio agli affari aborigeni, viene chiesto di considerare una serie di piani radicali per impegnare le comunita’ indigene in ‘contratti di comportamento’, in cambio di servizi sanitari, di educazione e welfare. Uno di questi accordi, il cui contenuto e’ stato rivelato dal portavoce dell’opposizione laburista per gli affari aborigeni, Kim Carr, prevede che nei termini di ‘condivisione di responsabilita” il governo fornira’ l’equivalente di 103 mila euro per installare un distributore di benzina, che potra’ divenire fonte di reddito per la comunita’. Questa in cambio deve impegnarsi a garantire che i bambini si facciano la doccia tutti i giorni, si lavino la faccia due volte al giorno e frequentino regolarmente la scuola , e che vengano mantenuti buoni standard di smaltimento dei rifiuti. Secondo Carr, l’accordo dimostra che la politica governativa di ‘condivisione di responsabilita” e’ ingiusta e unilaterale. ”Gli australiani indigeni dovrebbero poter raggiungere accordi genuini con il governo, non essere legati a contratti coercitivi e paternalistici”, ha dichiarato. La presidente del Nic tuttavia, la donna magistrato del tribunale dei minori di Perth, Sue Gordon, ha negato che il piano sia paternalistico, aggiungendo che a questi accordi non dovrebbero essere imposti limiti. Nelle intenzioni del governo il nuovo ente, che si riunira’ quattro volte all’anno, sara’ la fonte primaria di informazioni in materia di affari indigeni, dopo l’abolizione dell’Atsic (Commissione aborigeni e isolani dello stretto di Torres), l’ente rappresentativo eletto dalle comunita’ indigene di tutta Australia, istituito nel 1990 dal governo laburista dell’epoca. La sua area di interesse sara’ concentrata su questioni come violenza domestica, suicidio fra i giovani, abuso di alcool, droghe e inalazione di benzina, salute, istruzione e dipendenza dal welfare passivo. Nel corso della riunione di due giorni il Consiglio ha incontrato il premier John Howard ed i ministri ai cui portafogli sono affidati i fondi destinati alle comunita’ aborigene, nel quadro della ristrutturazione dei servizi a loro dirette. Intanto a Townsville, in Queensland, oltre 1000 persone hanno sfilato pacificamente in protesta per la morte in una cella di polizia, nella vicina Palm Island, di un aborigeno arrestato per ubriachezza. Fra i partecipanti il vescovo cattolico Michael Putney, altri leader cristiani, esponenti politici, sindacali e di organizzazioni di immigrati, che hanno voluto dire no all’odio razziale e alla violenza. I risultati dell’autopsia dell’uomo, che secondo i familiari sarebbe morto in seguito alle percosse subite, avevano scatenato gravi disordini nell’isola, con l’incendio della stazione di polizia e del tribunale locale. In seguito ai disordini, la polizia ha incriminato 29 persone, fra cui due donne e un minore.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA